Guida alle semifinali di Champions Cup

Domenica sera conosceremo i nomi delle due finaliste che si giocheranno la coppa a Bilbao

ph. Paul Harding/Action Images

Si disputano questo fine settimana le due semifinali della Champions Cup: Leinster dovrà fare pochi chilometri per spostarsi dal proprio stadio alla Royal Dublin Society e scendere in campo all’Aviva Stadium contro gli Scarlets, mentre in Francia si gioca a Bordeaux, ben lontano dalla Parigi del Racing 92 che dovrà vedersela contro Munster.

Due semifinali con due squadre chiaramente favorite, Leinster e Racing 92, e due outsider di tutto rispetto, le squadre giuste per tentare il colpaccio in traferta. A Dublino si gioca sabato pomeriggio alle 16:30, a Bordeaux domenica alle 16:15. Domenica sera sapremo quali sono le squadre che si sono conquistate il diritto di giocarsi la salita sul tetto d’Europa nella finalissima di Bilbao.

Leinster ospita gli Scarlets

L’entusiasmo è dalla parte degli Scarlets. A partire dall’head coach Wayne Pivac, chi dei campioni in carica delle ex-Pro12 ha parlato in settimana lo ha fatto con convinzione e slancio, soffermandosi anche sulla relativa importanza di giocare all’Aviva Stadium, arena non poi così neutrale: “E’ il luogo dove abbiamo giocato la finale lo scorso anno e ci è davvero piaciuto – ha detto alla stampa Pivac – Ci sarà un sacco di supporto da parte dei tifosi locali, ne sono certo, ma un tifoso degli Scarlets vale dieci di quelli dei nostri avversari. Abbiamo lavorato davvero duro per arrivare in semifinale e dovunque essa si giochi non è un problema per noi.”

“Abbiamo tanti giocatori che hanno giocato a livello internazionale e questa per noi è una opportunità: siamo a 80 minuti dal fare la storia, arrivare per la prima volta in finale. Questo è il modo in cui ci stiamo approcciando alla partita. Sono gli altri che decidono che cosa è neutrale e che cosa non lo è.”

Sono attese migliaia di tifosi in maglia rossa a Dublino, a Llanelli tutti sognano la finale e c’è grande euforia per spingere il club verso un traguardo eccezionale, riportando alla mente i fasti degli anni Settanta. Lo racconta Rhys Patchell: “Ci sono 4mila tifosi che sono partiti per Dublino: l’ultimo ad uscire da Llanelli ha spento le luci. Sono soldi guadagnati con il duro lavoro che vengono spesi. Questi tifosi fanno davvero la differenza. […] Questo club significa tantissimo per tanta, tanta gente.”

Certo, gli Scarlets non sono i favoriti di questa semifinale: si tratta di andare a giocare nella tana del lupo contro l’unica squadra che, finora, non ha perso neanche una partita in Champions Cup. In questa stagione, inoltre, gli Scarlets non sono mai riusciti a battere la squadra irlandese nei due incontri di Pro14: a Dublino è finita 20 a 13, mentre sotto la pioggia di Llanelli la squadra di casa è riuscita a strappare un pareggio per 10 a 10.

Dovranno raccogliere tutte le energie e ritrovare la magia di quella semifinale di campionato dello scorso anno, vinta proprio a Dublino (ma all’RDS e non all’Aviva) contro un Leinster strafavorito.

“Forse siamo sottovalutati, ma è qualcosa di cui non ci interessa molto – ha detto in settimana il pilone Rob Evans, facendo eco a Patchell e Pivac – Siamo soddisfatti di noi stessi e anche la nostra gente ha fiducia in noi. Se qualcuno vuole sottovalutarci allora buona fortuna, ma faremo parlare il campo e vedremo poi quale sarà il risultato.”

Entrambe le squadre vengono da risultati inaspettati nello scorso fine settimana: il Leinster ha perso in rimonta dal Benetton Treviso, mentre gli Scarlets sono andati pesantemente sotto ad Edimburgo. Sicuramente una differenza di motivazioni e il riposo della maggior parte dei titolari hanno fatto la loro parte, ma in ogni caso entrambe le squadre arrivano con un piccolo stop alla loro fiducia.

Il Leinster deve fare i conti con alcuni infortuni: la stella Sean O’Brien è in dubbio, e con lui anche l’altro terza linea Rhys Ruddock. Nonostante queste assenze pesanti, c’è grande profondità nella terza linea irlandese, con Dan Leavy, migliore in campo contro i Saracens, e Jack Conan pronti a dare il loro contributo.

– Leggi anche: una difesa lucida, un attacco spietato: chi ferma Leinster?

Più problematica sarà l’assenza del numero 9 Luke McGrath, il cui infortunio alla caviglia lo terrà lontano dalla semifinale. La sua assenza innesca un domino di conseguenze: l’assenza di McGrath significa che il titolare sarà Jamison Gibson-Park. La scelta del mediano kiwi comporta però che, per via delle restrizioni sull’uso di giocatori non europei in Champions Cup (ad ogni squadra è permesso schierare un massimo di due giocatori non europei), solo uno fra Scott Fardy e James Lowe possa scendere in campo.

Probabilmente sarà l’ex freccia dei Maori All Blacks a dover rinunciare alla semifinale, una perdita significativa per l’attacco di Leinster. Il capitano Isa Nacewa potrebbe spostarsi all’ala, dopo aver impressionato nel quarto di finale come primo centro al fianco di Johnny Sexton, visto il probabile ritorno di Robbie Henshaw.

Come sempre, la squadra di Dublino gira intorno alle qualità del succitato Sexton, anche se le tante armi a disposizione rendono la sua neutralizzazione insufficiente ad avere la meglio contro una squadra la cui completezza impressiona ogni volta.

Gli Scarlets sono chiamati a una prova nuova, di un livello superiore a quelle affrontate fino ad adesso. Dimostrarsi all’altezza della situazione potrebbe non essere abbastanza. Ci vorrà tutta la classe, la spregiudicatezza e l’ispirazione del club di Llanelli per imporsi all’Aviva Stadium, sfruttando ogni sbavatura degli avversari e ogni possibile anello debole. Contrariamente a quanto si possa pensare di primo acchito, per gli Scarlets sarà fondamentale la prova degli avanti: mettere pressione su Gibson-Park, che questo livello di rugby non l’ha finora mai visto, e contendere ogni singolo raggruppamento con le qualità di Beirne, Davies e Shingler. Insidiare il possesso di palla avversario e farlo proprio è la chiave per la sopravvivenza dei gallesi.

Battaglia a Bordeaux

Si giocherà allo Stade Chaban-Delmas di Bordeaux la sfida fra Racing 92, teoricamente padroni di casa sebbene a diversi chilometri dalla U Arena, e Munster, che di questo stadio ha un ottimo ricordo, avendo battuto lo Stade Toulousain in una gloriosa semifinale europea nell’ormai lontano 2000.

Non sempre felici, però, i ricordi delle semifinali per il Munster, in particolare contro squadre francesi. Quella di domenica sarà la tredicesima semifinale della coppa europea regina per la squadra di Limerick, record assoluto di apparizioni. Solamente in quattro delle precedenti dodici occasioni, però, il Munster è riuscito ad accedere alla finalissima. Delle dodici semifinali disputate, ben sette sono state di fronte a squadre francesi, con un bilancio di due vittorie (Stade Toulousain, come detto, nel 2000 e Castres nel 2002) e cinque sconfitte.

Per concludere l’almanacco dei precedenti, Munster e Racing 92 si sono incontrate sei volte in totale, con quattro vittorie per gli irlandesi. Quest’anno le squadre erano inserite nello stesso girone di Champions Cup, e sebbene il Munster ne sia uscito come testa di serie, le squadre si sono divise i due incontri che le hanno viste di fronte, con la vittoria che è andata sempre alla squadra di casa.

La motivazione fra i munstermen è alta: il club, abituato agli allori, non vince la Champions Cup da oramai dieci anni. Eppure, nella partita di domani, è il Racing 92 che veste il ruolo di favorita, seppure di un ristretto margine.

Laurent Travers, che potrebbe essere il primo a vincere una Champions sia da allenatore che da giocatore dopo aver ottenuto il successo con Brive nel 1997, e il suo co-allenatore Laurent Labit sanno bene di non potersi poggiare sulla statistica del fattore campo (il 64% delle semifinali europee è andato alla squadra di casa), visto che proprio il Racing fu protagonista, due anni or sono, nell’unica semifinale giocata dal club, quella volta contro i Leicester Tigers.

I due allenatori coltivano il lusso di poter scegliere fra due mediani di apertura come Pat Lambie e Dan Carter, che partendo dalla panchina è riuscito a fare la differenza nel quarto di finale contro Clermont. Squadra dalle mille risorse, i parigini possono contare sia su un pacchetto di mischia abrasivo e ben equilibrato nei diversi ruoli, con Donncha Ryan nel classico ruolo dell’ex, e una backline dove c’è solo l’imbarazzo della scelta nello scegliere il giocatore più pericoloso.

Dall’altra parte, per Munster, dietro al trio di lusso composto da Conor Murray, Peter O’Mahoney e CJ Stander c’è la manovalanza di tanti giocatori che diventano migliori data la somma delle loro caratteristiche. L’unione fa la forza per questo Munster che forse è la squadra che a livello di talento è la meno equipaggiata delle quattro semifinaliste, ma che ha già dimostrato nei quarti di avere un’anima infinita.

Stavolta, però, si gioca lontano dalla magia del Thomond Park, in una terra straniera e soleggiata: servirà che tutti i giocatori facciano salire ancora di un gradino il proprio rendimento, difendere con le unghie e con i denti il proprio territorio e affidarsi ai fondamentali che Munster sa giocare meglio: mischia chiusa, maul, chiudere il gioco e farlo diventare una battaglia su ogni punto d’incontro, per ogni pallone, là dove il cuore dei giocatori si moltiplica e le energie si confrontano goccia dopo goccia di sudore. Per chi ha coraggio e fede, nulla è impossibile.

Lorenzo Calamai

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