Sei Nazioni 2018: la formazione ideale di On Rugby per la terza giornata

Massiccia presenza di Highlanders dopo l’impresa contro l’Inghilterra. Una menzione per un azzurro

ph. Reuters

La Scozia entra di prepotenza nella formazione ideale di On Rugby dopo la terza giornata del Sei Nazioni 2018. Sarebbe anche difficile immaginare qualcosa di diverso, vista la straordinaria impresa compiuta dai Dark Blues contro gli inglesi. I reduci dalla battaglia di Murrayfield, infatti, sono ben dieci.

15 – Leigh Halfpenny (Galles)
Quattro nomination per l’estremo dei Dragoni, che contribuisce a tenere in piedi la sua squadra con la solita grande prestazione dalla piazzola, a cui si aggiunge il solito grande senso tattico. Menzione anche per Stuart Hogg.

14 – Keith Earls (Irlanda)
Un plebiscito per l’elettrizzante ala irlandese, causa di diverse emicranie per i difensori avversari ormai dalla prima giornata. In Europa, al momento, sembra difficile trovare un’ala con una tale continuità di rendimento e dall’influenza così spiccata nel gioco della propria squadra.

13 – Huw Jones (Scozia)
Stravince il confronto diretto con Jonathan Joseph. Lo scozzese tocca otto palloni, ma li converte quasi tutti in oro grazie alle consuete linee di corsa di grande intelligenza, che gli consentono di segnare ben due mete in una partita indimenticabile. Con la doppietta di sabato, le marcature in nazionale salgono a 11 in 14 partite.

12 – Peter Horne (Scozia)
Pur non essendo un fuoriclasse come il suo compagno di reparto, il 28enne si conferma un giocatore duttile e molto prezioso all’interno del sistema scozzese per lucidità e capacità di dare ordine alla squadra. Anche lui ha incontrato il favore dell’intera redazione.

11 – Jacob Stockdale (Irlanda)
Sette partite in Nazionale, otto mete segnate, 22 anni ancora da compiere. In difesa non è perfetto, ma l’ala dell’Ulster è tanto devastante quanto puntuale in attacco, con 4 break, 4 difensori battuti e 113 metri corsi. Una menzione anche per Sean Maitland e Remi Grosso.

10 – Finn Russell (Scozia)
Dopo due partite e la valanga di critiche conseguenti, l’apertura si toglie la scimmia dalla spalla e sfodera la versione buona del suo immenso potenziale: a referto non vanno solo due assist, ma anche tanti altri passaggi a tagliare fuori la linea difensiva inglese da circoletto rosso, in particolare quello mozzafiato all’interno dei propri 22 per Jones. Due menzioni anche per Johnny Sexton, straordinario ancora una volta.

9 – Greig Laidlaw (Scozia)
Sicuro, ordinato, mai sopra le righe ma allo stesso tempo mai compassato. L’ideale direttore d’orchestra per una squadra molto frenetica e fantasiosa.

8 – CJ Stander (Irlanda)
Work rate elevatissimo per il ball carrier di origini sudafricane, che vince praticamente ogni impatto fisico contro la difesa gallese. Semplice e efficace. Menzione anche per Ryan Wilson e Josh Navidi, che nel finale ha giocato da numero otto servendo due assist.

7 – Hamish Watson (Scozia)
Un cacciatore di professione. Dei 10 falli concessi dall’Inghilterra nel breakdown, una parte sono causati dal flanker di Edimburgo, che anche quando non recupera il pallone è sempre pronto a sporcare e disturbare ogni punto d’incontro.

6 – John Barclay (Scozia)
La sua prestazione può essere considerata anche migliore di quella di Watson, ma non per demeriti di quest’ultimo. Il capitano scozzese guida la trincea del secondo tempo con assoluto successo. Menzione anche per Sebastian Negri, miglior azzurro nella disfatta francese.

5 – Jonny Gray (Scozia)
Sei corse e zero metri guadagnati farebbero pensare ad una partita negativa, ma il seconda linea di Glasgow è stato realmente superbo in tutte le altre aree di gioco: oltre ai 24 placcaggi compiuti, Gray non si è mai risparmiato sul breakdown con ottimi risultati. Menzione anche per Devin Toner e Alun-Wyn Jones.

4 – Grant Gilchrist (Scozia)
Anche lui accreditato con zero metri corsi palla in mano, ma le statistiche non tengono conto del grande lavoro sporco compiuto in giro per il campo.

3 – Simon Berghan (Scozia)
Il suo rientro è stato fondamentale per Townsend, che ha rimesso a posto i problemi in mischia ordinata anche con l’ingresso del pilone originario della Nuova Zelanda.

2 – Stuart McInally (Scozia)
In un sistema di gioco che non prevede un utilizzo smodato degli avanti in spazi allargati, il tallonatore (ex terza linea) è l’unico del pack ad avere una grande incidenza anche nel gioco offensivo, con 28 metri corsi in 6 corse e un difensore battuto. Praticamente perfetto in rimessa laterale. Due voti per Rory Best.

1 – Jefferson Poirot (Francia)
Il pilone del Bordeaux si conferma uno dei migliori giocatori a disposizione di Jacques Brunel. Inscalfibile in mischia per Simone Ferrari e incisivo anche palla in mano. Menzione anche per Gordon Reid.

La formazione ideale di On Rugby: 15 Leigh Halfpenny, 14 Keith Earls, 13 Huw Jones, 12 Pete Horne, 11 Jacob Stockdale, 10 Finn Russell, 9 Greig Laidlaw, 8 CJ Stander, 7 Hamish Watson, 6 John Barclay, 5 Jonny Gray, 4 Grant Gilchrist, 3 Simon Berghan, 2 Stuart McInally, 1 Jefferson Poirot

 

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