All’ultimo respiro

Abbiamo classificato le migliori partite delle franchigie italiane nel Pro14 decise nei minuti finali

pro14 zebre treviso 2015

ph. Sebastiano Pessina

Una partita decisa all’ultimo secondo amplifica le emozioni. Consuma interiormente ciascuno di noi a diversi livelli, anche nelle sfide meno significative. Un assalto sui 5 metri, l’attesa per un calcio di punizione o la scientifica preparazione ad un drop in zona Cesarini è sempre un film a parte e ha una trama a sé. Dalle azioni più epiche della storia rugbistica, un team di ottimi montatori e direttori della fotografia potrebbe ricavarne dei cortometraggi piuttosto interessanti.

E che dire poi della colonna sonora: come vedreste una composizione di Hans Zimmer con la cavalcata degli All Blacks contro l’Irlanda all’ultimo minuto del 2013? Oppure, prendendola in prestito da Titanic, My heart will go on di Céline Dion ad accompagnare le ultime fasi irlandesi e il drop di Sexton? Qualcuno, in questo senso, ci ha già anticipato.

Mai nessuno, inoltre, ha pensato ad un nome adeguato agli ultimi minuti di una partita di rugby. ‘Zona Cesarini’, com’è noto, è un’espressione prettamente calcistica, derivante dalla tendenza del centrocampista della Juventus Renato Cesarini nel segnare diversi gol nei finali di gara negli anni ’30. Non dovrebbe essere il momento di istituire una ‘Zona Wilkinson’, una ‘Zona Sexton’ o una ‘Zona Stransky’? Volendo essere più nazionalpopolari, anche ‘Zona Marcato‘ potrebbe essere accettabile. I nomi, in ogni caso, sono molto importanti, soprattutto quando si parla di partite clutch.

Anche Benetton Treviso, Zebre e Aironi, nel loro piccolo, sono state protagoniste di svariati cortometraggi dell’ultimo secondo nella loro avventura celtica. Già arrivare a giocarsi l’intera posta in palio allo scadere, del resto, rappresentava spesso un deciso scossone emotivo; figurarsi vivere gli istanti finali prima del gesto risolutore, qualunque esso fosse, a prescindere dall’esito positivo o negativo di una partita. Con questa premessa, abbiamo catalogato le migliori partite delle franchigie italiane risolte all’ultimo respiro.

8. Ulster v Benetton Treviso 29-29 (1 marzo 2013)

È una partita rimasta nell’immaginario collettivo dei tifosi biancoverdi più di altre, sia per l’eccezionalità del pareggio sia per la tripletta messa a segno da un sontuoso Dean Budd, che ora del Benetton è capitano e indiscutibile pilastro. Meriterebbe forse una classifica migliore, ma la partita non fu trasmessa in diretta in Italia, per cui il massimo dell’adrenalina proveniva dall’aggiornare sistematicamente il live testuale sul sito del Pro12 (oppure attendere la cronaca su On Rugby). In entrambi i casi, troppo poco per stare più in alto, anche se l’attesa per capire se la trasformazione di Di Bernardo all’ultimo secondo sarebbe entrata o meno potrebbe essere stata piuttosto snervante.

7. Edimburgo v Zebre 14-19 (28 ottobre 2016)

In linea generale, vale lo stesso discorso della partita tra Benetton e Ulster: non potendo guardarla in diretta, il fascino del finale thriller si disperde inevitabilmente. Ma l’estemporaneità della vittoria (dopo questa, le Zebre torneranno a trionfare soltanto ad aprile), la reazione alle due mete nella ripresa degli scozzesi e la pregevole azione con cui è arrivata la meta al 77′ la rendono comunque meritevole di un settimo posto più che dignitoso.

6. Zebre v Scarlets 26-28 (11 aprile 2015)

In quella stagione conclusa con tre vittorie, 15 punti e l’ultimo posto, le Zebre avevano già dovuto subire l’onta di un sorpasso negli ultimi dieci minuti qualche mese prima, contro gli Ospreys (finì 14-15). Questa volta tutto sembrava girare per il verso giusto, anche perché Gonzalo Garcia al 77′ aveva riportato avanti i bianconeri nel ping pong di piazzati della ripresa. Ma, soprattutto, Rhys Priestland ne aveva sbagliato una da posizione angolata al minuto 79. Delle Zebre piuttosto indisciplinate, tuttavia, concedono al mediano ospite una nuova chance dalla stessa e identica posiione, rischiando di far andare in apnea il pubblico del Lanfranchi per tutto il fiato trattenuto nel giro di cinque minuti. Il gallese centra i pali, decidendo che il dramma dovesse essere a tinte solo bianconere.

5. Benetton Treviso v Dragons 29-27 (7 aprile 2018)

Se avesse avuto un rendimento normale, difficilmente questa partita avrebbe fatto parte della lista. Con ottanta minuti sul pezzo e senza sbavature, il Benetton non avrebbe dovuto avere alcun problema a chiudere con un gap di 20-25 punti rispetto ai Dragons, vista la netta superiorità del primo tempo. Non vincere mai, però, ha come effetto collaterale anche una certa difficoltà nell’aggrapparsi a quella superiorità e utilizzarla contro gli avversari per gestire il punteggio. E quindi Tito Tebaldi, al minuto 82, si è dovuto reinventare anche piazzatore clutch a causa di alcuni problemi fisici di Banks, regalando il decimo successo ai suoi. Monigo sembrava divorato dall’ansia, ma chi invece sembrava aver legato la propria esistenza all’ultimo calcio finale era il signor Luciano Benetton. E il suo volto a dir poco teso restituisce anche la passione dell’imprenditore per la palla ovale, soddisfatta da una vittoria arrivata nel modo più appagante dal punto di vista emotivo.

4. Benetton Treviso v Scarlets 22-20 (29 settembre 2012)

Soltanto due settimane prima, il Benetton aveva perso in maniera rocambolesca un’altra partita di fronte al proprio pubblico (ci arriveremo, tranquilli), un dettaglio che aumentava sensibilmente il tasso di drammaticità dei minuti finali. Treviso risale la china dal 12-20 prima con la meta su intercetto di Robert Barbieri (ma quante ne ha fatte così in carriera?) e poi ha a disposizione un piazzato dalla lunga distanza con Alberto Di Bernardo. Tutto il pubblico ha ancora ben chiare le immagini di quattordici giorni prima, ma può scacciare la paura (una signora è indecisa se guardare o meno) e liberare il boato quando l’italo-argentino centra i pali.

3. Zebre v Ospreys 30-27 (1 maggio 2014)

Dopo le ventotto sconfitte su ventotto partite della prima sciagurata stagione, per le Zebre le cose cominciano ad andare meglio nel 2013/2014. Quattro successi, due pareggi e diverse buone prestazioni che facevano ben sperare. Alla penultima giornata, i bianconeri salutano il proprio pubblico con la sfida agli Ospreys, ancora in corsa per un posto in semifinale e capaci di mettere apparantemente in ghiaccio la partita sul 16-27 al 68′. Invece, i bianconeri costruiscono una delle rimonte più belle della storia, marcando prima con Leonard e poi con Palazzani a cronometro già rosso, in un Lanfranchi che ribolliva come pochissime volte (purtroppo) è accaduto in questi sei anni. Le urla di Andrea Cavinato spiegano al meglio il concetto di ‘carica agonistica’.

2. Zebre v Benetton Treviso 28-25 (27 dicembre 2015)

Va bene, nessuna se la ricorda per la partita più spettacolare di sempre (anzi), possiamo essere tutti d’accordo. Anche in questo caso, però, il Lanfranchi di Parma può gioire a tempo scaduto, al termine di una partita dai tanti capovolgimenti di fronte e che il Benetton sembrava aver messo in cassaforte con la meta di un superlativo (sigh!) Zanusso al 75′. In una partita contrassegnata dalla più padana delle nebbie, l’ultimo regalo di un match con diversi errori è però di Treviso, che concede falli a ripetizione e permette al pubblico di scaldarsi). Il cronometro è già oltre l’ottantesimo quando Fabiani alza velocemente il pallone per van Schalkwyk che lo schiaccia in meta, diventando il primo (e finora unico) uomo clutch di un derby celtico.

1. Benetton Treviso v Leinster 18-19 (22 settembre 2012)

Cinque anni e mezzo dopo, Jonathan Sexton si sarebbe ricordato di quel drop a Monigo in un pomeriggio di fine estate quando si ritrovò sul suolo dello Stade de France a decidere la sfida tra Francia e Irlanda, nella prima giornata del Sei Nazioni 2018. “Sono andato indietro negli anni, ad una gara giocata in trasferta a Treviso, ero in una posizione identica e ho avuto un flashback” – ha dichiarato Sexton nel post partita di Parigi. Ai tempi, aveva 27 anni e, da fuoriclasse affermato qual era già, decise di spegnere l’entusiasmo di un Monigo infiammato come non mai dalla meta di Semenzato con un colpo da maestro, propedeutico al drop leggendario calciato in seguito.

Forse è anche per questo che questa partita si trova al primo posto: non solo per un vortice di emozioni contrastanti (l’entusiasmo del Benetton, la disperazione del Leinster, un pubblico caldo in uno stadio pieno), ma anche perché con cinque anni e mezzo di anticipo tutti i presenti sono stati testimoni dell’inizio di un percorso incredibile. Un “io c’ero” di relativo valore, ma con un marchio nella storia.

Daniele Pansardi

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