Inglesi di un altro livello rispetto agli azzurrini, bucati troppo facilmente in difesa. Si deciderà tutto contro l’Argentina
A Perpignan l’Italia resta per quasi tutto il match in balìa dell’Inghilterra, venendo sconfitta con un netto 43-5 che mette a repentaglio le possibilità di qualificazione tra le prime otto del torneo. Per gli azzurrini diventa decisiva la partita contro l’Argentina, che ha vinto 29-13 contro la Scozia nel pomeriggio.
Un placcaggio in ritardo di Rizzi su Brand offre subito una ghiotta occasione agli inglesi, che hanno una penaltouche sui 5 metri: la difesa da maul degli azzurrini è pregevole, ma sui pick&go successivi Ben Curry sembra schiacciare in meta. L’arbitro concede la meta inizialmente, ma il TMO ravvisa un in avanti del flanker e annulla.
Gli azzurrini sono comunque costretti ancora a difendersi, recuperano una prima volta il pallone ma devono piegarsi sul lancio da prima fase successivo: gli inglesi giocano sullo stretto con Willis, il terza linea inglese ricicla magistralmente il pallone da terra e serve Marcus Smith in puntuale sostegno per la meta del 7-0 al 6′.
Guidata dal pack e dal piede di Rizzi, l’Italia risale il campo e si procura una penaltouche sui 5 metri al 12′. La maul è ben contenuta dagli inglesi, tant’è che l’arbitro invita gli azzurri ad usare il pallone; gli italiani provano comunque ad avanzare con il carrettino e alla fine perdono il possesso. Un calcio libero fischiato in mischia agli inglesi permette però all’Italia di avere un’introduzione a favore sui 5 metri; ci provano D’Onofrio e il pack con cariche vicine ai punti d’incontro, ma senza successo.
Gli inglesi concedono comunque un’altra opportunità agli azzurri con la seconda penaltouche nel giro di pochi minuti: la maul azzurra viene ancora disassata e Willis si riprende pure l’ovale, sventando il pericolo. Al 20′ gli uomini in maglia bianca tornano a mettere pressione all’Italia con una serie di mischie sui 5 metri italiani, ma Ibitoye spreca tutto con un in avanti.
Sul tentativo succesivo, però, l’Inghilterra colpisce ancora: la difesa dell’Italia non riesce a pareggiare il numero al largo, gli inglesi, che con tre offload consecutivi liberano Parton per la meta del 14-0. Azzurri che fanno fatica a dare ritmo al gioco, perché gli avversari aggrediscono sempre ogni punto d’incontro.
In più la difesa, quando decide di salire con le spie al largo, non è mai davvero precisa: al 25′ per Smith è troppo facile punire la spregiudicatezza italiana, i trequarti danno continuità all’azione e alla fine a marcare è Butler. Con Rizzi che sbaglia il secondo restart consecutivo, l’Inghilterra si ritrova subito con l’ovale in mano e va vicino alla meta con Brand, tenuto alto miracolosamente da Crosato in area di meta. Sulla mischia successiva l’Italia difende bene e ricaccia indietro gli inglesi.
Quando l’Italia ha il possesso, però, appare sempre contratta e poco sicura dei propri mezzi. Nel momento in cui si scrollano di dosso un po’ di ruggine, gli azzurrini premono a fondo sull’acceleratore e liberano coraggio e talento: su un pallone di recupero, l’Italia riparte dalla propria profondità e costruisce una splendida meta finalizzata da Koffi, dopo due ottimi ricicli di Moscardi e Mazza.
Sul restart, però, gli inglesi vanno subito a segno: Rizzi ha la peggio nel contrasto aereo, l’arbitro non fischia e Loader all’ala sfugge al placcaggio di De Masi (appena entrato per Biondelli) e marca il 26-5.
Ad inizio ripresa è inevitabile il cambio Di Marco-Rizzi, mentre l’Inghilterra continua a dimostrare di essere ad un livello inarrivabile per gli azzurrini per quanto riguarda velocità d’esecuzione e sostegni. Solo un paio di errori non forzati privano l’Inghilterra di occasioni più pericolose e di una meta già fatta da Smith.
Gli azzurrini poi riescono in un paio di punti d’incontro a mettere le mani sul pallone, ma la fase offensiva è approssimativa e non riesce mai a mettersi sul piede avanzante, anche perché nel corpo a corpo gli altri hanno maggiore fisicità e competenze.
Se gli inglesi riescono invece a non commettere errori, risultano facilmente devastanti, soprattutto se a guidare le operazioni poi c’è Smith: al 53′ l’apertura dei Quins squarcia ancora la difesa azzurra e allarga il gioco dove Ibitoye ne travolge due e segna il 31-5.
Poco dopo è Smith a raccogliere un brutto passaggio azzurro e ad involarsi in meta per la doppietta personale (38-5). L’Italia non riesce più a prendere le misure agli avversari, e al 65′ Brand marca facilmente la settima marcatura di giornata dalla corta distanza per il 43-5.
Negli ultimi dieci minuti il leitmotiv non cambia, mentre al 75′ Sam Lewis si prende un cartellino rosso evitabile andando a colpire con il gomito Coppo sulla testa. Gli azzurrini non riescono comunque ad approfittarne, sprecando prima una touche e poi una buona azione con lo stesso Coppo. Finisce 43-5.
Inghilterra: 15. Tom Parton, 14. Gabriel Ibitoye, 13. Fraser Dingwall, 12. Will Butler, 11. Ben Loader, 10. Marcus Smith, 9. Rory Brand, 1. Alex Seville, 2 . Henry Walker, 3. Joe Heyes, 4. Joel Kpoku, 5. Sam Lewis, 6. Tom Willis, 7. Ben Curry (C), 8. Josh Basham
A disposizione: 16. Gabriel Oghre, 17. Ciaran Knight, 18. Ehren Painter, 19. James Scott, 20. Aaron Hinkley, 21. Ben White, 22. Tom Hardwick, 23. Jordan Olowofela
Marcatori Inghilterra
Mete: Smith (6, 57), Parton (24), Loader (28, 35), Ibitoye (53), Brand (65)
Conversioni: Smith (6, 24, 28, 57)
Punizioni
Italia: 15 Michelangelo Biondelli, 14 Tommaso Coppo, 13 Matteo Moscardi, 12 Damiano Mazza, 11 Giovanni D’Onofrio, 10 Antonio Rizzi, 9 Luca Crosato, 8 Antoine Koffi, 7 Michele Lamaro (C), 6 Jacopo Bianchi, 5 Edoardo Iachizzi, 4 Niccolò Cannone, 3 Michele Mancini Parri, 2 Matteo Luccardi, 1 Danilo Fischetti
A disposizione: 16 Niccolò Taddia, 17 Guido Romano, 18 Matteo Nocera, 19 Davide Ruggeri, 20 Lodovico Manni, 21 Alessandro Fusco, 22 Filippo Di Marco, 23 Andrea De Masi
Marcatori Italia
Mete: Koffi (35)
Conversioni:
Punizioni
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