Champions Cup: i Saracens a Dublino, scontro frontale fra corazzate

Alle 16:30 italiana il big match che chiude il lotto dei quarti di finale di coppa. Una degna conclusione di un weekend eccezionale

ph. Reuters

Quanta Irlanda c’è nel Leinster di Leo Cullen e Stuart Lancaster? Quanto del DNA dei campioni in carica del Sei Nazioni è sedimentato nel codice genetico della squadra di Dublino? Riuscire a replicare a livello di club la cinica applicazione e la capacità di svolgere un compito individuale e collettivo che sono state il marchio di fabbrica dei vincitori del Grande Slam 2018, questa è la missione del Leinster che riceve fra le mura amiche dell’Aviva Stadium una delle migliori squadre d’Europa, quei Saracens che hanno alzato la Champions Cup nelle ultime due stagioni.

E’ la prima volta che le due squadre si trovano una di fronte all’altra in una partita ad eliminazione diretta, e il sapore è inequivocabilmente quello di una sorta di finale anticipata. Non che la strada al trofeo sia spianata per la vincitrice dell’incontro, ma entrambe le squadre sono attrezzate per poter arrivare fino in fondo. L’unico precedente fra le due squadre risale al lontanissimo 2011, un’era geologica ovale fa, quando gli irlandesi vinsero 43 a 20 grazie alle prestazioni di tanti uomini ancora oggi presenti: McFadden, Nacewa, O’Brien.

La forma dei padroni di casa

Proprio l’assenza dell’ultimo momento del potente flanker è un duro colpo per i padroni di casa, che però rimediano portando nella formazione titolare quel James Ryan che ha tanto ben figurato al Sei Nazioni e retrocedono un giocatore di spessore come Scott Fardy in terza linea, al suo ruolo originario, con il quale ha ottenuto 39 caps con l’Australia.

A completare la terza linea saranno Dan Leavy, anch’egli reduce da un gran Sei Nazioni, e Jordi Murphy, che veste la maglia numero 8 in luogo del ritirato Jamie Heaslip, che fra l’altro sarà presente e riceverà un tributo dai sostenitori della squadra nel prepartita, e dell’infortunato Jack Conan. Torna invece dall’infortunio un elemento importante come Rhys Ruddock, che si siederà in panchina accanto al ventunenne Max Deegan, al probabile esordio in Champions Cup (sic!).

La linea dei trequarti è invece, fatti salvi i lungodegenti come Henshaw, rimasta intatta e si giova del ritorno di tutti i giocatori della nazionale: da Kearney a Sexton, passando per Ringrose.  Notevole anche il possibile apporto dalla panchina per Leinster: McGrath e Porter pronti a dare il cambio in prima linea, i citati Ruddock e Deegan, ma anche Joey Carbery.

Come sempre, per Leinster molto passa da Johnny Sexton. Tutte le squadre sanno che mettere pressione sul numero 10 del Leinster e dell’Irlanda è la soluzione a tutti i problemi, ma riuscire a farlo non è la cosa più banale del mondo. Sexton è un giocatore che si esalta, poi, nei palcoscenici più importanti.

Il rischio per i dublinesi è che il calo di pressione conseguente al Sei Nazioni, unito al non aver giocato all’interno dei meccanismi del club per un po’, possa mettere qualche granello di sabbia in un ingranaggio fatto per schiacciare gli avversari, aggiungendo alla determinazione irlandese quel tocco di fantasia ed estro dei James Lowe e degli Isa Nacewa.

Lancaster ha ammonito i suoi, in conferenza stampa: “Questi ragazzi – ha detto l’ex CT inglese parlando dei Saracens e dei nazionali inglesi in particolare – lasciano una situazione dove non hanno avuto il risultato che volevano e la motivazione è quella di tornare al club e ricominciare a giocare. I Saracens sono un gruppo molto unito. Mark McCall ha fatto un gran lavoro nel creare quel senso di cultura e identità che guida la loro mentalità.”

Il suo partner in crime Leo Cullen gli ha fatto eco, con un pizzico di umiltà: “Se pensiamo alle qualità che hanno i Saracens e al loro record nell’ultimo paio di stagioni, loro sono la squadre che tutti cerchiamo di raggiungere e aspiriamo ad arrivare al loro livello. C’è stato un grande lavoro qui nelle ultime due stagioni per metterci nelle condizioni di essere in una partita di fronte ai Saracens. Perché loro sono la squadra che tutti noi cerchiamo di inseguire.”

Inseguiti da sé stessi

La stagione dei Saracens è finora stata al di sotto delle due precedenti, stellari edizioni. Un po’ il logoramento fisico dei tanti internazionali del club londinese, un po’ l’assenza prolungata di un giocatore come Billy Vunipola: insomma, quest’anno i Saracens sono riusciti a qualificarsi ai quarti di finale di Champions all’ultimo tuffo, strappando l’ultimo posto disponibile.

Dopo la doppia sconfitta in inverno contro Clermont nel girone, era già chiaro che le cose in aprile sarebbero state diverse, ma nonostante i miglioramenti i Saracens non sono ancora tornati al loro fulgore precedente. Certo è che il brutto Sei Nazioni giocato dall’Inghilterra ha sviluppato nei nazionali inglesi un certo revanscismo, che potrebbe trovare sfogo oggi su quello stesso palcoscenico dell’Aviva Stadium dove l’Inghilterra ha vissuto attimi molto difficili non più di due settimane fa.

Bisognerà vedere se la motivazione basterà per rispolverare i fasti dei Vunipoli e dei George, quest’ultimo assolutamente irriconoscibile rispetto al giocatore che dominava con i British & Irish Lions. Bisognerà vedere se Itoje, al di là dei pisolini, riuscirà a imporre il suo strapotere fisico e se Owen Farrell saprà orchestrare il tutto, rimesso in piedi con lo scotch da un acciacco subito in Premiership.

L’esempio, per primo, ha scelto di darlo il capitano operaio di questa squadra: a soli cinque giorni da un piccolo intervento chirurgico che gli ha inserito una placca metallica per riparare una frattura al volto, Brad Barritt scenderà in campo, perché ritiene troppo importante la partita per poter dare forfait.

Come un test match

Come è stato sottolineato da più parti durante la settimana, Leinster contro Saracens sarà una partita di club con un’intensità degna dei migliori test match internazionali, fra due squadre solide, collaudate e ambiziose. Entrambe puntavano a vincere questo trofeo: adesso, prima del previsto, si troveranno sullo stesso campo di gioco.

Entrambe hanno bisogno di portare in campo qualcosa in più rispetto a quello che si definisce l’A-game, la partita migliore che si può giocare. Serve qualcosa di davvero speciale per sopravanzare l’avversario. Il Leinster può sperare di trovarlo fra i circa sessantamila che assieperanno le tribune dell’Aviva Stadium di Dublino, i Saracens nella propria identità di pack of wolves, il branco di lupi a cui tante volte gli stessi appartenenti al club londinese hanno fatto riferimento.

Si gioca alle 16 e 30 agli ordini del fischietto francese Jerome Garcès. Leinster forse ha qualcosa in più nel fattore campo, nel gioco al breakdown e in rimessa laterale. I Saracens possono ancorarsi alla mischia e a una maggiore potenza fisica, specialmente nel reparto arretrato. Sediamoci comodi, che per ottanta minuti abbondanti ne vedremo delle belle.

 

Le formazioni

Leinster: 15 Rob Kearney, 14 Fergus McFadden, 13 Garry Ringrose, 12 Isa Nacewa (c), 11 James Lowe, 10 Johnny Sexton, 9 Luke McGrath, 8 Jordi Murphy, 7 Dan Leavy, 6 Scott Fardy, 5 James Ryan, 4 Devin Toner, 3 Tadhg Furlong, 2 Seán Cronin, 1 Cian Healy
A disposizione: 16 James Tracy, 17 Jack McGrath, 18 Andrew Porter, 19 Rhys Ruddock, 20 Max Deegan, 21 Nick McCarthy, 22 Joey Carbery, 23 Rory O’Loughlin

Saracens: 15 Alex Goode, 14 Liam Williams, 13 Marcelo Bosch, 12 Brad Barritt (c), 11 Sean Maitland, 10 Owen Farrell, 9 Richard Wigglesworth, 8 Jackson Wray, 7 Schalk Burger, 6 Nick Isiekwe, 5 George Kruis, 4 Maro Itoje, 3 Juan Figallo, 2 Jamie George, 1 Mako Vunipola
A disposizione: 16 Schalk Brits, 17 Richard Barrington, 18 Titi Lamositele, 19 Dominic Day, 20 Blair Cowan, 21 Ben Spencer, 22 Alex Lozowski, 23 Chris Wyles

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