Sei Nazioni 2018, Francia: di chi è la squadra transalpina?

I Bleus continuano a cambiare la mediana senza succcesso. Una trasferta da dimenticare in Scozia, ma per diversi motivi

francia

ph. Reuters

Quella scozzese non è stata una trasferta facile per la Francia. Non solo per la sconfitta rimediata contro i Dark Blues, la seconda nel Sei Nazioni 2018 che arriva sul filo di lana, ma anche per quanto accaduto il giorno successivo, con sei giocatori transalpini trattenuti a Edimburgo dalla polizia locale per essere interrogati. L’aereo atterrato a Orly nel pomeriggio di ieri non comprendeva infatti Belleau, Danty, Camara, Lambey, Picamoles e Lamerat (tornati in patria in un secondo momento, come riporta L’Equipe), che come precisato dalle stesse forze dell’ordine sono stati sentiti soltanto come possibili testimoni, dopo la denuncia per stupro ricevuta dalla polizia.

Le prime indiscrezioni riportate dai media francesi e britannici parlavano invece del coinvolgimento in una rissa di alcuni Bleus in un bar, versione smentita sia dalla polizia (“Nessun reato è stato commesso”) sia dagli organizzatori delle serate nei locali in cui si trovavano i giocatori, il Tigerlily e il Lulu. Innes Bolt, direttore del Montpeliers (società che gestisce i succitati), ha dichiarato: “Posso confermare che domenica sera le squadre scozzesi e francesi hanno passato la notte al Tigerlily e al Lulu, posti che avevano già visitato in altre occasioni dopo incontri del Sei Nazioni. Giocatori e staff si sono ben comportati. Posso confermare che non sono stati riferiti episodi alla nostra security e ai gestori dei locali durante la notte, e la polizia non ha chiesto di interrogare alcun membro dello staff”.

Quando la maggior parte della squadra ieri è atterrata ad Orly ieri, nessun giocatore ha voluto rilasciare dichiarazioni.
Intanto, sul campo

Nel poco tempo che ha avuto a disposizione per lavorare con la squadra, Jacques Brunel ha deciso di giocare il Sei Nazioni 2018 cercando di dare un’identità semplice alla sua Francia. Prima di tutto la difesa, e poi un gioco che i giocatori non faticano a capire, essendo molto simile a quello che si vede ogni settimana sui campi di Top 14: grandi impatti, corse dritte e gioco fisico, con pochi passaggi e un individualismo accentuato.

Dal suo insediamento, Brunel ha messo subito in chiaro alcune cose attraverso le sue scelte, ma al contempo appare che l’ex selezionatore degli Azzurri stia perpetrando uno dei nodi cruciali delle ultime edizioni della nazionale francese: l’incapacità di scegliere una coppia mediana e dargli fiducia, affidandogli le chiavi del gioco dei Galletti.

Sicuramente in queste prime due uscite Brunel è stato condizionato dai numerosi infortuni: prima Parra, richiamato dopo anni, è costretto fuori, poi Jalibert e Dupont fanno crack contro l’Irlanda, e poi Machenaud che è costretto a uscire dal campo contro la Scozia. A questo si aggiunga la lunga degenza di Camille Lopez, e il quadro contribuisce a far capire perché la Francia non riesce a prendere una direzione, prigioniera della propria capacità di scegliere e della discontinuità nelle prestazioni dei protagonisti.

La coppia Machenaud-Beauxis è stata la ventiseiesima (!) diversa combinazione di mediani che ha vestito la maglia della Francia a partire dal 2012 (68 partite giocate). Per fare un confronto, nello stesso periodo di tempo l’Inghilterra ne ha proposte 12, giocando 71 partite, e la Nuova Zelanda 13, giocandone 82. Guy Novès sembrava aver portato un po’ di concretezza, facendo partire per cinque volte consecutive Baptiste Serin e Camille Lopez nel Sei Nazioni scorso, salvo poi puntare tutto su Antoine Dupont nei test di novembre.

Nella posizione di mediano di mischia la maggiore fiducia è stata data a Maxime Machenaud, rispolverato per l’ennesima volta appunto anche da Jacques Brunel. Il 9 del Racing è partito titolare 23 volte nelle ultime 68 partite, accostato di volta in volta a Michalak, Plisson, Trinh-Duc, Lopez, Tales, Doussain, Jalibert e Beauxis. Solo con il ritirando Michalak la collaborazione è rimasta in piedi per più di tre partite (7).

Il ritorno di Beauxis in cabina di regia si è rivelato fallimentare per la Francia e francamente difficilmente spiegabile. Il veterano mancava in nazionale dal 2012, anno in cui aveva raccolto due presenze, una al fianco di Julien Dupuy e una al fianco di Dimitri Yachvili. Più di questo, stupisce la mancata fiducia concessa da Brunel a Anthony Belleau, il giovane mediano di apertura del Tolone che già si era accomodato in panchina nel primo turno. La mancata selezione sembra più una toppa che Brunel ha voluto mettere per cercare di arginare un problema nell’immediato, più che per costruire una vera e propria gerarchia all’interno della quale sviluppare la competizione.

Prevedibilmente, quando Camille Lopez tornerà disponibile, sarà nuovamente investito della maglia numero 10 della sua nazionale. Nel frattempo, però, a solo un anno e mezzo dalla Rugby World Cup in Giappone, la Francia deve incominciare a lavorare per chiarirsi le idee e affidare le chiavi della squadra a una coppia in maniera stabile e continuativa, sperando anche di essere aiutata dalla questione infortuni, che ha ben poco aiutato finora.

Dare maggiori garanzie è necessario per instaurare un rapporto di fiducia fra giocatori e staff, togliendo soprattutto i più giovani dalle montagne russe, come Serin, che è passato da giovane di belle speranze, a numero uno con la maglia della Francia, a quarta scelta negli ultimi tempi. La Francia potrebbe allora finalmente riprendere a costruire qualcosa con vista sul domani, provando a tenere a distanza le voci extra campo.

Lorenzo Calamai

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