Quattro grandi successi della musica italiana per presentare i quattro quarti di finale della coppa regina
Certe emozioni si spiegano meglio in musica che solamente a parole. Quando arriva aprile e la Champions Cup entra nel vivo, con l’inizio della fase ad eliminazione diretta, si respira un’aria diversa, più rarefatta. Si gioca il rugby dei grandi, si sfidano solamente le migliori squadre e in ottanta minuti si decidono i destini di un’intera stagione.
Dopo una fase a gironi piena di colpi di scena e partite da ricordare, da domani si incomincia a fare davvero sul serio. Scopriamo nel dettaglio le quattro partite che ci terranno compagnia insieme alla colomba pasquale, ciascuna abbinata a un grande successo musicale italiano che la racconta e descrive.
Scarlets – La Rochelle
Sogna, ragazzo, sogna di Roberto Vecchioni
“Sogna, ragazzo, sogna” canta Vecchioni in questo pezzo del 1999, al crepuscolo del Millennio. Un sogno quello che vivono Scarlets e La Rochelle, entrambe squadre che fino a dodici mesi fa questo livello della maggiore competizione europea lo vedevano da lontano. Gli Scarlets erano prematuramente usciti da un durissimo girone di Champions Cup con Exeter Chiefs e Clermont, mentre La Rochelle era andata avanti fino alle semifinali della Challenge Cup, perdendo poi con Gloucester.
Oggi gli Scarlets, campioni dell’ultimo Pro12 e fra le migliori compagini del neonato Pro14, sono una delle squadre più in vista del continente, con un gioco totale affascinante e divertente, fatto di dinamismo, intensità e tanti giocatori dalla classe sopraffina.
La Rochelle è da due stagioni ai vertici del rugby francese. Dopo una stagione passata ad inseguire la capolista Montpellier, le ultime settimane sono state tempi di vacche magre per i gialloneri, che hanno incassato quattro sconfitte consecutive prima di tornare alla vittoria contro Lione e Bordeaux-Begles nelle ultime due giornate, difendendo dunque un quinto posto nella agguerritissima lotta per i play-off del Top 14.
Le difficoltà, per i francesi, sono incominciate guarda caso con l’infortunio della stella Kevin Gourdon nel Sei Nazioni, ma ora che il talismano è tornato le cose sono ricominciate a girare. C’è grande entusiasmo a La Rochelle per una battaglia assai ostica come quella che li attende a Llanelli.
Gli Scarlets quest’anno hanno perso una sola partita in casa, contro Bath lo scorso 20 ottobre. Poi, fra le mura amiche, solo un ruolino di vittorie e un pareggio, arrivato nel recupero della diciassettesima giornata contro Leinster, sotto un diluvio torrenziale.
Sarà una partita divertente e di grande livello, fra due squadre che sanno giocare a rugby e che hanno un tasso di talento impressionante: da una parte le stelle del Galles Halfpenny (uno di quei “naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo” di cui parla Vecchioni), Parkes, Davies, Shingler e Evans, senza dimenticare il capitano della Scozia John Barclay e il talento dei giocatori non ancora affermati a livello internazionale come James Davies, Rhys Patchell e Tadgh Beirne; dall’altra Gourdon e Doumayrou affiancati dalla classe di un ex All Blacks come Tawera Kerr-Barlow, mentre Victor Vito sarà assente per infortunio.
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Munster – Tolone
Ci vuole un fisico bestiale di Luca Carboni
Ci vuole sicuramente un fisico bestiale per uscire vivi da una partita fisica come quella che si preannuncia al Thomond Park di Limerick fra due delle squadre più orientate ad un rugby abrasivo e per linee dirette di tutta la massima competizione europea.
Un rugby che ha sicuramente un costo in termini di usura e di infortuni, fattore che pende maggiormente dalla parte di Munster, che ha molti acciacchi e infortuni in seguito alla pur importante vittoria di Pro14 contro gli Scarlets. In terza linea gli irlandesi hanno infatti perso Tommy O’Donnell, importantissimo elemento peraltro da poco rientrato da un altro infortunio. Anche l’altro terza linea Chris Cloete è infortunato, lasciando all’head coach Van Graan il dubbio su chi affiancare al duo CJ Stander-Peter O’Mahony che rientreranno dalla vittoriosa campagna del Sei Nazioni.
Fra gli infortunati ci sono anche Jaco Taute e Chris Farrell, ragione per cui Rory Scannell, altro centro uscito acciaccato dalla sfida con gli Scarlets, deve stringere i denti e farcela per poter essere in campo a comporre la cerniera in mezzo al campo.
Alla linea arretrata si uniscono le assenze di Keith Earls (ginocchio),Tyler Bleyendaal (collo) e Duncan Williams (frattura al volto), ma ciò che preoccupano sono soprattutto gli acciacchi di Simon Zebo e Andrew Conway, in dubbio per sabato. Una vera e propria emergenza infortuni, quella di Munster, che non perde un quarto di finale in casa dal 2012.
Intanto, per mettere in chiaro come stanno le cose, Tolone ha deciso di dare un segnale battendo per 49 a 0 il Clermont nell’ultimo incontro di Top 14. Fermare le furie rouge-et-noir al Thomond Park non sarà facile, ma se c’è una squadra che può riuscirci è il Munster, sostenuto dal proprio tifo e da un gioco che punterà tutto sul coraggio, sul sacrificio e sulla corrosiva azione dei primi otto uomini. Insomma, scontri ci aspettiamo e scontri ci saranno. Forse poteva starci bene anche Rumore di Raffaella Carrà.
Clermont – Racing 92
Ricominciamo di Adriano Pappalardo
La Champions Cup è forse l’unica cosa che è andata finora per il verso giusto nella stagione del Clermont. Gli uomini di Azema hanno affrontato una delle stagioni più dure della loro storia, prima con la sequela di infortuni che ne ha caratterizzato l’avvio di stagione, poi con le sconfitte che non hanno smesso di arrivare, ultima delle quali la pesante sconfitta in campionato in casa di Tolone per 49 a 0.
Non era andata benissimo nemmeno a gennaio, quando il Clermont aveva sbattuto pesantemente contro la corazzata Racing alla U Arena, finendo con il pesante passivo di 58 a 6 nella quindicesima giornata del Top 14.
Un Clermont che ha necessità, quindi, di ritrovare il feeling con la Champions Cup. Quel feeling che gli aveva permesso di battere a dicembre per ben due volte consecutive nientemeno che i Saracens e di finire per dominare il girone di ferro di questa Champions Cup.
In qualche modo, come canta Pappalardo in questo pirotecnico e lisergico video del 1979, ricominciare ad amare la coppa regina e tornare al successo. Per farlo avrà dalla propria parte il pubblico del Marcel Michelin, dove i risultati dei gialloblu sono nettamente migliori e dove di recente hanno saputo battere squadre che li precedono non di poco in classifica nel campionato francese come Pau e La Rochelle (ma anche perdere contro Oyonnax, ultimo in Top 14).
Ci dev’essere, da parte di Clermont, la consapevolezza che però, dall’altra parte, arriva una corazzata. Una squadra attrezzata e in crescita, che vuole finalmente prendersi qualcosa anche sul palcoscenico europeo dopo la sconfitta contro i Saracens in finale di due stagioni fa.
Il Racing 92 ha messo nel motore un Pat Lambie in più in una linea arretrata già di per sé intrigante con Dan Carter, Teddy Thomas, Brice Dulin, Virimi Vakatawa e Maxime Machenaud. Partita davvero difficile da pronosticare: moltissimo dipende da quale Clermont vedremo in campo, se quello ormai indolente del campionato o un animale diverso, quello da coppa europea, la competizione su cui i gialloblu hanno puntato tutto.
Leinster – Saracens
I migliori anni della nostra vita di Renato Zero
“Sarà che noi due siamo di un altro lontanissimo pianeta“. Già, la partita di Dublino fra Leinster e Saracens è un match di livello astronomico, una partita che potrebbe benissimo essere una finale e che invece dovrà decidere quale delle due riuscirà a procedere fino alla semifinale europea.
Due squadre del massimo livello, due pesi massimi che si affrontano in ottanta minuti: questa è la crudele e spietata bellezza della Champions Cup.
Leinster e Saracens sono le due squadre che con più continuità hanno contraddistinto il rugby europeo negli ultimi anni. I precedenti dicono 2 a 0 in favore degli irlandesi, che avranno il vantaggio di disputare il quarto di finale in casa grazie al miglior risultato nella fase a gironi. Inoltre, il Leinster è l’unica squadra ad aver ottenuto solo vittorie in questa edizione della coppa regina.
Poche volte i londinesi si sono trovati nella posizione di sfavoriti, e di una misura per giunta così larga. Lo staff tecnico dei Saracens ha scelto di non far riposare i propri giocatori internazionali, facendoli scendere tutti in campo durante lo scorso fine settimana in Premiership. Una strategia che punta evidentemente a creare un affiatamento e una continuità di prestazioni che invece il Leinster potrebbe non avere.
La squadra irlandese viene sì dall’onda dei trionfi della nazionale, ma ultimamente ha potuto giocare assai poco con i migliori interpreti a disposizione e questo potrebbe aver messo un po’ di ruggine negli ingranaggi. Johnny Sexton, per dirne una, non veste la maglia numero 10 del Leinster dallo scorso 14 gennaio.
Nei giorni scorsi l’head coach di Leinster, quello Stuart Lancaster epurato dall’Inghilterra nel post-mondiale, ha avvertito i suoi di non prestare orecchio alle chiacchiere che vorrebbero i Saracens stanchi: quella di domenica sarà probabilmente una partita intensa come un Test internazionale.
Da parte inglese è certa l’assenza dell’infortunato Billy Vunipola, ma anche Owen Farrell è acciaccato e in dubbio per la sfida, con Alex Lozowski pronto a sostituirlo come numero 10 titolare. Ci sarà invece Brad Barritt, il capitano della squadra, che solo martedì si è sottoposto ad un intervento per inserire una placca metallica in conseguenza di una piccola frattura allo zigomo e già mercoledì si è presentato ai compagni, pronto a sostenere la sessione di allenamento.
Mettiamoci comodi sul divano, questi sono e saranno i migliori quarti di finale della nostra vita.
Lorenzo Calamai
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