Consolidamento e livelli di competitività al centro della riflessione. Mentre resta in secondo piano l’idea statunitense
Un po’ l’arrivo della fine della stagione regolare, un po’ il “viaggio terribile” da Cardiff al Sudafrica per i Blues – con conseguenti lamentele – un po’ l’idea di tracciare un bilancio su questa prima annata allargata ed ecco che al termine di tutto l’atteso intervento del CEO del Pro14 Martin Anayi è arrivato.
La partnership col Sudafrica: solida e in espansione
“Il legame con il Sudafrica per noi è un’opportunità a lungo termine – afferma Anayi – e sappiamo che anche dalla loro parte c’è voglia di continuare a lavorare con noi. I Cheetahs si sono resi da subito competitivi e con l’arrivo di Franco Smith, che ha già allenato a queste latitudini con il Benetton Treviso nel vecchio Pro12, cercheranno un ulteriore salto di qualità; mentre con i Kings dovremo inevitabilmente rivedere qualcosa, ma siamo certi che dalla prossima stagione avranno una squadra all’altezza considerando che avranno anche la possibilità di partire da subito con una preparazione mirata per il Pro14”.
Un rapporto quindi che non sembra mostrare alcuna crepa, anzi: Rassie Erasmus, allenatore degli Springboks, e il presidente federale sudafricano Jurie Roux saranno a breve nominati nel Consiglio d’Amministrazione della kermesse. Segno che la “Rainbow Nation” ci tiene eccome e non è detto che in futuro non possa formare altre franchigie deputate all’ingresso nel torneo celtico.
Il problema dei viaggi: parola d’ordine “pianificazione”
Le trasferte sudafricane hanno reso tutti contenti o quasi. Inevitabilmente ci sono state disavventure dal punto di vista logistico: l’ultima quella dei Cardiff Blues, che per arrivare a Bloemfontein ci hanno messo 55 ore.
Anche qui il CEO è voluto intervenire spiegando che servirà una migliore pianificazione dei calendari e degli spazi previsti per l’andata e il ritorno dal Sudafrica, ma alla prima stagione i disagi non sono stati poi così esagerati.
Verso gli Stati Uniti? In questo momento non una priorità
Con l’allargamento da 12 a 14 squadre e l’inserimento di un nuovo continente all’interno del campionato, in molti avevano raccolto voci di possibili mire espansionistiche della competizione anche negli States. Anayi non ha confermato questo, piuttosto si è espresso raffreddando un po’ la pista che portava oltreoceano: “Con l’allargamento, grazie ai nuovi partner sudafricani, l’idea di avere un allargamento verso gli Stati Uniti è stata messa per il momento in secondo piano”.
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