I Verdi possono ipotecare la vittoria nel torneo, Dark Blues per cercare di rimettersi in corsa. Kick-off alle 15:15
La sfida tra Irlanda e Scozia è il primo snodo cruciale della giornata per le sorti del Sei Nazioni 2018. Entrambe arrivano all’appuntamento dell’Aviva Stadium sulle ali dell’entusiasmo dopo le vittorie su Galles e Inghilterra, per cui è lecito attendersi una partita dai contenuti tecnico-tattici di altissimo profilo e di sicuro interesse. I padroni di casa sono i naturali favoriti della contesa e vorranno riscattare la sconfitta subita a Edimburgo lo scorso anno, ma gli scozzesi potranno beneficiare ancora dalla spinta della vittoria contro l’Auld Enemy.
Joe Schmidt punta al tris
di Damiano Vezzosi
Il sogno di un Grande Slam conquistato a Twickenham è talmente bello che quasi nessuno in Irlanda ne parla. Tutti pensano solo alla Scozia, anche perché a seconda del risultato dallo Stade de France, Rory Best e compagni potrebbero già aggiudicarsi il torneo.
Schmidt in settimana ha parafrasato il detto meglio un uovo oggi che una gallina domani dicendo che: ‘’Il Grande Slam sarebbe fantastico, ma lo sarebbero altrettanto tre vittorie in cinque anni’’. Dopo le prime due partite in casa contro Italia e Galles il problema dei Verdi è sembrato essere la difesa. Il CT neozelandese ha detto chiaramente che non gli piace aver concesso tre mete in entrambe le partite.
La Scozia viene molto temuta dopo la doppia vittoria interna contro Francia e Inghilterra; soprattutto si è notata la capacità di conquistare punizioni nell’ultimo quarto di gara. Tutti hanno visto che Russell e compagni sono migliorati, ma c’è incertezza sul quanto. Intanto, nel quartier generale irlandese in queste due settimane si è molto lavorato alla fase difensiva, con l’obiettivo di evitare le accelerazioni della Scozia.
Schmidt ha anche tirato un sospiro di sollievo quando ha saputo di avere di nuovo a disposizione Furlong in prima linea e Ringrose al centro, soprattutto dopo gli infortuni di Henshaw e Farrell. Anche il seconda linea Iain Henderson è pronto, ma partirà dalla panchina: Schmidt è già stato conquistato dal rendimento di James Ryan (in particolare dalla sua capacità di ball carrier), sarà lui a formare la coppia di partenza con Toner.
In terza linea O’Mahony, Stander e Leavy fanno star tranquilli, con Sean O’Brien tornato titolare nel match di Leinster a Llanelli per poi arrivare a Carton House per la settimana del match a Twickenham. Al gran finale di Londra, l’Irlanda potrebbe presentarsi già da vincitrice del Torneo: non lo sarà aritmeticamente qualora la distanza tra sé e gli uomini di Eddie Jones dovesse rimanere di cinque punti, ma a quel punto diventerebbe poco più di una formalità. Se, invece, al termine del weekend i Verdi avranno guadagnato anche una sola lunghezza sugli inglesi, gli irlandesi potrebbero già partire i festeggiamenti.
L’entusiasmo della Scozia
di Matteo Mangiarotti
Pochi lo avrebbero pronosticato all’inizio del Torneo, ancor meno dopo la bruttissima sconfitta rimediata a Cardiff, però la Scozia a due giornate dal termine è tornata prepotentemente in corsa per vincere il Sei Nazioni, o almeno per influenzarne gli esiti. Da sola, la vittoria nella Calcutta Cup avrebbe potuto permettere alla Scozia di definire un successo la sua campagna 2018 ma i Dark Blues hanno alzato l’asticella delle aspettative senza che nessuno, da queste parti, si sogni minimamente di sminuire il risultato ottenuto finora.
L’ostacolo, quello posto dall’Irlanda di coach Joe Schmidt lanciata verso la vittoria finale del torneo, è durissimo ma Barclay e compagni, con nove punti nelle prossime due gare (la Scozia sarà di scena all’Olimpico di Roma nell’ultima giornata) e un paio di risultati favorevoli (Francia vincente contro l’Inghilterra, che dovrebbe poi riscattarsi proprio contro l’Irlanda) potrebbero conquistare il primo Sei Nazioni della loro storia – ultimo trionfo nel 1999, nell’ultima edizione di sempre del Cinque Nazioni.
Townsend cambia un solo elemento nel XV di partenza (forzato dall’indisponibilità di Seymour) inserendo, all’ala, il giovane trequarti dell’Edimburgo, Blair Kinghorn, che conquisterà a Dublino, in una delle gare potenzialmente piu’ importanti della storia recente del rugby scozzese, il primo cap da titolare. Una scelta coraggiosa quella di Toony, ma che potrebbe davvero rivelarsi decisiva – come aver spostato Laidlaw apertura contro la Francia e aver dato fiducia a Russell contro l’Inghilterra – se Kinghorn saprà avere l’impatto giusto con l’atmosfera dell’Aviva Stadium.
In settimana, invece, ha parlato Greig Laidlaw: “Se davvero pensiamo di poter vincere il Sei Nazioni, allora dobbiamo per forza andare a vincere a Dublino, non ci sono altri modi. Non vediamo l’ora di scendere in campo, sappiamo che sarà un grande test”.
Laidlaw, però, si è soffermato molto sul suo compagno di reparto, Finn Russell, spesso incostante ma Man of the Match due settimane fa. “Quando Finn gioca come contro l’Inghilterra dà a tutti noi la convinzione di poter perforare ogni difesa del mondo. Nell’ultima gara è stato fantastico e ha fatto apparire facili cose che, lo posso assicurare, non lo sono affatto”
Russell sarà quindi la chiave per la vittoria scozzese, ma solo se tutti gli altri giocatori sapranno ripetere la prestazione messa in campo contro Nuova Zelanda e Australia in novembre, Francia (a tratti) e Inghilterra in questo Sei Nazioni. Non va dimenticato il grandissimo lavoro degli avanti nel breakdown, di tutta la squadra in difesa (commovente lo sforzo nellle fasi finali di gara per non far prendere il punto di bonus agli inglesi), di Huw Jones in fase di rifinitura (ma non solo) e in generale di tutta la squadra, anche di chi è entrato a gara in corso.
Se la Scozia dovesse vincere oggi, volerebbe a Roma sabato prossimo per giocarsi il Sei Nazioni. Se i risultati dagli altri campi non dovessero essere favorevoli, la Scozia avrebbe comunque disputato un Torneo da protagonista, dando a Townsend una piattaforma solidissima su cui continuare a costruire a poco meno di un anno e mezzo dalla Coppa del Mondo in Giappone.
Calcio d’inizio alle ore 15:15, diretta tv su DMAX.
Le formazioni
Irlanda: 15 Rob Kearney, 14 Keith Earls, 13 Garry Ringrose, 12 Bundee Aki, 11 Jacob Stockdale, 10 Johnny Sexton, 9 Conor Murray, 8 CJ Stander, 7 Dan Leavy, 6 Peter O’Mahony, 5 Devin Toner, 4 James Ryan, 3 Tadhg Furlong, 2 Rory Best (c), 1 Cian Healy
A disposizione: 16 Sean Cronin, 17 Jack McGrath, 18 Andrew Porter, 19 Iain Henderson, 20 Jordi Murphy, 21 Kieran Marmion, 22 Joey Carbery, 23 Jordan Larmour
Scozia: 15 Stuart Hogg, 14 Blair Kinghorn, 13 Huw Jones, 12 Pete Horne, 11 Sean Maitland, 10 Finn Russell, 9 Greig Laidlaw, 8 Ryan Wilson, 7 Hamish Watson, 6 John Barclay (c), 5 Jonny Gray, 4 Grant Gilchrist, 3 Simon Berghan, 2 Stuart McInally, 1 Gordon Reid
A disposizione: 16 Fraser Brown, 17 Jamie Bhatti, 18 Willem Nel, 19 Tim Swinson, 20 David Denton, 21 Ali Price, 22 Nick Grigg, 23 Lee Jones
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