Un video tributo al simbolo del Connacht, che lascia il rugby dopo 15 anni e oltre 300 partite
“Quindici anni, 326 partite. Ossa rotte, grandi vittorie, brutte sconfitte.” Comincia così il piccolo monologo di John Muldoon, capitano 36enne del Connacht, che invita tutti a seguire la sua ultima partita prima del ritiro, quella che domani vedrà di fronte la squadra di Galway al Leinster.
Leggi anche: Connacht, si chiude l’era di John Muldoon
In Inghilterra usano il termine unsung hero, per descrivere il cavaliere di cui non vengono spesso cantate le gesta, proprio come lo sono i giocatori come Muldoon, fedeli per una carriera intera ad un club, senza il talento per essere protagonisti sulla scena internazionale, ma sempre presenti, pronti ad infilare maglia e scarpini per mettersi a disposizione della propria squadra.
Un ruolo particolarmente apprezzato in Irlanda, con esempi alti come il Mick O’Driscoll simbolo di Munster negli anni Duemila, sempre dietro alla premiata ditta O’Connell-O’Callaghan ma uomo vitale per lo spogliatoio di Limerick.
John Muldoon ha ottenuto solamente tre presenza in una nazionale irlandese dove la concorrenza per il ruolo di flanker è sempre stata micidiale, ma la storia della sua carriera si dipana nella contea di Galway, nell’Irlanda verde e profonda, dove è nato e cresciuto e dove è diventato la colonna portante della franchigia locale, vestendo la maglia di Connacht per 326 volte a partire dalla stagione 2003/2004.
In quella stessa stagione, nello staff tecnico di Connacht, c’era Michael Bradley, l’attuale allenatore delle Zebre. In un’intervista di qualche anno fa, Muldoon ha ricordato del loro rapporto non proprio eccellente, e di come l’allenatore lo considerasse: “Dopo un po’ di tempo al club – ha raccontato il giocatore, all’epoca ventenne – mi disse che avevo raggiunto il mio massimo. Un anno dopo mi disse che stavo avendo risultati migliori del previsto.”
Risultati che sarebbero diventati una costante, giungendo nel 2008 a ottenere, sulla base del merito, il capitanato della squadra. E poi arriva il giorno in cui anche un club player ottiene la sua fetta di allori, ricompensa adeguata agli sforzi: il 26 maggio del 2016 Connacht batte Leinster in finale e si aggiudica il primo trofeo della sua storia, con Muldoon che alza al cielo la coppa del Pro12.
Questo sabato, John Muldoon vestirà per la trecentoventisettesima e ultima volta la maglia verde del Connacht, con la fortuna di farlo davanti al proprio pubblico, allo Sportsground di Galway, proprio contro lo stesso Leinster. I suoi tifosi riempiranno gli ottomila posti del piccolo stadio di quel pezzo d’Irlanda per celebrare un eroe poco celebrato, ma un simbolo autentico di una terra particolarmente ovale.
15 years, 326 games, but every journey sadly must come to an end…#ThanksMul
?➡ https://t.co/4BdZ5dKMKz pic.twitter.com/6hJ8KfLp2s
— Connacht Rugby (@connachtrugby) 20 aprile 2018
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.