Sempre meno stringenti le regole sulla convocazione dei giocatori in terra straniera
A poco più di un anno dalla coppa del mondo in terra nipponica, cambiano le regole di selezione degli “overseas” in seno alla federazione sudafricana.
Fino ad oggi, infatti, l’head coach Rassie Erasmus, per convocare un giocatore di base all’estero con meno di 30 cap con la maglia della Rainbow Nation, avrebbe dovuto motivare in modo dettagliato cotanta decisione, adducendo spiegazioni inoppugnabili.
A partire dalle chiamate per la serie di giugno contro gli inglesi, invece, l’ex allenatore del Munster non sarà più sottoposto ad alcun vincolo di sorta in tal senso, e potrà convocare tutti i giocatori “overseas” che riterrà utili alla causa sudafricana, a prescindere dai cap archiviati dal singolo atleta con gli Springboks.
“Rassie ha un anno di tempo per preparare la coppa del mondo, vogliamo possa farlo nel modo migliore possibile, selezionando atleti in patria e all’estero. Non ci saranno limiti numerici sugli ‘overseas'”, ha dichiarato Mark Alexander, presidente della federazione sudafricana.
“Il coach ha solo 18 test prima della rassegna giapponese, e vuole dare una chance a tutti di poter dimostrare di essere da Springboks”, ha conluso il manager di SARU.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.