Rovigo-Calvisano, la semifinale di andata si astiene (o quasi)

La vittoria non sembra dare grandi vantaggi ai rossoblu, troppo fallosi in touche. Ma anche i bresciani dovranno cambiare marcia

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ph. Tommaso Del Panta

Tanti errori, poca continuità e una partita, brutta, sporca e agonisticamente cattiva. Che potesse essere una sfida giocata metro su metro e senza grandi ricami era preventivabile, ma la tensione della semifinale e la posta in palio hanno influito ancor di più su una sfida giocata a singhiozzo, con tante mischie e una marea di turnover da una parte e dall’altra. Nel ping pong finale di calci piazzati alla fine ha prevalso Rovigo, ma i rossoblu hanno un vantaggio fin troppo risicato in vista del ritorno a Calvisano per potersi permettere qualunque festeggiamento.

Rovigo, lotta ed errori

La prestazione scialba di Rovigo è stata caratterizzata soprattutto dalla deficitaria rimessa laterale, con otto lanci rubati da parte degli avversari di cui diversi in zone pericolose del campo. I rodigini non hanno mai saputo sfruttare queste piattaforme per dei lanci di gioco potenzialmente interessanti, fattore che ha contribuito a rendere ancor più chiuso il match.

“Abbiamo gettato alle ortiche tre ottime occasioni ai 5 metri avversari – ha dichiarato al Gazzettino Joe McDonnell – Con l’ovale bagnato non si sarebbe dovuto lanciare in fondo allo schieramento. Errori gravi che non dovranno ripetersi a Calvisano se vorremo centrare la finale”.

ll neozelandese, nonostante la vittoria, non nasconde le grandi difficoltà derivanti dalla gestione di un risultato del genere. “Giocando il ritorno in casa, i gialloneri hanno il 75% di possibilità di qualificarsi. Per impedirglielo al San Michele occorrerà fare molto più di quanto abbiamo fatto ieri”.

Come nell’ultimo derby contro il Petrarca, spesso i rodigini hanno anche peccato di acume e concentrazione. “Calvisano dimostra di essere sempre focalizzato sull’obiettivo – ha detto McDonnell – Noi invece in alcuni momenti manchiamo di lucidità. Non credo sia una questione di nervosismo: in rosa ci sono giocatori esperti che hanno alle spalle molti playoff. A questo punto della stagione non ci devono essere alibi”.

Rovigo, al momento, si può consolare per l’egregia difesa (mai il Calvisano era rimasto sotto la doppia cifra in stagione) lo spirito di sacrificio con cui è stata interpretata la sfida, ma tra una settimana tutto ciò potrebbe non bastare.

Polveri bagnate per Calvisano

Se la partita è rimasta sempre equilibrata, tanti demeriti vanno iscritti anche ai campioni d’Italia in carica per l’incapacità di sfruttare i tanti turnover generati dalle touche altrui conquistate. I trequarti si sono visti poco, così come Novillo, ma in generale è mancata quell’efficacia in fase offensiva che è stato un marchio di fabbrica durante tutta la stagione calvina.

“È stato un match brutto. Ce lo aspettavamo così, molto combattuto e giocato punto a punto – ha dichiarato il tecnico Brunello – Onestamente mi pesa un po’ quell’ultimo calcio fischiato a favore del Rovigo per un nostro velo sul recupero del calcio di ripresa”.

Sulle difficoltà nel trovare varchi nella difesa giallonera: “Abbiamo perso un paio di palloni a pochi passi dalla meta che solitamente non perdiamo. In generale, non siamo mai riusciti a dare ritmo, a trovare continuità e avanzamenti consistenti. Continuo a essere convinto che la mia squadra possa arrivare in finale, ma mi dispiace che qui al “Battagliani” tale convinzione non sia cresciuta”.

Una partita ad andamento lento ha inevitabilmente favorito Rovigo, bravo a rallentare la voglia di muovere l’ovale del Calvisano, che nonostante il maggiore possesso non è mai riuscito a trovare una soluzione per arginare la fisicità rossoblu. Per i bresciani, invece, la nota positiva può essere il rendimento della mischia chiusa, sulla carta di gran lunga inferiore a quella avversaria ma dimostratasi capace di contrastare lo strapotere rossoblu.

Al ritorno, tuttavia, per entrambe le squadre servirà qualcosa di più del semplice annullamento dei punti di forza avversari.

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