Bellini, Biagi e Minozzi riconoscono i limiti della prestazione, ma vedono il bicchiere mezzo pieno
ROMA – “C’è tanto da lavorare, non è la migliore delle situazioni, ma ci sono state tante cose buone: il Sei Nazioni comincia con il bicchiere mezzo pieno.” Sono le parole di Matteo Minozzi in zona mista nel dopopartita di Italia-Inghilterra, un’opinione condivisa più o meno da tutti i componenti del gruppo azzurro.
“Sapevo che mi avrebbero testato – ha anche detto l’estremo ex Calvisano, alla sua prima da titolare con la maglia azzurra – Avevano una gran batteria di calciatori fra Farrell, Ford e Youngs, che si è infortunato subito, ma Care non è comunque da meno. Un estremo giovane, 21enne, non particolarmente alto. Sapevo che mi avrebbero messo alla prova. E credo di essermi fatto trovare pronto in quello che ritengo sia uno dei miei punti di forza.”
“L’Inghilterra è la seconda squadra al mondo e lo ha messo particolarmente in mostra con i suoi attacchi da seconda fase – ha dichiarato invece Mattia Bellini, riguardo alle difficoltà difensive specialmente relative alla linea dei trequarti – Personalmente credo che in occasione delle prime due segnature, saremmo dovuti salire più velocemente, mentre invece li abbiamo aspettati un po’ troppo. E’ una cosa che dobbiamo migliorare per la settimana prossima, ma nel piano di gioco che abbiamo costruito ci crediamo tutti.”
Chi ha le idee altrettanto chiare è George Biagi. Il seconda linea è entrato nella parte finale del match per dare il suo consueto contributo di sostanza e, come sempre, analizza con molta lucidità l’andamento della partita: “Io ci credevo veramente a fare una grande partita oggi e ad arrivare a un risultato positivo. E’ chiaro che ci sono stati dei progressi e penso che il risultato ci abbia punito più del dovuto. I giovani hanno tutti ben figurato, e se fossimo riusciti a segnare quella meta con Tommaso Boni e a rimanere attaccati alla partita non so cosa sarebbe potuto succedere negli ultimi venti minuti.”
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