Un addio annunciato già da tempo: sabato sarà l’ultima partita di una colonna portante del rugby francese e del club gialloblu
“Che cosa ricorderete della carriera di Aurelien Rougerie?” chiede l’account Twitter di un programma di Canal+ che parla di palla ovale al di là delle Alpi. E anche se il 24% di coloro che hanno risposto al sondaggio ha scelto “le sue meche bionde”, non c’è dubbio che insieme a quel colore di capelli così anni ’90 di Aurelien Rougerie verrano ricordate le sue 96 mete in campionato, i due titoli di campione di Francia e l’infinita militanza nel Clermont.
Qualcuno ne ricorderà l’accelerazione bruciante al servizio di un corpo possente, qualcuno la corsa debordante, qualcun’altro la tecnica individuale. Qualcuno ne ricorderà anche i passaggi a vuoto, come nella sconfitta di Roma al Sei Nazioni 2011, quando fu protagonista di una prestazione terribile.
La sua scheda sul sito ufficiale del club recita: nato il 26 settembre 1980, formato al club a partire dal 1988. Non solo una carriera, ma una vita intera spesa all’ombra del Massif Central.
Un capitolo della storia di Aurelien Rougerie si chiuderà sabato sera, quando alle ore 21 il Clermont scenderà in campo per l’ultimo appuntamento stagionale, contro lo Stade Toulousain, al Marcel Michelin. Uno stadio festante per celebrare la conclusione della carriera da giocatore di uno dei simboli della palla ovale francese degli ultimi 25 anni, un monumento per Clermont-Ferrand e per il club della città.
Dopo diciannove stagioni da professionista, per Rougerie si aprono le porte di un ruolo dirigenziale nel club di cui è stato capitano e simbolo per tanti anni, fra le vittorie e le sconfitte. Quelle tante sconfitte arrivate in finale, tanto da far gridare alla maledizione: il primo titolo di Francia che arriva solamente alla quarta finale consecutiva disputata, nel 2010, dopo aver perso nel 2001, 2007, 2008 e 2009; la Champions Cup che sfugge sempre, persa nel 2013 e nel 2015 contro Tolone e l’anno scorso contro i Saracens.
Fortune maggiori Rougerie le ha avute con la maglia della nazionale francese, attraversando un’epoca di grandi successi per i Bleus, che negli anni Zero hanno accumulato cinque titoli del Sei Nazioni, fra cui tre Grande Slam (2002, 2004, 2010) e quella finale di Coppa del Mondo, disputata in coppia con Maxime Mermoz fra i centri, sfuggita per un solo punto.
Fra due giorni metterà fine alla propria carriera scendendo in campo per la sesta volta da titolare in questa stagione, un numero di presenze ben superiore alle aspettative, vista la stagione alla quale gli infortuni hanno costretto il club dell’Alvernia. Sarà la quattrocentodiciottesima partita in carriera, sempre con la stessa maglia, ma stavolta con la chioma bionda tagliata corta, come se avesse messo la testa a posto pronto ad abbandonare la tuta per passare dietro alla scrivania.
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