Sei Nazioni 2018: l’Italia riparte dal Galles, azzurri nella tana dei Dragoni

Ultima trasferta per gli uomini di O’Shea e (forse) ultima apparizione a Cardiff per Sergio Parisse. Calcio d’inizio alle ore 16

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ph. Sebastiano Pessina

La sfida contro il Galles non sembra avere vie d’uscite per l’Italia. Per la quarta giornata del Sei Nazioni 2018 coach Warren Gatland ha anche rivoluzionato la sua squadra cambiando ben dieci elementi, ma nel complesso la qualità generale del XV in rosso resta di gran lunga superiore a quello azzurro. In settimana il neozelandese è stato accusato di avere poco rispetto degli Azzurri viste le notevoli modifiche apportate alla formazione delle prime tre giornate, ma sembra difficile considerare un atto di derisione schierare uomini come North, Faletau, James Davies, Tipuric, Bradley Davies o Francis, senza contare Rhys Patchell in panchina (e ci siamo soffermati soltanto su chi non era partito titolare in Irlanda).

Non chiamatelo Galles B, C o D insomma, perché non cambierebbe la percezione nei confronti di una sfida già segnata in partenza. Con un po’ di cattiveria, si potrebbe sostenere che l’Italia non ha fatto molto in questi anni per evitare un massiccio turnover da parte della squadra avversaria. Lo stesso Gatland, in conferenza stampa, ha ricordato che “abbiamo fatto dei cambi anche in passato, in particolare contro l’Italia”.

Gli Azzurri, dal canto loro, potrebbero ritrovare ulteriori motivazioni per cercare di tirare fuori il loro meglio, dimostrando a Gatland e al suo staff tecnico di non aver preso le precauzioni necessarie, ma per i ragazzi di Conor O’Shea l’obiettivo primario al solito dovrà essere quello di concentrarsi su se stessi e lavorare nel presente per raccogliere nel prossimo futuro.

Sergio Parisse, a tal proposito, sembra aver tracciato la strada nella conferenza di ieri: “Dei tanti cambi del Galles non ci interessa molto […] Non siamo qui a giudicare le scelte di Gatland – ha dichiarato il capitano – Non ci riguarda e sicuramente non cambia il nostro approccio: siamo qui per sfidare il Galles senza timore, con massima fiducia nei nostri mezzi e nel nostro gioco”.

Come si presenta l’Italia

Proprio Parisse, in ogni caso, potrebbe scendere in campo con uno stimolo in più. Il suo 133esimo cap in maglia azzurra potrebbe coincidere con l’ultima apparizione della carriera al Principality Stadium, come ha dichiarato lui stesso, “il miglior stadio al mondo per giocare a rugby”. Il capitano vorrebbe certamente salutare l’ex Millennium con un sorriso, ma è più probabile che il numero otto azzurro continui la sua striscia negativa con la maglia della Nazionale, che intanto si sta pericolosamente avvicinando alla fatidica tripla cifra di sconfitte.

Guardando indietro alle settimane precedenti, sembra difficile trovare un’area di gioco in cui gli Azzurri potrebbero realmente impensierire i Dragoni, posto che innanzitutto gli uomini di Conor O’Shea dovranno essere accurati e disciplinati di quanto non lo siano stati contro la Francia.

Nonostante CT e capitano abbiano nuovamente sbandierato in conferenza i progressi compiuti in fase offensiva, le ultime due sconfitte – soprattutto quella a Marsiglia – ci hanno consegnato un’Italia poco ingegnosa con la palla in mano, che ha puntato su un gioco più verticale e meno strutturato rispetto a quanto visto contro l’Inghilterra.

Gli Azzurri non hanno quasi mai evitato lo scontro fisico provando ad uscire dal frontale con sostegni di fianco al portatore, come avevamo visto in alcuni casi all’Olimpico, ma si sono intestarditi in 1 vs 1 impervi, specie perché i ball carrier partivano spesso e volentieri da fermi, senza alcuna possibilità di vincere la collisione.

Contro una difesa capace di assorbire 208 placcaggi in Irlanda (sbagliandone 17, ma con un percentuale finale del 92%) e 182 in Inghilterra senza mai uscire realmente dalla partita, riproporre la stessa tattica sarebbe deleterio. L’impianto costruito dall’assistant coach Shaun Edwards è straordinariamente efficace, per cui gli Azzurri dovranno quantomeno provare a non semplificargli il lavoro con schemi meno scontati.

O’Shea non ha cambiato uomini ad eccezione di Bisegni (più dinamico e atletico di Boni, ma a questi livelli anche il frascatano è da verificare nel complesso), mantenendo una coerenza quasi invidiabile e non concedendo nemmeno la panchina a Jake Polledri, che pure avrebbe meritato di comparire visto il curriculum. In compenso si rivede Giovanni Licata, pronto ad entrare nella ripresa, mentre tra i titolari molte delle fortune azzurre a Cardiff dipenderanno dall’impatto dei primi cinque uomini in giro per il campo e in mischia.

Un Galles sbarazzino?

Nel leggere la formazione, lo staff sembrerebbe avere tutte le intenzioni di continuare le sperimentazioni a livello strategico e tattico che erano state interrotte per buona parte del match contro l’Irlanda, in cui era stato privilegiato sempre un gioco al piede a contrattacchi palla in mano.

Con Liam Williams e Anscombe a formare l’asse apertura-estremo i Dragoni potrebbero dare più aria al pallone in ripartenza e in situazioni di gioco rotto, in modo da sfruttare anche delle terze linee capaci di esaltarsi terribilmente (per l’Italia) negli spazi più o meno allargati come Faletau, l’esordiente James Davies e Tipuric.

Proprio l’uncapped sarà uno dei pericoli maggiori per gli Azzurri sui punti d’incontro, già messi a ferro e fuoco dall’argento olimpico di Rio 2016 con i suoi Scarlets durante la sfida con il Benetton Treviso in Champions Cup, a Monigo.

In generale, dovremmo continuare a vedere un Galles più espansivo e, nella fattispecie, che proverà a giocare il più possibile per tenere sotto pressione una difesa italiana in qui fragile sia nella copertura degli spazi al largo sia nel contenere le cariche verticali. Un altro lungo pomeriggio di passione, insomma, attende gli Azzurri.

Calcio d’inizio alle ore 16, diretta tv su DMAX.

Galles: 15 Liam Williams, 14 George North, 13 Owen Watkin, 12 Hadleigh Parkes, 11 Steff Evans, 10 Gareth Anscombe, 9 Gareth Davies, 8 Taulupe Faletau (c), 7 James Davies, 6 Justin Tipuric, 5 Bradley Davies, 4 Cory Hill, 3 Tomas Francis, 2 Elliot Dee, 1 Nicky Smith
A disposizione: 16 Ken Owens, 17 Rob Evans, 18 Samson Lee, 19 Seb Davies, 20 Ellis Jenkins, 21 Aled Davies, 22 Rhys Patchell, 23 Leigh Halfpenny

Italia: 15 Matteo Minozzi, 14 Tommaso Benvenuti, 13 Giulio Bisegni, 12 Tommaso Castello, 11 Mattia Bellini, 10 Tommaso Allan, 9 Marcello Violi, 8 Sergio Parisse (c), 7 Maxime Mbanda, 6 Sebastian Negri, 5 Dean Budd, 4 Alessandro Zanni, 3 Simone Ferrari, 2 Leonardo Ghiraldini, 1 Andrea Lovotti
A disposizione: 16 Oliviero Fabiani, 17 Nicola Quaglio, 18 Tiziano Pasquali, 19 Federico Ruzza, 20 Giovanni Licata, 21 Guglielmo Palazzani, 22 Carlo Canna, 23 Jayden Hayward

Daniele Pansardi

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