Le spese per la candidatura alla Coppa del Mondo 2023 e l’ingresso nel Pro14 hanno avuto un grosso peso sul bilancio finale
La Federazione sudafricana ha annunciato una perdita di 33,3 milioni di Rand (circa 2,3 milioni di euro che sono “pre-tax loss”, ovvero al lordo delle imposte) nel risultato finanziario del 2017. La SARU, con un comunicato sul proprio sito ufficiale, ha spiegato il passivo con gli impegni profusi sul lungo termine, in particolare per la candidatura alla Coppa del Mondo 2023 e per l’ingresso nel Pro14 delle due nuove franchigie.
Questi investimenti, secondo la Federazione, hanno influenzato notevolmente il bilancio, che avrebbe altrimenti fatto registrare un discreto saldo positivo. Jurie Roux, amministratore delegato della SARU, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito: “Pensavamo che le prospettive sul lungo periodo del rugby in Sudafrica sarebbero migliorate significativamente con la Coppa del Mondo 2023. Gli investimenti fatti durante tutto il processo (24,4milioni di Rand nel 2017) erano giustificati dal fatto di essere stati il Paese raccomandato dallo studio portato avanti dal board della Rugby World Cup, prima che il voto dicesse altro”.
A sua volta, la possibilità di entrare nel Pro14 era stata considerata essenziale da parte del rugby sudafricano, desideroso di allargare i propri orizzonti gareggiando in una competizione dell’emisfero settentrionale. Una scelta fatta anche per fronteggiare le sfide che si presentavano alle due franchigie – i Cheetahs e i Kings – escluse dal Super Rugby. “Ci siamo ulteriori fondi per sottoscrivere la nostra partecipazione al Pro14, ma nel 2017 c’era ancora un costo netto per noi di 37 milioni di Rand. La Federazione lo considera come un buon investimento per la sostenibilità a lungo termine del rugby professionale in Sudafrica e, nel breve termine, per due importanti franchigie.
La Federazione ha poi snocciolato altri numeri del proprio bilancio: le entrate del 2017 sono ammontate a 1,19 miliardi di Rand (circa 81 milioni di euro, nel 2016 erano 1,21 miliardi di Rand), mentre le spese a 1,28 miliardi di Rand (circa 87 milioni di euro, nel 2016 erano 1,25 miliardi di Rand).
Il 33,7% di queste ultime sono state destinate come alle 14 Union federali e al welfare per i giocatori, attraverso diritti d’immagine e assicurazioni.
Tornando sugli investimenti straordinari, Roux ha detto che sarebbe stato impossibile raggiungere il breaking even (ovvero il valore che attesta la chiusura del periodo senza profitti né perdite). “Le prospettive per il 2018 e oltre sono promettenti. L’opportunità di generare nuove entrate esiste, mentre un’area chiave per il gioco è una revisione completa del numero di giocatori professionisti e dei relativi costi associati”:
“La Coppa del Mondo in Giappone offrirà altre importanti opportunità commerciali il prossimo anno – ha continuato Roux – attendiamo con impazienza il successo commerciale del tour dei British & Irish Lions nel 2021”.
Il bilancio finale sarà presentato per essere approvato al meeting annuale in programma venerdì 6 aprile a Città del Capo.
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