Sei Nazioni 2018: l’Irlanda perde anche Farrell

Il centro di Munster si fa male in allenamento, ma Ringrose è quasi pronto al rientro. Il paese sogna il Grande Slam

ph. Sebastiano Pessina

DUBLINO – L’Irlanda sogna il Grande Slam a Twickenham, ma Joe Schmidt continua a perdere pezzi nel settore dei centri. Gli infortuni di Ringrose, Payne ed Henshaw hanno fatto diventare eroe di giornata Chris Farrell. Il 24enne di Munster, al debutto nel Sei Nazioni, è stato eletto miglior giocatore nella vittoria contro il Galles, per una partita priva di errori e di incertezze. La tranquillità di Joe Schmidt è tuttavia durata meno di 48 ore. Durante l’allenamento aperto di martedì all’Aviva Sttadium, Farrell si è infortunato a un ginocchio. I successivi esami hanno evidenziato alcuni danni ai legamenti che hanno costretto Munster ad annunciare che la stagione del proprio giocatore è terminata.

Adesso Joe Schmidt e Leo Cullen, head coach del Leinster, dovranno prendere una decisione su Garry Ringrose. il centro ha giocato 55 minuti contro i Kings ed è quasi pronto per tornare in nazionale. Il programma di recupero prevedeva che giocasse sabato contro gli Scarlets e, in caso di responso positivo, sarebbe tornato in nazionale per le ultime due partite del Sei Nazioni. Adesso la scelta è fra schierarlo a Llanelli con Leinster, rischiando che si infortuni, oppure schierarlo nel Sei Nazioni rischiando che non sia pronto. Anche se manca l’ufficializzazione, è certo che la prossima settimana il giocatore sarà con il gruppo della nazionale. Resta da vedere se gli faranno giocare un pezzo di partita nel fine settimana.

Intanto in Irlanda la possibilità di centrare il Grande Slam stuzzica i media, che si sbizzarriscono in confronti statistici e tecnici con la squadra del 2009. La squadra che vinse il Grande Slam a Cardiff aveva molti giocatori all’apice della carriera. Questa invece ha moltissimi giovani. Un anno fa ben sei dei 15 che hanno iniziato il match col Galles non avevano caps in nazionale.

Fra i molti paragoni, uno contiene una statistica significativa: questa squadra ha segnato già più mete di quelle segnate in tutto il torneo del 2009, ma nove anni fa i verdi concessero tre mete in tutto il torneo, mentre adesso siamo già a quota sette. A proposito di Grande Slam, Schmidt mette le mani avanti: ‘’”Capisco il desiderio dei tifosi, sarebbe bellissimo fare il Grande Slam. Non dimentichiamo però che anche vincere tre titoli in cinque anni sarebbe una cosa eccezionale’’

L’aspetto che questa squadra non ha ancora risolto è la fragilità difensiva, soprattutto la tendenza a scoprirsi sulle ali. Più di un commentatore concentra la sua attenzione su Jacob Stockdale. L’ala di Ulster ha segnato otto mete in sette caps con l’Irlanda ma sull’isola di smeraldo si evidenziano anche i suoi errori difensivi. Le analisi al video evidenziano sue sbavature all’origine delle mete di Teddy Thomas a Parigi e del gallese Gareth Davies sabato scorso. In molti vedono i suoi errori di posizionamento all’origine della fragilità difensiva al largo dei verdi, apparsa evidente specialmente nell’ultimo quarto delle partite.

L’ex ala di Leinster e Irlanda Luke Fitzgerald gli ha dato dei consigli durante la trasmissione che conduce sul web insieme alle firme sportive dell’Irish Independent, dal nome non casuale ‘’The left wing’’ (l’ala sinistra): ‘’Jacob è un ragazzone grosso e per questo deve mettersi in posizione difensiva prima e meglio – ha detto Fitzgerald – Penso che non si stia connettendo abbastanza velocemente con chi è in posizione interna rispetto a lui, una cosa chiave per chi gioca nella sua posizione perché incide molto sul modo di prendere decisioni durante la partita.”

“Tende a uscire dalla linea e questo fa sì che altri lo facciano, compromettendo l’equilibrio difensivo. Da questo punto di vista Stockdale deve migliorare. Sono sicuro che Andy Farrell (allenatore della difesa, ndr) lo farà lavorare sodo in questi giorni. Intendiamoci, è un grande talento e sarà un grande giocatore: solo che ci sono alcuni aspetti del gioco che deve ancora migliorare’’.

di Damiano Vezzosi

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