Per la squadra di Conor O’Shea inizia una tournée atipica per gli standard del calendario azzurro. Calcio d’inizio alle ore 7
Non capita spesso che l’Italia giochi più partite consecutive contro avversari di pari o più basso livello. Nell’era Conor O’Shea è successo solo una volta, all’inizio del suo mandato, quando ci furono i due Test Match contro Stati Uniti e Canada nel giro di una settimana. Questa volta saranno tre: Yamaha Jubilo, Giappone, Giappone. La rarità con cui ricorrono questi eventi contribuisce di per sé a farne comprendere l’importanza e l’eccezionalità per gli Azzurri, di solito impegnati in scalate impervie che necessiterebbero di ben altro equipaggiamento.
L’Italia avrà a disposizione un’intera finestra internazionale per guardarsi allo specchio e misurare potenzialità e limiti reali, un’operazione che durante il Sei Nazioni o contro gli All Blacks diventa difficile fare a causa dell’eccessiva disparità di talento.
Di recente, solo nel 2014 gli Azzurri avevano avuto un’opportunità del genere, nel tour del Pacifico contro Fiji, Samoa e per l’appunto Giappone. Andò malissimo: tre sconfitte, la prima di sempre contro i nipponici, e l’impressione finale di una squadra già in caduta libera dopo lo scintillante 2012/2013.
Per Conor O’Shea, questo tipo di tournée (un unicum per il calendario azzurro) arriva nello stesso momento in cui era toccata a Jacques Brunel, ovvero ad un anno e mezzo dalla Coppa del Mondo. Le prospettive, rispetto a quattro anni fa, sembrano piuttosto diverse. Nel 2014 non venne posta grande enfasi sull’importanza di quel trittico di Test Match, probabilmente perché non ci si era ancora accorti di essere sull’orlo del baratro (o magari sì, e non si poteva/riusciva a fare alcunché).
Oggi, dopo 17 sconfitte consecutive nel Sei Nazioni, c’è maggiore consapevolezza, pur con colpevole ritardo: l’intero movimento sembra aver intrapreso un percorso più responsabile e rivolto interamente in un’unica direzione, ma la necessità di lavorare sul lungo termine mal si sposano con l’urgenza di ottenere risultati e vittorie che mancano da troppo tempo.
Le due rette parallele, in questo delicato mese di giugno, potrebbero finalmente incontrarsi. Mai come in questa stagione, il ritiro estivo è quanto di più lontano ci possa essere da un semplice tour di fine stagione, ma rappresenta a tutti gli effetti l’appuntamento più importante del 2017/2018. Gli Azzurri, in un colpo solo, potrebbero dare risposte importanti sia nell’immediato (vincendo, in soldoni) sia nel medio/lungo termine, dimostrando di potersi meritare maggiore fiducia e che la strada imboccata negli ultimi due anni non è solo costellata di frasi fatte e ripetute allo sfinimento.
L’esordio nel Sol Levante
Il primo ostacolo sarà il Yamaha Jubilo, uno dei club più prestigiosi della Top League, in un no-cap match che però non svuota di significato una partita in cui servirà la massima attenzione da parte degli Azzurri, anche solo per prendere contatto con una realtà come il rugby giapponese piuttosto diversa da quella italiana. Se sulla carta non è un Test Match, per l’Italia capitanata da Leonardo Ghiraldini dovrà esserlo sul campo. Vincere non può essere un’opzione, a prescindere dal format della partita.
Difficilmente lo staff tecnico sperimenterà o introdurrà elementi innovativi rispetto all’impianto di gioco visto nei mesi invernali del Sei Nazioni, data anche la conferma di tutti i giocatori – almeno quelli abili e arruolabili – nel XV titolare. Tutti i 29 a disposizione di O’Shea (mancano ancora Polledri e Campagnaro) scenderanno presumibilmente in campo, sfruttando la regola dei cambi liberi.
Sarà un’occasione importante per Luca Morisi dunque, per mettere minuti nelle gambe; per Giovanni Licata, che nel Sei Nazioni non ha impressionato (anche comprensibilmente) ma che avrà un ruolo fondamentale nelle prossime settimane; per Federico Ruzza, alla ricerca di una maglia da titolare che forse meriterebbe; per Carlo Canna e Edoardo Padovani, chiamati ad aumentare la competitività interna se vorranno smuovere delle gerarchie piuttosto rigide.
Allo stesso tempo, i titolari avranno un test importante soprattutto nell’approccio alla partita, spesso deficitario in diverse partite del Sei Nazioni, e nella gestione dei momenti caldi in attacco e in difesa. Dall’altra parte, il Yamaha Jubilo non farà sconti.
Calcio d’inizio alle ore 7 italiane a Nagano, nessuna diretta tv prevista.
Le formazioni
Yamaha Jubilo: 1 Kouki Yamamoto, 2 Takashi Hino, 3 TairaIchiro Ito, 4 Odo Yuya, 5 Heruuve, 6 Mose Tuiali’i, 7 Kazuki Yamaji, 8 Horie KyoYu , 9 Yuki Yatomi, 10 Sachi Kiyohara , 11 Tsutomu Ito, 12 Viliami tahitua ,, 13 Masatoshi Miyazawa, 14 Gerrie Labuschagne, 15 Matt McGahan
A disposizione: Naka Shogo, Ueki Yuji, Nishimura Kaedetaira, Kuwano Eishin, Hirokawa Sho也, Matsumoto forza Hara, Ikemachi Shinya , Kanoo NukiFutoshi, Hirohito Kobayashi, Tanaka WataruFutoshi, Gerdus van der Walt
Italia: 15 Matteo Minozzi, 14 Tommaso Benvenuti, 13 Giulio Bisegni, 12 Tommaso Castello, 11 Mattia Bellini, 10 Tommaso Allan, 9 Marcello Violi, 8 Braam Steyn, 7 Sebastian Negri, 6 Giovanni Licata, 5 Dean Budd, 4 Marco Fuser, 3 Simone Ferrari, 2 Leonardo Ghiraldini (c), 1 Andrea Lovotti
A disposizione (tra panchina e tribuna): Zani, Traorè, Bigi, Zilocchi, Pasquali, Ruzza, Biagi, Zanni, Palazzani, Tebaldi, Canna, Morisi, Padovani, Hayward
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.