La federazione argentina vorrebbe togliere il veto alla convocazione di chi gioca in Europa, ma c’è dibattito su eventuali limiti
Il rugby argentino è stato un rugby di diaspora. Dalla nascita del professionismo ad oggi, tantissimi giocatori argentini hanno attraversato l’Atlantico e messo radici, almeno professionali, in Europa, attirati soprattutto dalle possibilità economiche che i club, soprattutto inglesi e francesi, hanno rispetto a quelli sudamericani.
Nel 2007 arriva la prima svolta: alla Rugby World Cup di Francia, la nazionale argentina si presenta in forma strepitosa e raggiunge uno storico, inaspettato e spettacolare terzo posto, sconfitta solo in semifinale dal Sudafrica poi campione.
Comincia allora un lavoro politico che porta all’ingresso, cinque anni dopo, nell’allora TriNations, trasformandolo in Rugby Championship, una manifestazione che vede protagoniste le migliori quattro squadre dell’emisfero sud: Nuova Zelanda, Sudafrica, Australia e, appunto, Argentina.
Un cambiamento di grandissima portata al quale, nel 2014, segue la conferma definitiva della partecipazione di una franchigia argentina nel Super Rugby a partire dal 2016, con l’obiettivo di alzare il livello dei giocatori di interesse nazionale argentino in uno dei campionati di livello più alto al mondo.
L’obiettivo ulteriore è quello di riportare a casa tanti dei giocatori fino a quel momento distribuiti nelle migliori squadre europee, e trattenere coloro che ancora militano in Argentina. Per rafforzare ancora l’operazione, la federazione argentina annuncia nel 2016 che in nazionale saranno convocati soltanto coloro che giocano nei Jaguares o, al massimo, in un’altra franchigia dell’emisfero sud, come accaduto a Tomàs Cubelli nel suo periodo ai Brumbies.
Oggi, dopo mesi di critiche, la decisione presa due anni fa sembra sul punto di essere cancellata. Lo si legge su La Nacion, quotidiano argentino, che afferma che, non più tardi del prossimo Rugby Championship, i giocatori di stanza in Europa potranno nuovamente essere convocati. Già in giugno, contro Scozia e Galles, potrebbero tornare a far parte del gruppo a disposizione di Hourcade.
La decisione attende la ratifica finale del consiglio federale argentino, ma sembra ormai solo questione di tempo. Il neopresidente Marcelo Rodriguez ha infatti confermato a La Nacion: “Si tratta di una delle misure che ho intenzione di portare avanti nella mia gestione.”
Ciò su cui invece si dibatte sono invece le eventuali condizioni da porre alla liberalizzazione, per così dire, delle convocazioni. Una indiscriminata rinuncia ad ogni tipo di limite significherebbe bocciare quanto sviluppato all’interno del progetto dei Jaguares in queste due ultime stagioni, dando fondamentalmente il via libera a un nuovo esodo verso l’Europa che, in ogni caso, la franchigia argentina è riuscita solo ad arginare, poiché il potere economico dei club francesi ed inglesi rimane superiore a quello delle squadre di Super Rugby.
Probabilmente, la UAR opterà per una soluzione ibrida come ad esempio quella di Australia e Sudafrica: un limite di caps oltre il quale è possibile ottenere la convocazione. C’è anche la possibilità che invece venga stabilito un limite numerico, ad esempio non più di cinque “stanieri” fra i convocati. E’ comunque su questo punto che sono previste le maggiori discussioni in sede federale, dove era stato peraltro stabilito in precedenza che nell’anno della coppa del mondo (e quindi il prossimo) fossero convocabili i migliori in assoluto, indipendentemente dalla militanza.
Daniel Hourcade potrà quindi beneficiare al più tardi ad agosto della possibilità di richiamare alcuni nomi di primissimo livello come Juan Imhoff, Facundo Isa e Marcelo Bosch. Senza dimenticare giocatori come Juan Figallo, solidissimo pilone dei Saracens, e i compagni di reparto di recente emigrazione come Lucas Noguera Paz e Ramiro Herrera.
Possibilità anche di dare riposo in cabina di regia a Juan Martin Hernandez e Nicolas Sanchez, apparsi appannati nelle ultime uscite con i Pumas: in Francia militano l’estroso Patricio Fernandez (Clermont) e il cecchino Benjamin Urdapilleta (Castres). Meno probabile, invece, il ritorno dei veterani Patricio Albacete e Juan Martin Fernandez Lobbe.
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