Un XV a forti tinte inglesi, senza azzurri e con i primi ingressi scozzesi dopo la vittoria sulla Francia
L’Inghilterra è la grande protagonista della formazione ideale scelta da On Rugby per la seconda giornata del Sei Nazioni 2018. Il concilio redazionale ha scelto ben otto elementi inglesi dopo la sofferta vittoria contro il Galles, mentre dalle altre nomination sono emersi anche tre nomi scozzesi e una spruzzata di verde, rosso e bleu.
– Leggi anche: la formazione ideale di On Rugby per la prima giornata
15 – Mike Brown (Inghilterra)
L’estremo inglese ha ricevuto lo stesso numero di nomination di Stuart Hogg, ma la preferenza va per il giocatore degli Harlequins che forse in passato ha ricevuto meno elogi di quanti ne meritasse, come polemicamente fatto notare anche da Eddie Jones in conferenza stampa. Perfetto sui palloni alti e nel gioco tattico. Menzione anche per Matteo Minozzi.
14 – Teddy Thomas (Francia)
In pochi si sarebbero aspettati un impatto così devastante sul torneo da parte dell’ala del Racing. Fin qui il 24enne è stato invece pressoché perfetto, facendo impazzire la difesa scozzese (e Russell in particolare) nel primo tempo a Edimburgo. Uno dei pochi giocatori davvero di classe nella Francia, perlomeno finora.
13 – Huw Jones (Scozia)
Dopo una partita interlocutoria, il 24enne è stato schierato di nuovo nella sua posizione preferita ed è tornato ad essere uno dei migliori centri esterni in Europa. La meta segnata rappresenta solo la parte più trascurabile della sua partita, fatta di corse intelligenti e mai banali. Due menzioni anche per Robbie Henshaw.
12 – Owen Farrell (Inghilterra)
Se guardate le statistiche, potreste restare impressionati. E in negativo. Per il fuoriclasse inglese si contano infatti ben sette placcaggi mancati su venti, eppure quasi nessuno ha creato grossi problemi alla difesa, che era sempre pronta a chiudere su chi usciva velocemente dalla linea (spesso Farrell, per l’appunto). Il gioco tattico del 26enne è stato superbo, così come la consueta leadership difensiva (riconosciutagli da praticamente tutti i compagni) e l’assist a Jonny May per la prima meta. In mezzo al campo, spesso e volentieri, sono gli altri a doversi adattare a lui.
11 – Jonny May (Inghilterra)
Riceve due cioccolatini da Farrell e Launchbury per le due mete decisive dell’incontro, ma sulla prima è sempre impressionante ammirare la sua progressione in campo aperto. Quando accelera sa essere letale.
10 – George Ford (Inghilterra)
L’inglese riceve gli stessi voti di Sexton, ma i diversi contesti privilegiano indubbiamente la prestazione del mediano in maglia bianca. Meno appariscente in regia rispetto alla partita contro l’Italia, ma ugualmente solido e anch’egli perfetto nel mettere in difficoltà il triangolo allargato gallese al piede.
9 – Greig Laidlaw (Scozia)
Non ha il dinamismo e la rapidità di Price, ma sopperisce con la maggiore precisione e acutezza tattica. È difficile veder calare improvvisamente il suo rendimento durante la partita. I 22 punti segnati dalla piazzola poi fanno la differenza. Dietro di lui si inserisce Conor Murray, impressionante per timing ed esecuzione nel primo tempo.
8 – Jack Conan (Irlanda)
Era la sua grande occasione su un palcoscenico internazionale. Il numero otto la sfrutta a pieno anche se solo per quaranta minuti, sfornando anche un pregevole assist per la meta di Murray. Menzione anche per l’esordiente Marco Tauleigne.
7 – Sam Underhill (Inghilterra)
Dei tredici placcaggi assestati nella ripresa, a far strabuzzare gli occhi è soltanto uno: quello su Scott Williams al sessantunesimo minuto. Anche perché pochi secondi prima era finito a terra disorientato dal passaggio di Shingler. Un salvataggio clamoroso, che gli vale l’ingresso nel XV davanti agli instancabili Navidi e Camara e all’irlandese Leavy.
6 – Aaron Shingler (Galles)
Forse il miglior giocatore del torneo fino a questo momento, insieme al compagno di reparto Navidi. Il terza linea degli Scarlets fa sfoggio di tutto il suo repertorio anche a Twickenham, dimostrando di avere il chip Scarlets impiantato a fondo sotto pelle. Corse non banali, ricicli, un break, tre difensori battuti e tre offload. Più quindici placcaggi. Battuta la concorrenza di Courtney Lawes.
5 – Jonny Gray (Scozia)
A referto vanno appena 8 metri guadagnati con 13 cariche, ma ad ogni sportellata il 23enne Warriors ha sempre garantito quel minimo avanzamento fondamentale per un’uscita rapida del pallone. È sempre nel vivo del gioco, nonostante Lacey lo punisca con tre calci di punizione. Menzione anche per Alun-Wyn Jones.
4 – Joe Launchbury (Inghilterra)
Quando gioca così, qualunque avversario dovrebbe mantenersi ad una distanza minima di sicurezza. Per Eddie Jones è il giocatore perfetto: placca, disturba e si rialza velocemente. E ricomincia daccapo. In quest’occasione, si toglie anche lo sfizio di regalare un offload perfetto a Jonny May. Menzione anche per Arthur Iturria e Grant Gilchrist.
3 – Dan Cole (Inghilterra)
Poco coinvolto in fase offensiva direttamente, ma una presenza costante nei raggruppamenti. In mischia fa sentire la propria autorità, senza scomporsi. Menzione anche per Simon Berghan, prezioso per la Scozia, e per Samson Lee.
2 – Rory Best (Irlanda)
Ordinato e lucido, oltre che abile come sempre a sporcare i raggruppamenti con grande esperienza. Tutto quello che gli chiede Joe Schmidt. Menzione anche per Guilhem Guirado, al solito molto impegnato in difesa.
1 – Mako Vunipola (Inghilterra)
Un altro di quei giocatori a cui Eddie Jones non rinuncerebbe mai. Dopo aver giocato 73′ all’Olimpico, il maggiore dei fratelli rilancia con 77′ di qualità eccelsa in tutte le aree di gioco. Viene spremuto come un limone sia con i Saracens sia con l’Inghilterra, il che aumenta il sospetto sui materiali di cui è composto il 27enne. Menzione anche per Jefferson Poirot.
Il XV di On Rugby: 15 Mike Brown, 14 Teddy Thomas, 13 Huw Jones, 12 Owen Farrell, 11 Jonny May, 10 George Ford, 9 Greig Laidlaw, 8 Jack Conan, 7 Sam Underhill, 6 Aaron Shingler, 5 Jonny Gray, 4 Joe Launchbury, 3 Dan Cole, 2 Rory Best, 1 Mako Vunipola
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