Bella prova degli Azzurri contro un avversario superiore: bene con il pallone in mano, sofferenza in mischia chiusa. Finisce 46 a 15
ROMA – “Swing low, sweet chariot” risuona nel catino dello Stadio Olimpico di Roma già prima che Mathieu Raynal ordini il fischio d’inizio dell’ultima partita in programma nella prima giornata del Sei Nazioni 2018, fra Italia ed Inghilterra. Numerosissimi i tifosi inglesi alla stadio, capaci sempre di far sentire la propria voce anche nella trasferta più lontana da casa per gli uomini di Eddie Jones.
Lo stadio esplode poi in un meritato applauso quando Alessandro Zanni fa il suo ingresso in campo in solitaria, a giusta celebrazione del traguardo dei 100 caps raggiunto oggi dal giocatore friulano.
La prima occasione in avanti è per l’Inghilterra, figlia di un calcio di punizione da mischia chiusa. Dalle conseguenze di una maul da touche gli inglesi allargano benissimo il gioco e con un loop fra Ford e Farrell sorprendono la difesa azzurra: Watson viene servito all’esterno e schiaccia nell’angolo destro. Farrell dalla piazzola colpisce il palo e la palla finisce fuori: al terzo minuto è già 5 a 0.
Dopo l’inizio difficile per gli Azzurri, la partita diventa piacevole, e le due squadre si affrontano a viso aperto. L’Italia prova a giocare ma impensierisce difficilmente l’ottima difesa inglese. Gli albionici invece fanno paura ogni volta che decidono di allargare il pallone.
Al nono rimane a terra il numero 9 inglese Ben Youngs, costretto ad uscire e a lasciare il posto a Danny Care. Il gioco rimane fermo per qualche minuto per prestare le operazioni di soccorso a Youngs, che deve essere trasportato fuori dal campo in barella, con la gamba sinistra immobilizzata.
Al decimo ancora un loop da prima fase fra Ford e Farrell smarca ancora Anthony Watson all’altezza dei dieci metri avversari: l’ala si invola evitando il tentativo di recupero di Boni e l’ultimo, disperato tentativo di Benvenuti è davvero insufficiente. Doppietta per il giocatore di Bath e punteggio che dopo undici minuti di gioco dice 10 a 0 per gli ospiti, con Farrell ancora sorprendentemente impreciso dal tee.
Al diciannovesimo una brillante azione della linea arretrata da mischia ordinata a metà campo vede Bellini andare in fuga sulla sinistra. Boni è bravo a raccogliere il difficile riciclo e portare l’Italia sui cinque metri. Dopo due fasi di sfondamento Allan è splendido nell’allargare la palla con un lungo passaggio a servire Benvenuti. Al giocatore di Treviso non resta che schiacciare l’ovale per la gioia dell’Olimpico. Azione semplice per gli Azzurri, ma efficace e splendidamente orchestrata da tutta la squadra, con un ottimo ritmo. L’Italia è di nuovo in partita: con i due punti aggiuntivi di Allan, 7 a 10.
L’Inghilterra si getta subito nella metà campo azzurra, complice una exit strategy non efficace dei padroni di casa. Gli Azzurri patiscono la fisicità avversaria e dopo qualche fase, inevitabilmente, la linea difensiva salta. E’ Owen Farrell a tagliare la difesa come una lama nel burro. E’ il venticinquesimo, e Farrell trasforma la propria marcatura. L’Inghilterra allunga di nuovo sul 17 a 7.
L’Inghilterra aumenta i giri del motore in chiusura di tempo. Il possesso di palla è sempre sereno e, seppure l’Italia difenda al meglio delle proprie possibilità, per i campioni in carica c’è sempre avanzamento e un buon ritmo di gioco.
Al minuto 33 possibilità in avanti per gli Azzurri, ma la maul dentro i 22 avversari viene ottimamente difesa dall’Inghilterra, che spinge fuori i padroni di casa. L’Italia risolve poi i problemi altrui concedendo un calcio di punizione nell’azione successiva, con l’Inghilterra che può così risalire il campo.
Due minuti più tardi l’Italia si riguadagna la medesima possibilità: maul da touche nei ventidue avversari e, sulle conseguenze, sventagliata che per poco non premia Minozzi. L’Italia spinge sui cinque metri dopo un ulteriore calcio di punizione battuto veloce, ma l’attacco viene infine respinto a pochi centimetri dalla linea, concedendo però un nuovo calcio. Parisse indica a Raynal i pali, con Allan che piazza il calcio per il meno sette al minuto 39.
Il primo tempo si chiude poco dopo sullo stesso punteggio. Nonostante l’avvio in salita, l’Italia ha saputo reagire e rimanere attaccata alla partita contro un avversario chiaramente più forte in potenza, ma che sembra non riuscire a dispiegare tutte le proprie qualità, complice un 51% di possesso palla azzurro.
Nel secondo tempo c’è subito spazio fra gli Azzurri per Quaglio al posto di Lovotti. Il pilone si fa subito fischiare un’entrata laterale dall’arbitro, concedendo ai bianchi un pallone in attacco dentro i 22 metri. Le cariche ripetute degli inglesi assorbono la difesa e Watson trova un varco nello stretto con grande abilità, ma il passaggio di Care è in avanti.
Dalla mischia a cinque metri che ne consegue l’Inghilterra conquista un prezioso calcio di punizione sotto i pali, con Giammarioli che furbescamente cerca di tallonare il pallone con le mani. Farrell non sbaglia: Inghilterra di nuovo oltre il break dopo sette minuti.
Al minuto 48 break di Bellini su splendido offload di Parisse. Sul prosieguo dell’azione, dopo alcune cariche ravvicinate e un raddoppio fra Allan e Parisse, Tommaso Boni trova il break e sfonda in area di meta. Raynal assegna la marcatura, ma viene richiamato dal TMO: al replay è evidente il passaggio in avanti con cui Allan ha servito il secondo centro delle Zebre. La meta sfuma e i tanti tifosi inglesi possono tirare un respiro di sollievo: Italia comunque non doma.
Sulla ripresa del gioco l’Italia concede due calci di punizione consecutivi, consentendo all’Inghilterra di risalire il campo e ribaltare la situazione, dai propri ventidue metri a quelli degli Azzurri. Dalla touche proprio sulla linea dei ventidue sbuca Sam Simmonds, con la mischia azzurra disattenta intorno alla maul impostata dagli inglesi. Non c’è nessun che possa fermare il numero 8 inglese, che non aveva finora impressionato: il punteggio si dilata sul 27 a 10 al cinquantaduesimo.
Gli Azzurri non si arrendono e hanno la forza di portarsi ancora nei ventidue metri degli avversari. Ripetute cariche assorbono la difesa inglese prima del fantasioso tentativo di Violi di servire Bellini con un calcio all’ala. Si torna su un calcio di punizione a cinque metri che l’Italia calcia in touche. La maul italiana è abbattuta fallosamente a pochi metri dalla linea. L’Italia gioca lo stesso un pallone al largo con la propria linea arretrata: il lungo passaggio di Benvenuti trova Bellini. Difficilissimo per il TMO stabilire se l’ala azzurra è stata portata fuori o no dal placcaggio in extremis di Brown, ma alla fine Raynal concede la marcatura. Allan fallisce la difficile trasformazione dall’angolo e il tabellone dice 27 a 15 per gli ospiti.
All’Italia servirebbe marcare di nuovo per riuscire a rientrare, ma Eddie Jones mette dentro i suoi finishers. Non che gli Azzurri non ci provino, con coraggio, nella fase mediana della seconda frazione, ma infine la superiore qualità degli avversari emerge definitivamente: al minuto 68 Ford segue la scia di Owen Farrell, che buca la difesa e lo serve splendidamente per il 34 a 15.
E’ la meta che segna il punto di rottura della partita: gli inglesi accelerano ulteriormente e l’Italia fatica drammaticamente a reggere il ritmo negli ultimi dieci minuti. Un intercetto di Minozzi manda in fuga Boni al minuto 71, ma il centro è rimontato con facilità irrisoria. Tre minuti più tardi Simmonds buca di nuovo la linea azzurra dopo un susseguirsi di fasi: doppietta per lui e 41 a 15 per l’Inghilterra.
Il punteggio si fa ancora più rotonda a tre minuti dal termine, con Nowell che finalizza un’azione al largo dei suoi bruciando la difesa avversaria sull’out di destra. Il calvario azzurro nel finale viene interrotto dal calcio di Danny Care in tribuna.
La partita si chiude sul a 46 a 15 . Per l’Italia ottime le prestazioni dei senatori: Zanni e Budd, Ghiraldini e Parisse. Bene anche l’impatto da ball carrier di Negri e quello di Castello, al quale siamo ormai abituati. Piena sufficienza anche per Minozzi e Bellini. In generale brillante la linea dei trequarti azzurra quando ha la palla in mano, mentre lacunosa in fase difensiva. Fra gli inglesi spiccano le prestazione di Watson, imprendibile e infatti Man of the Match, e Farrell, deus ex machina della formazione inglese.
La differenza di punteggio rispecchia comunque il maggiore valore della formazione inglese. L’Italia ha giocato a viso aperto, dando il proprio meglio con coraggio e voglia di dimostrare, anche a sé stessa, il proprio valore. Ha sofferto tantissimo la mischia chiusa, a cui l’Inghilterra si è potuta ancorare per tutti gli ottanta minuti, e ha concesso qualche calcio di punizione di troppo, allentando la possibile pressione che poteva essere creata sugli avversari. Inoltre le due mete subite in apertura hanno subito scavato un solco nella partita, dimostrando come la difesa azzurra soffra terribilmente quando deve leggere una complessa trama avversaria.
Lorenzo Calamai
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Italia: 15 Matteo Minozzi, 14 Tommaso Benvenuti, 13 Tommaso Boni, 12 Tommaso Castello, 11 Mattia Bellini, 10 Tommaso Allan, 9 Marcello Violi, 8 Sergio Parisse (c), 7 Renato Giammarioli, 6 Sebastian Negri, 5 Dean Budd, 4 Alessandro Zanni, 3 Simone Ferrari, 2 Leonardo Ghiraldini, 1 Andrea Lovotti
A disposizione: 16 Luca Bigi, 17 Nicola Quaglio, 18 Tiziano Pasquali, 19 George Biagi, 20 Maxime Mbanda’, 21 Edoardo Gori, 22 Carlo Canna, 23 Jayden Hayward
Marcatori Italia
Mete: Benvenuti (19), Bellini (57)
Trasformazioni: Allan (19)
Calci di punizione: Allan (39)
Inghilterra: 15 Mike Brown, 14 Anthony Watson, 13 Ben Te’o, 12 Owen Farrell, 11 Jonny May, 10 George Ford, 9 Ben Youngs, 8 Sam Simmonds, 7 Chris Robshaw, 6 Courtney Lawes, 5 Maro Itoje, 4 Joe Launchbury, 3 Dan Cole, 2 Dylan Hartley (c), 1 Mako Vunipola
A disposizione: 16 Jamie George, 17 Alec Hepburn, 18 Harry Williams, 19 George Kruis, 20 Sam Underhill, 21 Danny Care, 22 Jonathan Joseph, 23 Jack Nowell
Marcatori Inghilterra
Mete: Watson (3, 11), Farrell (25), Simmonds (53, 74), Ford (68), Nowell (77)
Trasformazioni: Farrell (25, 53, 68, 74)
Calci di punizione: Farrell (47)
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