Chi perde oggi dice addio alle residue speranze di rimanere in corsa per il titolo. Calcio d’inizio alle ore 16
EDIMBURGO – La grande difesa della Francia contro il dinamico ‘caos organizzato’ della Scozia. In breve, sarà questo molto probabilmente il tema tattico della gara di oggi pomeriggio, quando le due grandi deluse della prima giornata del Sei Nazioni scenderanno in campo in un BT Murrayfield sold-out da qualche settimana per cercare di restare in corsa per la vittoria finale.
Entrambe, come detto, hanno fame di rivincita ma arrivano alla sfida di oggi sulla scorta di prestazioni attese, obiettivi e delusioni diametralmente opposte.
Sorprese francesi
La Francia del selectionneur Jacques Brunel contro l’Irlanda è andata vicinissima a sovvertire il pronostico ed è stata battuta solo da un colpo da maestro di Sexton a tempo ampiamente scaduto, un colpo che Brunel ha ammesso, nel post-partita, “non credevo arrivasse. Ero ormai convinto che dopo più di quaranta fasi loro avrebbero perso la palla da un momento all’altro e saremmo riusciti in qualche modo a portarla a casa.”
Brunel cambia tre elementi e, forse, l’inclusione più clamorosa del Sei Nazioni 2018 è quella di Lionel Beauxis, che torna a vestire il Bleu dopo sei anni (risale al marzo 2012, infatti, la sua ultima presenza in Nazionale) e viene preferito ad Anthony Belleau che contro l’Irlanda non aveva fatto poi così male.
Pensare ad una Francia che scende in campo da non-favorita, “e non lo saremo nemmeno contro la Scozia. Molto probabilmente, non lo saremo mai in questo Tournoi, ma faremo di tutto per sovvertire il pronostico” (parole di Brunel) è davvero difficile, ma il realismo dell’ex commissario tecnico dell’Italia ci dà una dimensione del reale stato del rugby francese.
L’addio affrettato a Guy Novés e i risultati tutt’altro che favorevoli raccolti nelle ultime uscite non farebbero pensare altrimenti. L’impressione trasmessa sabato contro l’Irlanda è di una squadra dal grande potenziale ma con effettive difficoltà nell’esprimerlo. I media d’Oltralpe si chiedono quando la Francia potrà iniziare ad essere più propositiva, ma sarà difficile riuscire a cambiare l’inerzia proprio contro la Scozia, forse la squadra più imprevedibile (nel bene e nel male) dell’intero lotto.
Dimenticare il Galles
I Dark Blues sono arrivati alla sfida di Cardiff con il morale alto, con qualche infortunio ‘pesante’ ma con la convinzione di poter fare comunque bene e, soprattutto, con qualche concreta possibilità di andarsi a prendere un successo che in terra gallese manca dal 2002. Sabato scorso al Principality Stadium, invece, la Scozia ha vissuto il suo pomeriggio peggiore degli ultimi dodici mesi, per certi versi anche peggiore della brutta sconfitta raccolta a Twickenham lo scorso anno.
Townsend, per primo, e tutti i suoi giocatori a ruota sanno di aver deluso e di aver dato fiato ai critici che vogliono la Scozia ancora lontana dalle grandi del rugby mondiale. Negli ultimi anni, al passo avanti dell’estate sono corrisposti due passi avanti in autunno e più di qualche passo indietro da febbraio a marzo (anche se non nel 2017, ma lo scorso è stato un anno da incorniciare per tutto il rugby scozzese) e la più grande paura che si vive dalle parti della Highland Cathedral è che anche quest’edizione del Championship sia avara di soddisfazioni.
L’head coach della Scozia ha cambiato qualche elemento rispetto alla prima gara, dando più stabilità ai trequarti con Maitland all’ala, Huw Jones che torna secondo centro lasciando la maglia numero 12 a Peter Horne e inserendo in mediana Greig Laidlaw, recuperato dall’infortunio rimediato in ottobre e che torna a vestire la maglia della Nazionale (di cui non è più capitano) dopo un anno di assenza – ultima gara, a Parigi contro la Francia nel 2017.
Anche nel pack Townsend rimescola le carte inserendo Ryan Wilson, Grant Gilchrist e Simon Berghan al posto di, rispettivamente, Cornell du Preez, Ben Toolis e Jon Welsh, ma la sensazione è che, se la Scozia riuscirà a reggere il confronto fisico coi francesi, la differenza potrebbe farla l’ispirazione di Finn Russell.
Russell ha infatti in mano le chiavi del “caos organizzato” (come ha definito John Barclay il gioco della Scozia) dei Dark Blues e se riuscirà a limitare gli errori, potrebbe davvero essere letale; la Scozia deve cercare di far girare l’ovale veloce, deve cercare ricicli rapidi e deve offrire palloni di qualità ai suoi trequarti. La Francia, invece, cercherà di contare sul meteo (prevista pioggia e neve) per rallentare il gioco, affidarsi al piede tattico di Beauxis e cercherà di capitalizzare ogni occasione si presenterà per mettere punti a referto.
Due anni fa, ultima sfida nella capitale scozzese, la Scozia si impose 29-18, ottenendo un successo che mancava dal 2006. Lo scorso anno a Parigi, invece, la Francia vinse 22-16 al termine di una gara decisa dall’indisciplina scozzese e dal piede di Lopez. Oggi, come detto, si giocherà forse la sfida più equilibrata tra le due Nazionali, dove la Scozia forse è leggermente favorita ma solo perchè gioca in casa; dopo Cardiff, da queste parti, non si crede più ai pronostici.
Calcio d’inizio alle ore 16:00, diretta tv su DMAX.
Le formazioni
Scozia: 15 Stuart Hogg, 14 Tommy Seymour, 13 Huw Jones, 12 Peter Horne, 11 Sean Maitland, 10 Finn Russell, 9 Greig Laidlaw, 8 Ryan Wilson, 7 Hamish Watson, 6 John Barclay (C), 5 Jonny Gray, 4 Grant Gilchrist, 3 Simon Berghan, 2 Stuart McInally, 1 Gordon Reid
A disposizione: 16 Scott Lawson, 17 Jamie Bhatti, 18 Jon Welsh, 19 Ben Toolis, 20 David Denton, 21 Ali Price, 22 Chris Harris, 23 Blair Kinghorn
Francia: 15 Geoffrey Palis, 14 Teddy Thomas, 13 Remi Lamerat, 12 Geoffrey Doumayrou, 11 Virimi Vakatawa, 10 Lionel Beauxis, 9 Maxime Machenaud, 8 Marco Tauleigne, 7 Yacouba Camara, 6 Wenceslas Lauret, 5 Sebastien Vahaamahina, 4 Arthur Iturria, 3 Rabah Slimani, 2 Guilhem Guirado (c), 1 Jefferson Poirot
A disposizione: 16 Adrien Pélissié, 17 Eddy Ben Arous, 18 Cedate Gomes Sa, 19 Paul Gabrillagues, 20 Louis Picamoles, 21 Baptiste Serin, 22 Anthony Belleau, 23 Benjamin Fall
di Matteo Mangiarotti
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