È (ri)nato tutto dalle dimissioni a sorpresa annunciate dal presidente Nicola Azzi, con conseguenti reazioni di Zambelli e sindaco
La situazione societaria della Rugby Rovigo non sembra trovare un punto di equilibrio. Dopo le dimissioni dell’ex presidente Francesco Zambelli a gennaio, venerdì sera il suo successore Nicola Azzi ha annunciato che al termine della stagione sportiva – al 30 giugno, quindi – lascerà a sua volta l’incarico: “È il mio ultimo discorso da presidente — si legge sul Corriere del Veneto – È arrivato il momento di lasciare il timone. Invito il Comune a riflettere sui problemi della Rugby Rovigo che conosce da tempo e invito il sindaco in persona a sedersi a un tavolo”.
Il sindaco, Massimo Bergamin, era peraltro presente al momento del discorso di Azzi, arrivato nel corso della cerimonia celebrativa dello Scudetto della stella del 1988, tenutasi nella sala consiliare del comune. “Si sapeva dall’inizio che avevo un ruolo da traghettatore – ha continuato Azzi, architetto e da otto anni nel consiglio d’amministrazione della società rossoblu – Condurrò la società fino al 23 giugno quando, durante l’assemblea dei soci, mi dimetterò ufficialmente. Giusto che Zambelli torni al suo posto”.
Il perchè delle dimissioni
Nulla di nuovo all’orizzonte, verrebbe da dire. Le ragioni dietro alla scelta di Azzi sono note e riguardano i rapporti con il comune per il mancato ottenimento dell’agibilità definitiva allo stadio “Battaglini”, con la Monti Junior per la gestione della squadra cadetta e delle giovanili e, come accenna il Gazzettino, anche con la Fir.
“Era già scritto che sarei arrivato a fine stagione e non oltre – ha detto Azzi nel suo intervento – Fare il presidente è un lavoro a tempo pieno e io già ne ho un altro. Continuerò a lavorare per la Rugby Rovigo con un altro ruolo. È stata un’esperienza bellissima che mi porterò sempre nel cuore”. Azzi ha fatto anche riferimento all’ultimo consiglio d’amministrazione rodigino, definito “turbolento” dallo stesso presidente ancora in carica e durato tre ore, mentre ha auspicato che Zambelli “continui a fare il presidente non appena si creeranno le condizioni”.
Le reazioni degli interesati
Proprio Zambelli, tuttavia, ha rigettato al mittente le speranze di Azzi con parole piuttosto aspre, apparse sui principali media veneti nella giornata di domenica, che si rivolgono nuovamente ai suoi interlocutori. “Io il presidente della Rugby Rovigo non lo torno a fare e sono pronto l’anno prossimo a lasciare definitivamente anche come main sponsor (ovvero con la Femi-CZ, azienda da lui fondata, ndr) se il Comune continua a non dare risposte e la Monti Rugby Rovigo Junior non inizia a collaborare seriamente” – si legge sul Corriere del Veneto.
“Dopo le mie dimissioni, le cose sono peggiorate – spiega Zambelli – Oltre ai problemi irrisolti con la Monti e il Comune, sono subentrati anche rancori personali che non posso più sostenere. Sono stato umiliato”. A Viale Alfieri, dunque, rischia di crearsi un importante vuoto di potere sullo scranno più alto della società, figlio di contrasti mai sanati nel corso degli anni e che hanno scavato un solco sempre più profondo tra amministrazione e club.
Il sindaco Bergamin, nel frattempo, si è difeso con un comunicato stampa successivo alla serata commemorativa di venerdì sera, rimpoverando ad Azzi “le modalità e le tempistiche per annunciare le dimissioni, così come il continuo puntare il dito nei confronti dell’amministrazione per patti siglati con il commissario che mi ha preceduto”.
“Ci siamo sempre stati e ci saremo, anche se è evidente a tutti che la situazione finanziaria del Comune in questo momento sia particolarmente delicata – ha dichiarato Bergamin nel comunicato stampa diffuso – Non ho mai disertato confronti, non lo farò ora, ma chiedo reciproco rispetto e che gli appuntamenti si richiedano mediante le segreterie e non a mezzo stampa”.
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