Sei Nazioni 2018: l’Italia si spegne nel finale, Laidlaw infrange le speranze azzurre

All’intervallo in vantaggio, l’Italia domina la prima parte del secondo tempo ma arriva corta agli ultimi venti minuti, subendo la rimonta

ph. Massimiliano Carnabuci

ROMA – La pioggia, scesa nelle prime ore della mattinata, lascia in eredità un cielo grigio e un terreno di gioco un po’ bagnato, ma quando le due squadre scendono in campo ci sono le condizioni migliori perché la sfida – importante per entrambe, come abbiamo detto in fase di presentazione – regali momenti di buon rugby.

Dopo un paio di calci per parte, per testare i nervi in avvio, è l’Italia ad avere per prima il possesso per qualche fase, riuscendo anche a rubare l’ovale con Budd nella prima touche con lancio scozzese proprio sui 22 metri avversari.

L’Italia recupera il possesso poco dopo – brutto assist di Huw Jones su Nel che perde l’ovale in-avanti – e vince la prima mischia chiusa, con Parisse che esce ovale in mano. Nasce un’azione molto interessante, con gli Azzurri che riescono a passare attraverso le fasi conquistando una punizione dentro i 22 metri avversari – fuorigioco della difesa scozzese messa sotto pressione.

Tommy Allan tiene i nervi saldi dalla piazzola e porta avanti gli Azzurri al 6′ (3-0), ma la Scozia adesso inizia giocare con più intensità e dopo qualche fase e tre break decisivi (Grigg sulla metà campo, Seymour che porta i suoi dentro i 22 metri e Russell che si prende una punizione sotto i pali) va in meta con Fraser Brown servito dal passaggio di Hamish Watson (Gauzere aveva applicato il vantaggio).

Greig Laidlaw manca la trasformazione da posizione angolata sotto la Tribuna Monte Mario – e questa, visto l’attuale stato di forma del mediano scozzese, e’ una notizia di per se’ – e il punteggio resta 3-5.

L’Italia ha una buona reazione e torna ad attaccare a testa bassa, conquistando una punizione che Allan calcia in touche, prima di chiudere l’azione sviluppatasi dalla rimessa (dopo aver ricevuto il riciclo di Violi) andando in meta con un bel gioco di gambe sui 5 metri avversari mandando fuori giri Nel e prendendo l’interno di Jones.

Allan da sotto i pali non fallisce la trasformazione e al 14′ riporta avanti gli Azzurri (10-5) che entrano nel secondo quarto con il morale alto e sulla scorta di venti minuti giocati davvero bene.

E non a caso l’Italia va ancora in meta al 20′ con Minozzi servito alla perfezione da un grubber fantastico di un Tommy Allan oggi davvero ispirato – ma bravissimo l’estremo delle Zebre a seguire l’azione, battere in velocità il diretto avversario (Hamish Watson) e a controllare l’ovale schiacciandolo oltre la linea – trovando la sua quarta marcatura, all’esordio nel Sei Nazioni un risultato davvero notevole.

Allan è preciso e l’Italia vola oltre il break (17-5) per la prima volta oggi, lasciando la Scozia – che perde un’altra touche nell’azione successiva – con più di qualche dubbio da sciogliere in fretta.

I Dark Blues tornano sotto con John Barclay che chiude una rolling maul nata sui 22m italiani da una penaltouche – punizione concessa per irregolarità azzurra al breakdown, decisione un po’ contestata dal pubblico.

Laidlaw stavolta è preciso e la Scozia tira un sospiro di sollievo, riportandosi subito in attacco grazie ad un preciso calcio di avanzamento di Hogg. I Dark Blues, in questa prima mezz’ora di gioco, sono stati troppo incostanti e va a merito degli Azzurri esser riusciti a punire gli avversari ad ogni occasione.

La Scozia cresce ma non riesce a mettere in campo grande qualità nelle proprie giocate e continua a commettere errori, con Maitland e Jones che si fanno scappare l’ovale di mano – nella seconda occasione, pero’, Gauzere concede una punizione ai Dark Blues per fuorigioco italiano. Hogg calcia in touche e tiene viva la pressione sulla difesa azzurra, che non va mai in difficoltà e al 34′ riesce a conquistare una punizione importantissima al breakdown che il piede di Allan trasforma in metri preziosissimi.

Al 36′ Russell prova a fare il “fenomeno” ma Violi lo ferma – in qualche modo, ma l’intervento del mediano azzurro è comunque efficace e costringe l’apertura dei Warriors all’in-avanti.

La Scozia è in possesso di palla quando il cronometro diventa rosso, ma – epitome del primo tempo dei Dark Blue – non riesce ad avanzare e concede una punizione al breakdown che riporta l’Italia nei 22 metri avversari, offrendo agli Azzurri l’ultima piattaforma offensiva che, dopo numerose fasi che mettono davvero in ansia la difesa scozzese, non porta nulla in dote perché l’ovale viene reso ingiocabile.

Gauzere decreta la fine della prima frazione, che si chiude con l’Italia avanti 17-12 e giocata molto bene dall’Italia, molto meno dalla Scozia quasi sempre incapace di mettere in campo lo stile di gioco che ha permesso ai Dark Blues di riportarsi la Calcutta Cup nella bacheca del BT Murrayfield.

Townsend non deve aver gradito la prova dei suoi, particolarmente le sofferenze nei set-pieces e la Scozia torna in campo con una prima linea completamente nuova, con McInally, Bhatti e Fagerson chiamati a dare una svolta alla prova degli ospiti.

Al 42′, però, l’Italia va ancora in meta con Jake Polledri che, dopo qualche fase riesce a bucare la (ancora una volta) disattenta difesa avversaria. La gioia del flanker di Gloucester, al debutto oggi in Azzurro, dura poco perché Gauzere chiama in causa il TMO che vede un in-avanti in fase di costruzione dell’azione e annulla la marcatura.

Polledri non si perde d’animo e nell’azione successiva é decisivo con un break da oltre la sua metà campo che spacca la difesa avversaria prima di offrire ad Allan il migliore degli assist per la seconda marcatura personale.

Allan trasforma perttando gli Azzurri, al 45′, sul 24-12 e ricacciando la Scozia oltre il break. Jonny Gray prova a rianimare i suoi che sembrano, oggi, in totale balia dell’intraprendenza azzurra e Townsend rimescola le carte, togliendo uno spento Huw Jones e inserendo Horne che va a primo centro – spostando Grigg secondo centro – e Richie Gray che può cosi fare il suo debutto nel Sei Nazioni all’ultima giornata. Poco dopo anche Russell lascia il terreno di gioco (HIA, che diventera’ poi definitiva) con Laidlaw che si sposta apertura e Price che prende il posto del compagno di club.

Dire che i nuovi entrati hanno cambiato l’inerzia del match sarebbe forse esagerato, ma finalmente la Scozia riesce a portarsi con insistenza nei 22m italiani, guadagnando punizioni a ripetizione e trovando la meta della speranza con Sean Maitland – servito dopo qualche fase al largo da Laidlaw. L’ala dei Saracens batte Hayward al suo interno e va oltre la linea in tuffo, prima che Laidlaw riesca, da posizione angolata, a trovare i pali per il 24-19 che riapre il match, con poco meno di un quarto ancora da giocare.

Anche O’Shea cambia diversi elementi (Benvenuti esce per un HIA e non rientrerà, Polledri si prende la meritatissima ovazione dei 60,412 spettatori dell’Olimpico) e l’Italia adesso, per la prima volta oggi, inizia ad essere un po’ in difficoltà e a subire il ritmo delle giocate scozzesi che inizia a crescere.

Un brutto errore – in-avanti non forzato di Barclay – interrompe il ritmo della Scozia ma gli Azzurri non sembrano più in grado di mettere in campo la grandissima intensità della prima ora di gioco.

Parisse ci prova ma si fa ingabbiare al breakdown e perde l’ovale, concedendo una punizione che crea la piattagorma ideale per l’attacco scozzese che si chiude, dopo numerosissime fasi, oltre la linea italiana con Stuart Hogg che trova il varco giusto per infilare la difesa italiana.

Laidlaw è perfetto da sotto la Tribuna Tevere e la Scozia, per la seconda volta oggi dopo il 5 a 3 dell’avvio, passa in vantaggio (24-26).

Gli Azzurri reagiscono d’orgoglio, ottengono un pallone da giocare sul ping-pong tattico e conquistano un calcio di punizione sui 10 metri scozzesi che Tommaso Allan spedisce fra i pali per il 27 a 26 azzurro.

La benzina per l’Italia è davvero corta, però, e non ha le energie per rispedire gli scozzesi dall’altra parte del campo. Da una touche sui dieci metri la Scozia va di nuovo in maul, arma letale della giornata per la formazione di Townsend, e ottiene un calcio di punizione all’incrocio fra i 22 metri e i 15 dalla linea laterale. Laidlaw dalla piazzola non perdona.

La partita si conclude così, con un ultimo assalto che finisce con un in-avanti di Steyn e il successo scozzese. Grande delusione per gli Azzurri che avevano accarezzato il sogno di una prima vittoria dopo due anni. Finisce 29 a 27.

 

 

Italia: 15 Matteo Minozzi, 14 Tommaso Benvenuti, 13 Giulio Bisegni, 12 Tommaso Castello, 11 Mattia Bellini, 10 Tommaso Allan, 9 Marcello Violi, 8 Sergio Parisse, 7 Jake Polledri, 6 Sebastian Negri, 5 Dean Budd, 4 Alessandro Zanni, 3 Simone Ferrari, 2 Leonardo Ghiraldini, 1 Andrea Lovotti
A disposizione: 16 Oliviero Fabiani, 17 Nicola Quaglio, 18 Tiziani Pasquali, 19 Abraham Steyn, 20 Giovanni Licata, 21 Guglielmo Palazzani, 22 Carlo Canna, 23 Jayden Hayward

Marcatori Italia
Mete: Allan (13, 44), Minozzi (20),
Trasformazioni: Allan (13, 20, 44)
Calci di punizione: Allan (5, 75)

Scozia: 15 Stuart Hogg, 14 Tommy Seymour, 13 Huw Jones, 12 Nick Grigg, 11 Sean Maitland, 10 Finn Russell, 9 Greig Laidlaw, 8 Ryan Wilson, 7 Hamish Watson, 6 John Barclay (c), 5 Jonny Gray, 4 Tim Swinson, 3 WP Nel, 2 Fraser Brown, 1 Gordon Reid
A disposizione: 16 Stuart McInally, 17 Jamie Bhatti, 18 Zander Fagerson, 19 Richie Gray, 20 David Denton, 21 Ali Price, 22 Pete Horne, 23 Blair Kinghorn

Marcatori Scozia
Mete: Brown (10), Barclay (24), Maitland (60), Hogg (71)
Trasformazioni: Laidlaw (24, 61, 72, 79)
Calci di punizione: 

 

Matteo Mangiarotti

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