Vezzoli (Biella) era stato espulso per un presunto calcio all’ex azzurro, che dice di “non aver nemmeno avvertito l’impatto”
L’episodio risale allo scorso 17 dicembre. Nella sfida di Serie B tra Monferrato e Biella, vinta dai primi per 29-7, gli ospiti erano rimasti in inferiorità numerica al ventesimo minuto a causa del cartellino rosso rimediato da Emilio Vezzoli, per un presunto calcio da terra ad un avversario della franchigia alessandrino-astigiana.
Quell’avversario risponde al nome di Roberto Mandelli, allenatore e giocatore del Monferrato ed ex seconda-terza linea del Calvisano e della nazionale italiana, con cui aveva collezionato 9 presenze nel decennio scorso. Venuto a sapere della pesante squalifica comminata al 21enne Vezzoli (ben 4 mesi di stop), Mandelli ha deciso di scrivere in prima persona una lettera alla Federazione per convincere la giustizia sportiva a rivedere la sentenza.
“Io appartengo alla vecchia scuola, per la quale lo sport è formazione umana ancor prima che tecnica – si legge su La Stampa – Mi sono sentito umanamente in dovere di prendere l’iniziativa per esporre la realtà dei fatti e provare a far ammorbidire una sanzione che mi sembra veramente abnorme. Conosco bene Vezzoli, è bresciano come me e si è sempre comportato con estrema correttezza nei team in cui ha giocato”.
Mandelli, infatti, sostiene di non aver “nemmeno avvertito l’impatto e non so neppure se volesse fare quel gesto attribuitogli dall’arbitro. È ingiusto che stia tanto tempo lontano dal campo, ne risentirebbe la sua carriera anche a livello psicologico”. Per il 39enne, è anche una questione di principio: “In oltre venti anni di attività ho ricevuto tanti colpi, ma nessuno è stato sanzionato così pesantemente”. E Biella, che nel frattempo ha presentato ricorso contro la squalifica di Vezzoli, ha inserito al suo interno anche la lettera dell’avversario, con l’obiettivo di non rendere vano il nobile gesto di Mandelli.
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