L’amministratore delegato del torneo elogia le due franchigie e il lavoro di Conor O’Shea
“Tutti i club e la Federazione Italiana Rugby devono essere orgogliosi dei progressi fatti da Benetton e Zebre in questa stagione. La rivitalizzazione dei club italiani è stata brillante, non solo per le squadre, ma per il campionato nel suo complesso […] L’accresciuta competitività delle squadre italiane ha reso il Guinness Pro14 ancora più imprevedibile; una notizia formidabile per I fan di tutto il mondo”. Non è il primo attestato di stima nei confronti delle franchigie italiane quest’anno, ma è sicuramente tra i più autorevoli se a farlo l’amministratore delegato del Pro14, Martin Anayi, in un intervento dedicato a Benetton Treviso e Zebre pubblicato sul sito federale.
Per apprezzare al meglio i complimenti del Ceo della competizione, tuttavia, è necessario fare anche un passo indietro. Durante la presentazione del Sei Nazioni 2018, avvenuta lo scorso 24 gennaio, Conor O’Shea ha fatto intendere che l’Italia resterà all’interno del torneo ancora a lungo, ma che “irlandesi, gallesi e scozzesi, otto mesi fa, con Unions e Pro14 hanno analizzato quanto stavamo facendo e ci hanno fatto notare che non stavamo facendo le cose giuste”.
All’epoca non si trattò solo di una semplice reprimenda, come ha spiegato il Corriere dello Sport lunedì 29 gennaio: “C’era seriamente il rischio che alla scadenza del 2020 l’accordo sulla nostra partecipazione non venisse rinnovato. Un colpo di grazia per l’intero movimento di vertice” – scriveva il quotidiano romano. Nemmeno il piano tecnico di rilancio presentato da O’Shea e Gavazzi – incluse la nuova federalizzazione delle Zebre – alle altre Federazioni sembrava poter smuovere le acque soprattutto in Galles e Scozia, perlomeno fino a quando non sono entrate in scena le squadre sudafricane. “Volevano che ci fosse anche l’Italia, perché il nostro mercato è importante per il loro Paese. La loro presa di posizione e la credibilità internazionale di O’Shea hanno eliminato le ultime resistenze”.
A convincere la lega celtica della bontà del progetto italiano, poi, ci hanno pensato sul campo le due franchigie, dopo sedici giornate in corsa per riscrivere i propri record di vittorie complessive in un singolo campionato. Rispetto a nove mesi fa, insomma, Benetton e Zebre sono riuscite a modificare gli scenari relativi alla partecipazione al Pro14, rendendo i plausi di Anayi ancor più significativi.
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“Gli acquisti della Benetton sono in gran forma e iniziano a produrre risultati, mentre le Zebre hanno fatto un lavoro eccezionale promuovendo giocatori giovani ed entusiasti, incoraggiandoli a giocare un rugby costruttivo in linea con i valori del nostro campionato – ha aggiunto il Ceo – Gli allenatori, Kieran Crowley e Michael Bradley, meritano molto credito, ma anche coloro che lavorano dietro le quinte come Antonio Pavanello alla Benetton e Andrea Delledonne alle Zebre”.
Il britannico, alla guida del board celtico dal 2015, ha elogiato anche Conor O’Shea per il suo lavoro svolto fuori dal campo per il movimento italiano. “Non c’è dubbio su quanto abbia influito il suo arrivo da quando è diventato allenatore dell’Italia. Conor ha messo in piedi una struttura che vedrà crescere il rugby italiano e sono sicuro che i risultati si vedranno tra non molto anche in ambito internazionale.
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