Doppietta di May nel primo tempo, poi solo una grande difesa. Per i Dragoni solo un punto di bonus
Si comincia subito con la concussion di Dylan Hartley (che poi rientrerà), ma soprattutto con il solito cinismo inglese. Care alza la palla in cielo fino a metà campo, Anthony Watson contesta l’ovale e lo tocca indietro; la difesa gallese è tutta schiacciata verso il lato sinistro, Farrell legge la situazione e taglia tutto il campo con un impeccabile rasoterra a premiare la corsa di Jonny May per il 7-0.
Mentre Patchell sbaglia un piazzato dalla lunga distanza, proprio nel gioco tattico l’Inghilterra conquista il territorio, con le solite ottime scelte nel kick & chase da parte di Care, Ford e Farrell. I Dragoni hanno difficoltà ad essere continui nel proprio gioco anche per qualche fallo di troppo, che consentono agli inglesi di installarsi nella metà campo avversaria. Al 20′ lunga azione dei padroni di casa nei 22 gallesi: dopo oltre venti fasi, Farrell allarga il pallone per giocare la superiorità e Launchbury trova un grande offload per la doppietta di May (12-0).
La reazione gallese è immediata, complice anche un’ingenuità inglese sul restart. Patchell prova a pescare Evans all’ala con un cross kick, l’ovale rimbalza in avanti sul ginocchio del trequarti e Anscombe va vicino a schiacciare in meta, ma il TMO rileva che l’estremo non è in pieno controllo del pallone; si torna sul vantaggio per il 12-3 di Patchell.
Come preventivabile, la partita è intensa e resta molto tattica, con gli inglesi che continuano ad avere la meglio, perché portano grande pressione sui ricevitori ospiti e li tengono a debita distanza dalla loro zona pericolosa. Alla mezzora i Dragoni trovano un buon momento con alcune cariche centrali, l’Inghilterra commette fallo e l’azione si sposta dentro i 22 inglesi. A dettare il ritmo dell’attacco gallese, però, è soprattutto la linea difensiva in maglia bianca, rapidissima nel salire e a forzare l’errore gratuito con l’avanti di Samson Lee in ricezione.
Nei minuti finali lo spartito non cambia: la combinazione Care-Watson sugli up&under e l’aggressività inglese rimane un dilemma poco risolvibile per il Galles, che non riesce quasi mai ad impostare il gioco mostrato una settimana fa contro la Scozia. E mentre Patchell non è mai finito realmente nella morsa di Farrell e Joseph, l’apertura degli Scarlets ha avuto poche opzioni da servire.
Nella ripresa Eddie Jones manda subito in campo Underhill al posto di Simmonds. L’In Maghilterra schiaccia fin da subito i Dragoni nella loro metà campo, mettendo in mostra il suo gioco rapido e in cui Ford ha sempre tante soluzioni da alimentare. L’attacco inglese questa volta non va a buon fine, mentre pochi minuti più tardi è Shingler a eludere un placcaggio di Lawes e a are un break di 60 metri, che però si conclude con il recupero di Farrell dopo un calcetto poco saggio da parte del terza linea.
L’Inghilterra sembra essere in procinto di azzannare la partita da un momento all’altro, ma l’indisciplina in alcune fasi chiave delle azioni offensive la ricacciano indietro. Il Galles così resta attaccato al match, e all’improvviso al 62′ ha l’occasione di riparire definitivamente il match: i Dragoni tengono vivo il pallone in maniera splendida, con due offload decisivi di Shingler e Owens, poi North gioca la superiorità con Owen Williams che prova ad anticipare i difensori inglesi scivolando in meta; Underhill però è superbo nello spingere fuori il centro, placcandolo in extremis e costringendolo anche a girarsi.
I Dragoni hanno più possesso, ma non dà continuità alla fiammata precedente. Nel frattempo, intuendo il momento difficile, Eddie Jones scende dalla tribuna per assistere da vicino agli ultimi venti minuti, in cui generalmente gli inglesi hanno spesso il sopravvento sugli avversari. All’alba del 70′ (e con nessun punto segnato nel secondo tempo) una corsa di Nowell porta i padroni di casa a pochi metri dalla meta, ma una stoica controruck gallese frena l’entusiasmo di Twickenham.
Al 75′ un altro turnover nei 22 gallesi scatena North in contropiede: l’azione viene alimentata da Scott Williams, poi Parkes prova a pescare Evans con un grubber ma senza sucesso. Si torna sul vantaggio, Anscombe segna tre punti e riporta i suoi sotto break.
I gallesi ripartono dai propri 22, avanzando a fatica contro una linea inglese compatta e ordinata, meno veloce nel salire ma accorta negli scivolamenti e nel coprire l’interno di ciascun compagno. E venti fasi e un minuto e mezzo dopo, i Dragoni sono ancora al punto di partenza. Un placcaggio alto di Te’o gli consente di avanzare, ma la difesa inglese regge ancora, recupera il pallone e vince 12-6.
Inghilterra: 15 Mike Brown, 14 Anthony Watson, 13 Jonathan Joseph, 12 Owen Farrell, 11 Jonny May, 10 George Ford, 9 Danny Care, 8 Sam Simmonds, 7 Chris Robshaw, 6 Courtney Lawes, 5 Maro Itoje, 4 Joe Launchbury, 3 Dan Cole, 2 Dylan Hartley, 1 Mako Vunipola
A disposizione: 16 Jamie George, 17 Alec Hepburn, 18 Harry Williams, 19 George Kruis, 20 Sam Underhill, 21 Richard Wigglesworth, 22 Ben Te’o, 23 Jack Nowell
Marcatori Inghilterra
Mete: May (3, 20)
Conversioni: Farrell (20)
Punizioni:
Galles: 15 Gareth Anscombe, 14 Josh Adams, 13 Scott Williams, 12 Hadleigh Parkes, 11 Steff Evans, 10 Rhys Patchell, 9 Gareth Davies, 8 Ross Moriarty, 7 Josh Navidi, 6 Aaron Shingler, 5 Alun Wyn Jones (c), 4 Cory Hill, 3 Samson Lee, 2 Ken Owens, 1 Rob Evans
A disposizione: 16 Elliot Dee, 17 Wyn Jones, 18 Tomas Francis, 19 Bradley Davies, 20 Justin Tipuric, 21 Aled Davies, 22 Owen Watkin, 23 George North
Marcatori Galles
Mete:
Conversioni:
Punizioni: Patchell (24), Anscombe (76)
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