Rivoluzione nel sistema domestico gallese: meno denaro al campionato nazionale, via alle rappresentative under-23
Terremoto nel rugby gallese: la Welsh Rugby Union (WRU) ha deciso una rivoluzione del sistema gallese, optando per una riduzione degli investimenti nei club di Premiership, il massimo campionato domestico, e la creazione di squadre under-23 delle franchigie del Pro14.
La decisione segue l’istituzione di una commissione di valutazione dei campionati gallesi e della filiera di produzione dei futuri giocatori internazionali, che ha coinvolto esperti internazionali e consulenti esterni alla WRU per intervistare tutti i soggetti coinvolti e produrre un report finale da sottoporre alla federazione.
Il documento finale, chiamato Every Game Matters, ha portato alla luce la troppa differenza di livello che nel sistema gallese c’è fra il livello regionale, quindi delle quattro franchigie partecipanti al Pro14, e quello dei club semiprofessionistici che disputano la Premiership gallese. Il campionato nazionale, infatti, non è un incubatore sufficientemente probante per i ragazzi di un’età compresa fra i 18 e i 23 anni.
Questo problema verrà quindi affrontano con la creazione, a partire dal prossimo anno, delle squadre under-23 direttamente collegate alle Regions gallesi e che disputeranno circa 10-12 partite a stagione in contrapposizione a squadre scozzesi e irlandesi, anche se non è ancora stato precisato se queste ultime saranno composte da pari età o saranno di altra provenienza.
Le partite delle squadre under-23 saranno concentrate in settembre, ottobre e marzo, mentre da novembre a marzo i medesimi giocatori saranno a disposizione della nazionale under-20, delle squadre di rugby a sette e del proprio club di Premiership di appartenenza.
La Premiership e il Championship gallesi, cioè le prime due divisioni del rugby domestico, saranno riformate a partire dalla stagione 2019-2020, portandole entrambe a un campionato a 12 squadre rispetto alle attuali 16 e reintroducendo promozioni e retrocessioni, che erano chiuse da ormai tre anni.
Questa decisione dà quindi la possibilità alla WRU di ridistribuire l’investimento annuale da un milione e ottocentomila sterline sui due principali campionati nazionali, tagliando i fondi ai club e investendo nella creazione delle squadre under-23.
I fondi alle squadre di club per la Premiership saranno ripensati: è ancora da stabilire il modus operandi, ma la volontà della federazione è quella di contribuire soprattutto in termini di stipendi per lo staff tecnico e finanziamenti per i campi e le strutture di allenamento, piuttosto che per il pagamento degli stipendi ai giocatori.
I provvedimenti della riforma approvato dalla WRU coprono fra le altre cose anche altri campi, fra cui ad esempio la possibilità di giocare di giovedì e di venerdì alcune partite, in modo da avere maggiori possibilità di essere appetibili per le televisioni e non contrastare con le partite delle Regions o della nazionale, e la nomina di un direttore commerciale che si occupi del lato marketing.
Una serie di provvedimenti che anche dall’Italia è interessante osservare e sui quali riflettere, visto che il problema della crescita dei giovani prospetti che hanno fra i 18 e i 23 è un tema ricorrente del nostro rugby.
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