Il nocetano spiega perché non è stato Banks a calciare l’ultimo piazzato, ma parla anche delle potenzialità della sua squadra
È difficile non concordare con Kieran Crowley (e tutti gli altri giocatori) nell’analisi del coach neozelandese dopo Benetton-Dragons, vinta da Leoni all’ultimo secondo. Per Crowley, i primi cinquanta minuti sono stati ampiamente positivi. “Dopo non abbiamo avuto il pallone fino agli ultimi cinque minuti, ogni volta abbiamo avuto un turnover. Il lato positivo è che abbamo trovato un modo per vincere. A volte giochi bene ma non sei fortunato, questa volta non abbiamo giocato così bene ma siamo stati anche fortunati”.
“Molti meriti vanno anche ai Dragons – ha continuato in conferenza stampa – Quando hai un grande vantaggio bisogna imparare a mantenere alta la pressione. Abbiamo imparato alcune lezioni da questa partita”. In merito alla corsa per il quarto posto, Crowley sottolinea come il Benetton non abbia il pieno controllo della situazione. “L’unica cosa che possiamo fare è preparare al meglio la partita contro il Leinster […] È una cosa positiva per i ragazzi essere lì comunque”.
La versione di Tito
Successivamente è Tito Tebaldi ad intervenire. La responsabilità dell’ultimo calcio decisivo è toccata al nocetano, quando tutti pensavano fosse Banks a decidere le sorti del match. Il mediano di mischia spiega il perché: “Ultimamente abbiamo avuto entrambi problemi alla caviglia, solo che lui li ha al piede con cui calcia. Il giorno della partita è sempre un giorno particolare, non sai mai come ci arrivi. Ti prepari per essere al meglio, ma magari qualcosa non va per il verso giusto. Marty mi ha detto che non stava benissimo e mi ha chiesto di calciare al posto suo”.
“Cosa ho pensato in quel momento? Probabilmente se ti metti a pensare rischi di farti sopraffare dalla pressione e dallìimprotanza della situazione, non mi ricordo nemmeno più niente. Ho calciato, non ho guardato la palla ed è andata dentro”.
Sull’andamento incontrollato della partita, Tebaldi ricorda come “non si giochi contro sparring partner. Si gioca contro squadre che vogliono vincere tanto quanto te. È una prova di maturità, qualche anno fa una partita del genere non l’avremmo recuperata. Per migliorare non dobbiamo arrivare a questo punto, non dobbiamo lasciare tanti palloni da giocare ai Dragons. Non dobbiamo sottovalutare l’avversario, personalmente non l’ho fatto ma non posso entrare nella testa di tutti. Nel secondo tempo loro ci hanno creduto più di noi”.
La gestione del match e di eventuali grandi vantaggi è un altro punto da migliorare in casa Benetton. “Dobbiamo capire che anche noi possiamo essere capaci di vincere una partita di 40 o 50 punti. Lo hanno fatto gli altri in passato, possiamo farlo pure noi”. Sulla possibilità di giocarsi il playoff Champions, Tebaldi scherza: “Edimburgo ha perso l’unica partita che avrebbe dovuto vincere”.
Le parole di Sgarbi e Ruzza
Alberto Sgarbi, che ha vissuto anche la stagione delle dieci vittorie nel 2012/2013, analizza brevemente il percorso di crescita trevigiano. “La preparazione alla partita e il modo in cui lavoriamo sono cambiati molto rispetto al passato – ha detto il capitano – È evidente che siamo sulla direzione giusta”.
Il Man of the Match, Federico Ruzza, commenta a sua volta il match. “Abbiamo sofferto, potevamo chiuderla prima ma è bello vincere anche così. Abbiamo dimostrato maturità nel mettere pressione negli ultimi minuti e nel tornare sotto. Il calo del secondo tempo? C’è anche l’altra squadra in campo. All’inizio siamo stati bravi a tener palla e a giocar noi. Abbiamo avuto delle occasioni anche nella ripresa, potevamo segnare 2-3 mete, ma gli errori fanno parte del rugby. Siamo stati imprecisi, abbiamo perso anche un paio di touche. Poi quando siamo tornati ad essere efficaci in fase di conquista siamo rimasti nei 22 negli ultimi dieci minuti”.
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