Tanti errori, poca lucidità e le palesi difficoltà nei punti d’incontro: due passi falsi molto simili
Era difficile immaginare due sconfitte così simili per Benetton Treviso e Zebre. Per 160 minuti, almeno in questo weekend, è sembrato di rivedere le due squadre abuliche e inconsistenti ‘ammirate’ per qualche Pro14 di troppo: errori banali, forzature non necessarie, indisciplina cronica e quella pruriginosa sensazione di non riuscire mai a togliersi la scimmia dalla spalla una volta che la partita non era più nei binari preferiti.
I rimpianti aumentano sia in relazione alle aspettative, viste le vittorie della settimane precedente, sia per l’andamento dei match: Treviso e Zebre hanno mantenuto per gran parte del tempo il pallino del gioco, non permettendo mai all’avversario di porre le basi per prendere il largo, ma allo stesso tempo non sono mai entrati realmente in controllo delle rispettive partite quando ce n’era la possibilità. Alla lunga, la maggiore lucidità e brillantezza di Connacht e Cardiff ha prevalso soprattutto nei punti d’incontro, dove entrambe le franchigie hanno sofferto le pene dell’inferno come forse mai in stagione.
Qui Benetton: troppi errori e poca pazienza
Sembrava tutto apparecchiato per la sesta vittoria consecutiva: una squadra – seppur con tante assenze – rodata dopo tante settimane di lavoro insieme, la fiducia acquisita con l’ultima vittoria in trasferta e una solidità non indifferente. Il passo falso contro gli irlandesi sembra essere destinato a rimanere tale, ma può incrinare le certezze del gruppo in vista della complicata trasferta a Cardiff contro i Blues, a cui il Benetton sarebbe potuto arrivare con tutt’altro spirito.
“Sono dispiaciuto – ha detto Crowley a fine gara, come si legge su Il Gazzettino – Purtroppo abbiamo commesso molti errori e nel secondo tempo abbiamo subito troppi punti». Ben 16 i turnover dei biancoverdi, spesso frettolosi nella ricerca di improbabili offload quando invece sarebbe bastato soltanto mantenere il possesso e procedere per vie dirette, vista la maggiore fisicità dimostrata dal pack veneto rispetto agli avversari.
“Quando si perdono tanti palloni è difficile fare strada – ha aggiunto il capitano Alberto Sgarbi – Siamo stati poco disciplinati nel gioco e in questa maniera abbiamo perso delle buone opportunità e contemporaneamente le abbiamo date al nostro avversario”.
Questa volta non è bastata nemmeno la solita combinazione tra Banks e Ioane, con l’ala neozelandese giunta alla sua ottava meta in dieci presenze. Una meta nata da due grandi giocate individuali, e non dall’organizzazione offensiva vista per esempio contro gli Scarlets. “Ci è mancata un po’ di pazienza – ha detto Marco Barbini, come riporta La Tribuna – Direi che dopo la serie di vittorie in noi non c’era alcuna pressione, in fondo il Benetton entra in campo sempre per vincere, anzi la mentalità è diventata vincente. Più che al quarto posto puntiamo a migliorare il nostro gioco, cercheremo di farlo anche a Cardiff”.
Nel post partita, sempre a La Tribuna, è intervenuto anche il presidente Amerino Zatta, che non le manda a dire anche sull’arbitraggio dello scozzese Lloyd Linton. “Ho rivisto un arbitraggio come certi altri in passato, non dico che ha fatto la differenza, ma certo ci ha messo del suo – ha detto Zatta – Però elogio i giocatori, che si sono impegnati ma con le forze impari alla fine si cede”.
Qui Zebre: il cambio di strategia non paga
I bianconeri si sono piantati a quota 7 punti nella fredda domenica pomeriggio parmigiana, non riuscendo a scavallare la doppia cifra per la terza volta in stagione. La prima volta accadde sempre contro i Blues a ottobre, ma in una partita approcciata male e finita peggio, nonostante tutti i titolari in campo. Di titolari ieri ne mancavano diversi e, rispetto al Benetton, è risaputo quanto le riserve ducali non abbiano sempre la stessa incidenza sul gioco rispetto a chi ha tirato la carretta fino a gennaio.
Può essere considerato un unicum, invece, il cambiamento operato dallo staff tecnico allo spartito delle Zebre, inaspettatamente adattato a fattori esterni a differenza di quanto avvenuto finora in stagione. Il game plan non è stato tarato sull’avversario, bensì sulle proibitive condizioni climatiche e su un ‘Lanfranchi’ ben lontano dalla perfezione dopo le nevicate dei giorni precedenti.
Poco spazio a sventagliate, seconde ondate offensive e contrattacchi a tutti i costi dunque. Per una volta, i ducali hanno preferito muovere l’ovale vicino ai raggruppamenti, affidandosi alle cariche di Minnie, Sisi, Meyer e Fabiani per scassinare la cassaforte gallese. E anche se i ball carrier non hanno demeritato, è stato il supporting cast a mancare in pulizie e sostegni rapidi, che anticipassero le lunghe leve delle terze linee di Cardiff.
“Chiaramente siamo molto dispiacuti, abbiamo fatto di tutto per vincere la partita – ha dichiarato Bradley in conferenza stampa – Cardiff è stato disciplinato nella loro area critica, uno dei momenti chiave è stato il placcaggio dell’ala su Tucker (con meta annullata di Di Giulio, ndr) ed è stato un match winning tackle“.
Bradley difende la scelta strategica diversa dal solito, spiegandola così: “Il campo era pesante, perciò era difficile muoversi rapidamente. Il vantaggio era tutto per la difesa. Penso che la tattica fosse buona, ma non l’esecuzione nei momenti chiave, che non è stata perfetta. Ma viste le condizioni, penso che il nostro game plan fosse giusto. Bisognava avere concretezza nell’avanzamento, ma è stata anche brava la difesa gallese”.
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