Raelene Castle ha detto che il giocatore ha riconosciuto di aver esagerato, e che ci saranno altri colloqui
Raelene Castle, Ceo della Federazione australiana, ha parlato alla stampa dopo l’incontro avuto con Israel Folau in seguito al discusso post su Instagram del giocatore dei Wallabies, che qualche giorno fa ha risposto ad un utente dicendo che gli omosessuali sono destinati “all’inferno, a meno che non si pentano e si convertano a Dio”.
Stando alle parole di Castle, il colloquio è stato molto aperto e rilassato, anche se si tratta soltanto dell’inizio di un percorso, visto che le parti si incontreranno ancora. L’amministratice delegata ha precisato come al giocatore non sia stato chiesto di rivedere le proprie convinzioni: “Siamo fieri del fatto che sia pronto a difendere ciò in cui crede. Vogliamo atleti che siano preparati a farlo, è molto importante. Allo stesso tempo, tuttavia, l’ARU ha delle politiche di inclusione e vuole che i social media vengano utilizzati con rispetto […] Quello che vogliamo è che queste piattaforme vengano usate in una maniera positiva”.
Castle ha assicurato sul fatto che Folau, a cui per il momento non è stata comminata alcuna sanzione, riconsidererà il suo approccio sui social. “Anche Israel ha riconosciuto che avrebbe potuto dare una spinta diversa a quel messaggio, facendolo in modo meno irrispettoso. Ha certamente capito di aver causato a qualcuno del dolore attraverso quelle parole”.
Il dialogo tra Folau, Federazione e Waratahs assume ulteriore rilevanza se si pensa che il contratto del giocatore, tra i più pagati e apprezzati in patria, scade proprio a fine stagione. “Siamo in trattativa con Israel per prolungare l’accordo – ha dichiarato Castle – Sarebbe molto importante per noi, è un grande giocatore e ci ha regalato alcuni grandi risultati. Per noi è anche un esempio e un modello per la comunità delle isole pacifiche”.
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