Le dichiarazioni polemiche del terza linea inglese sono arrivate dopo un fallo fischiatogli dall’arbitro per un placcaggio alto
Per James Haskell, terza linea dei Wasps, quella di domenica contro Northampton è stata l’ultima partita giocata davanti al pubblico amico della Ricoh Arena. A fine partita, il 33enne si è trattenuto ai microfoni di BT Sport per le consuete interviste post gara, ma le sue dichiarazioni non sono state altrettanto canoniche o di rito.
Riferendosi ad un fallo per un placcaggio alto fischiatogli contro dall’arbitro, Haskell ha dichiarato: “Sono piuttosto emozionato per quell’ultima penalità, non capisco cosa stia succedendo al rugby. Penso che mi sto facendo da parte al momento giusto (Haskell lascerà i Wasps a fine stagione, ma non ha trovato nessun contratto in Inghilterra per ora, ndr), perché penso stia divetando uno sport un po’ patetico”.
“I don’t know what’s happened to rugby? It sounds like I’m fading out at the right time, it’s becoming a bit of a pathetic sport at the moment.”
James Haskell. No. Holding. Back.
— Rugby on BT Sport (@btsportrugby) 29 aprile 2018
Haskell non è nuovo a dichiarazioni piuttosto critiche sulla direzione a suo dire intrapresa dal rugby moderno. Qualche mese fa, si espresse in maniera netta sulla mancanza di personalità nei giocatori attuali, ma anche sull’utilizzo dei social media.
Sulla fattispecie del placcaggio sanzionato dall’arbitro Matthew Carley domenica, invece, Haskell ha trovato appoggo da un suo compagno di Nazionale, Joe Marler, che su Twitter ha giudicato la scelta del direttore gara “assolutamente ridicola”.
Dei placcaggi alti si discute molto nel mondo rugbistico fin dall’introduzione di misure più stringenti e punitive per gli interventi pericolosi al collo e alla testa, arrivate a partire dal 2017 e per le quali non erano mancate critiche da parte di giocatori e allenatori per l’eccessiva severità nelle sanzioni. La polemica innescata da Haskell, in questo senso, è in linea con quanto già sentito negli ultimi diciotto mesi.
Qualche settimana fa, invece, uno studio condotto in Inghilterra aveva sottolineato la necessità di rivedere l’altezza legale di un placcaggio per poter tutelare maggiormente la salute del giocatore, sempre di più al centro dell’attenzione in un rugby caratterizzato da fisici imponenti e impatti sempre più duri.
World Rugby aveva poi scartato almeno per il momento l’ipotesi di nuove sperimentazioni in merito, ritenendo efficace la modifica al regolamento apportata ormai un anno fa sulla maggiore severità nelle decisioni arbitrali.
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