Prima la stabilità e poi la ricerca di un allargamento: sia del numero di squadre sia della base economica
Dopo il tentativo non memorabile di qualche stagione fa, il Board del Super Rugby sarebbe intenzionato nuovamente a cercare di espandere il proprio torneo puntando su un mercato fino ad ora non considerato a quelle latitudini: gli Stati Uniti.
Come rivelano i media australiani infatti, dai vertici organizzativi della kermesse sarebbe emerso un documento chiamato “SANZAAR 2030 Strategy” atto ad esaminare – in forma decennale – le possibilità di inclusione verso l’America.
L’idea di base è quella di consolidare le 15 formazioni presenti attualmente nella competizione sino al 2020, per poi aumentare il numero delle franchigie iscritte o tornando a 18 team, come nel 2016, o addirittura tentare di arrivare a 20 includendo, in ogni caso, una franchigia “Made in States”.
Un’idea questa che ha trovato riscontri positivi dai vari CEO delle federazioni australiane e neozelandesi: “Gli USA rappresentano un mercato che dobbiamo attivare – hanno affermato – se non lo faremo noi, lo farà qualcun’altro”. Un’intimazione questa che desta anche un po’ di timore, inutile nasconderlo. Nell’Emisfero Sud hanno paura che il Pro14 possa diventare a 15 o 16 squadre fagocitando ulteriori destinazioni, giocatori, ricavi e diritti televisivi.
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