L’avanti dei veneti fotografa il periodo appena trascorso, fra Sei Nazioni e Pro14, proiettandosi sul futuro
L’ultimo stop a Cardiff proprio non gli è andato giù, ma ora con i compagni che sono rientrati dal Sei Nazioni e quelli che in queste otto settimane hanno indossato la maglia del Benetton Treviso, vuole provare a rialzarsi subito per giocarsi tutte le carte a disposizione sino alla fine del Pro14.
È un Marco Barbini molto consapevole quello che ha parlato ad On Rugby analizzando il momento e le prospettive della squadra biancoverde, con un occhio e il cuore rivolto anche all’azzurro.
Nel periodo del Sei Nazioni avete accumulato due vittorie e due sconfitte. Come giudichi nel complesso questa parte di stagione sempre piuttosto delicata?
Le affermazioni che sono arrivate sono chiaramente una nota positiva, le due sconfitte invece contro Connacht e Cardiff Blues ci rammaricano. Conosciamo il valore degli avversari e non vogliamo togliere nulla a loro, ma siamo incappati in errori che si potevano evitare e senza questi avremmo potuto portare a casa anche queste sfide.
Rispetto a prima, comunque, abbiamo fatto vedere di essere in grado di giocarcela con tutti sia in casa che all’estero.
Su cosa vi siete concentrati in particolare dopo la sconfitta di Cardiff, con un gruppo che ha visto molti rientri?
Tutte le persone che sono tornate dall’avventura con la nazionale sono umili e intelligenti e sono rientrate nei ranghi ristabilendo subito la coesione che c’era qualche tempo fa; quindi questo non ha rappresentato alcun problema.
Sappiamo che l’obiettivo del quarto posto è difficilmente raggiungibile, ma ci proveremo. Mancano quattro partite e, a parte la trasferta irlandese in casa del Leinster, che ovviamente sulla carta appare più difficile, tre di queste sono ampiamente alla nostra portata: dobbiamo cercare di raccogliere 15 punti.
Nell’andare in Sudafrica, affronterete un notevole sbalzo termico di calore. Questo può influenzare la preparazione della partita?
Quest’anno abbiamo fatto i conti con un inverno rigido e prolungato, ma la scorsa estate è stata piuttosto calda quindi un po’ di abitudine a giocare con quelle temperature ce l’abbiamo. In ogni caso, avremo qualche giorno per acclimatarci; senza dimenticare che giocare a Port Elizabeth sul mare, rispetto all’altura, non può che aiutarci.
Cosa preoccupa di più dei Kings, che arrivano in fiducia dopo la prima vittoria nel torneo?
Nel Pro14 hanno avuto un inizio traballante, ma hanno sempre provato a giocare. Nell’ultima partita contro i Dragons hanno vinto e ora saranno certamente più in fiducia. Non sono da sottovalutare, anche perchè abbiamo visto anche noi stessi che se una squadra riesce a prendere ritmo può diventare pericolosa per tutte le altre.
A livello personale che stagione è per te invece: hai avvertito più responsabilità in questo periodo?
Per me è stato un crescere continuo. Tornavo dall’infortunio dell’anno scorso, poi ho avuto una piccola ricaduta ma con il passare del tempo mi sono rimesso e ho trovato spazio. Il mio minutaggio è aumentato e sfruttando il periodo riservato alle nazionali posso dire che piano piano sto tornando ai livelli di prima. La nomina di capitano, poi, mi ha reso orgoglioso. Mi è dispiaciuto solo che in coincidenza di questo sia arrivata una sconfitta.
Proprio parlando di nazionale, Marco Barbini si vede nuovamente con la maglia azzurra indosso?
Ci sono ancora 320′ minuti da disputare per chiudere la stagione. Per il futuro e il tour in Asia si vedrà: anche perchè la concorrenza nel ruolo non manca.
Michele Cassano
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