L’ex All Blacks, oggi a Pau, ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo. Per lui un possibile futuro da allenatore
Un’eleganza d’altri tempi e un quoziente intellettivo rugbistico semplicemente di livello astronomico: pensi questo e subito capisci che si parla di Conrad Smith, secondo centro di Pau ma soprattutto due volte campione del mondo con la Nuova Zelanda.
Per gli All Blacks ha infatti ottenuto 94 caps in una lunga carriera nella quale è riuscito a distinguersi come un elemento fondamentale della squadra in nero, tanto fondamentale che, quando nel 2007 non riuscì a far parte della spedizione iridate poi risultata fallimentare degli All Blacks in Francia, molti puntarono il dito verso la sua assenza per capire che cosa mancasse a quella squadra per avere successo.
Per lui 12 anni di rugby internazionale al massimo livello: nel 2004 il debutto contro l’Italia a 22 anni, quindi una rapida ascesa, sia negli Hurricanes che negli All Blacks, per diventare la prima scelta della nazionale in nero, per la quale ha segnato 26 mete prima di ritirarsi al termine della Rugby World Cup 2015 vinta in Inghilterra.
Smith è un giocatore completo che ha abbinato nel corso della sua carriera una grande capacità difensiva nel leggere le situazioni a una corsa elusiva in attacco combinata a una intelligenza tattica che gli permetteva di funzionare come una sorta di playmaker esterno per mettere in movimento le temibili ali ed estremi che correvano al suo fianco. Piccola antologia dei suoi successi in nero: 8 volte vincitore del Rugby Championship, fu TriNations; 3 a 0 ai Lions nella serie del 2005; due Rugby World Cup, 2011 e 2015; tre volte vincitore del Grand Slam nel tour delle Home Nations (battere tutte e quattro le squadre britanniche).
Oggi, a 36 anni e alla sua terza stagione con Pau, nel Top14, ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo al termine della stagione. Per l’immediato futuro si prevede un ruolo per lui nella International Rugby Players Association, di cui è già da tempo membro di rilievo e che potrà supportare a tempo pieno, grazie anche alla sua qualifica di avvocato. Ma all’orizzonte Smith sembra anche ambire ad esplorare la carriera di allenatore.
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