A Oita gli azzurri scopriranno qualcosa di più su loro stessi, contro un avversario alla portata. Calcio d’inizio alle ore 7:45
Il Giappone, con la sua cultura e le sue tradizioni così lontane da quelle europee, possiede da sempre una cultura forse enigmatica per la popolazione occidentale, inserita all’interno di una società comunque all’avanguardia per i moderni standard mondiali. Dal punto di vista italico, tuttavia, nelle ultime settimane la parola ‘Giappone’ ha suscitato un altro tipo di curiosità, più autoreferenziale, e ha posto degli interrogativi diversi, riassumibili in un unico grande rebus: come bisogna considerare l’Italrugby rispetto alla nazionale del Sol Levante?
Dare una risposta, al momento, è davvero difficile. Troppe le sonore sconfitte rimediate negli ultimi anni, troppo poche le partite giocate contro avversari di questa caratura per determinare i rapporti di forza con i Cherry Blossoms che, a complicare ulteriormente ogni possibile previsione, sono diventati una squadra da potenziale Top 10 mondiale. Uno degli obiettivi azzurri per i prossimi anni, da cominciare a coltivare già dall’Oita Bank Dome di Oita.
Quello principale, naturalmente, deve essere la vittoria. Due su due? Uno su due? L’importante è che non ci sia uno zero, innanzitutto, perché sarebbe difficilmente digeribile sia dall’opinione pubblica sia forse dagli stessi membri della nazionale, che potrebbero ricevere un contraccolpo pesante se dovessero ancora perdere una volta usciti dal ‘guscio’ del lavoro in allenamento, descritto sempre come di grande efficacia per il medio-lungo termine.
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Domattina, però, l’Italia dovrà temporaneamente mettere da parte il futuro, per concentrarsi invece sul qui e ora della sua crescita e delle sue ambizioni. Per il contesto venutosi a creare negli ultimi anni, la sfida ai nipponici ha di fatto lo stesso valore di una qualunque sfida del Sei Nazioni, e il motivo ancora una volta è molto semplice: si può vincere, a differenza di altre volte. E il bisogno di successi, sia per certificare il lavoro svolto fin qui da O’Shea, sia per placare le critiche in patria, è impellente.
Il CT irlandese si giocherà la prima chance con una formazione non banale, almeno per tredici quindicesimi. Ma se la scelta Steyn al posto di Polledri è spiegata con alcuni problemi fisici di quest’ultimo, l’esclusione di Simone Ferrari è quantomeno sorprendente perché frutto di una scelta tecnica; al pilone milanese, sempre titolare nelle ultime 11 partite della nazionale, è stato preferito Pasquali e l’esordiente Zilocchi in panchina.
Sulla linea di trequarti, il ritorno di Michele Campagnaro è la notizia più lieta del tour. Boni e Bisegni, coloro che lo hanno sostituito durante la sua assenze, non sono riusciti a portare quel quid in più in fase offensiva, mentre le qualità del centro di Exeter sono note a tutti. L’unico dubbio sta nelle sue condizioni fisiche, visto che dallo scorso agosto ha giocato soltanto 40′ ad aprile nel campionato riserve inglese.
La fisicità e l’irruenza del miranese potrebbero dare nuove opzioni ad un attacco complessivamente cresciuto nel corso del Sei Nazioni, abile nel conservare il possesso per lunghe fasi di gioco e più ordinati nelle proprie strutture in campo aperto.
Molto aperta potrebbe essere anche la stessa partita, soprattutto perché entrambe le difese non sono il punto forte delle due squadre. I Sunwolves – diretta espressione della nazionale, vista la presenze di tredici giocatori nel XV iniziale – faticano nell’uno contro uno in particolare con i trequarti, mentre l’Italia nel Sei Nazioni ha sofferto nel riposizionarsi velocemente e adattarsi alle situazioni di gioco. Il ritmo e la velocità del Giappone, in questo senso, potrebbero dare fastidio. Le fasi statiche dovrebbero sorridere agli azzurri, ma la sola superiorità in mischia non può bastare.
Calcio d’inizio alle ore 7:45, diretta streaming sul sito web di Eurosport e su Eurosport Player.
Giappone: 15 Kotaru Matsushima, 14 Lomano Lemeki, 13 Will Tupou, 12 Timothy Lafaele, 11 Kenki Fukuoka, 10 Yu Tamura, 9 Fumiaki Tanaka, 8 Amanaki Mafi, 7 Michael Leitch (c), 6 Kazuki Himeno, 5 Samuela Anise, 4 Wimpie Van Der Walt, 3 Ji-Won Koo, 2 Shota Horie, 1 Keita Inagaki
A disposizione: 16 Yusuke Niwai, 17 Shintaro Ishihara, 18 Takuma Asahara, 19 Uwe Helu, 20 Yoshitaka Tokunaga, 21 Yutaka Nagare, 22 Rikiya Matsuda, 23 Ryoto Nakamura
Italy: 15 Matteo Minozzi, 14 Tommaso Benvenuti, 13 Michele Campagnaro, 12 Tommaso Castello, 11 Mattia Bellini, 10 Tommaso Allan, 9 Marcello Violi, 8 Abraham Steyn, 7 Giovanni Licata, 6 Sebastian Negri, 5 Dean Budd, 4 Alessandro Zanni, 3 Tiziano Pasquali, 2 Leonardo Ghiraldini (c), 1 Andrea Lovotti
A disposizione: 16 Luca Bigi, 17 Federico Zani, 18 Giosuè Zilocchi, 19 George Biagi, 20 Marco Fuser, 21 Jake Polledri, 22 Tito Tebaldi, 23 Jayden Hayward
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