La nuova regola sull’altezza legale dei placcaggi

Sarà in sperimentazione nei tornei under 20, a partire dal prossimo Mondiale di categoria che inizierà la prossima settimana

ph. Action Images/Toby Melville

World Rugby, la federazione rugbystica internazionale, ha approvato la sperimentazione di una nuova regola sull’altezza legale dei placcaggi, che verrà provata a partire da mercoledì prossimo nei tornei under 20.

Mercoledì, infatti, sarà di scena la prima giornata del World Rugby under 20 Championship, il mondiale giovanile che quest’anno avrà luogo in Francia. La nuova regola prevede che l’altezza legale del placcaggio passi da sotto la linea delle spalle a sotto la linea dei capezzoli.

La definizione della regola non è chiarissima. Difficile infatti stabilire quale sia la “linea dei capezzoli” che l’arbitro dovrebbe giudicare in una azione di gioco, ma, nonostante le facili ironie, la sostanza della sperimentazione è importante.

World Rugby ha infatti optato per accogliere i suggerimenti di chi, come alcune commissioni mediche della federazione inglese che hanno rilasciato i loro pareri recentemente, consigliava di modificare l’altezza legale dei placcaggi per abbassare il numero degli infortuni, in particolare quelli che coinvolgono la testa.

Il 76% degli infortuni che coinvolgono dei colpi alla testa sono infatti occorsi nell’azione di placcaggio, il che ha convinto la federazione internazionale a sperimentare questa nuova regola per cercare di limitare tale occorrenza.

Le sanzioni per i placcaggi alti saranno inoltre inasprite: i giocatori potranno ricevere sospensioni di una partita dopo due avvertimenti per placcaggio alto. Viene considerato un placcaggio alto degno di avvertimento quello di un giocatore che non si piega verso la vita dell’avversario, ma rimane in piedi e causa un chiaro e ovvio contatto testa contro testa.

Il numero 1 di World Rugby Bill Beaumont ha dichiarato: “Sono impegnato ad assicurarmi che il rugby rimanga in prima linea nella prevenzione degli infortuni, specialmente nell’area della concussion.

Le reazioni degli addetti ai lavori sono state di vario titolo. La maggior parte ha criticato la decisione di World Rugby, e tanti ex-giocatori hanno riproposto il ritornello del rugby che si sta ammorbidendo. Più sensate le critiche secondo le quali la definizione della federazione internazionale lascia troppo spazio all’interpretazione dell’arbitro, incrementando le tante zone grigie del regolamento che sono per il momento in essere.

 

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