Gli azzurri iniziano bene, ma i nipponici colpiscono una difesa impreparata ad ogni azione offensiva. Decisiva l’ultima mezzora
Davanti ad una bella cronice di pubblico all’Oita Bank Dome, nei primi minuti l’Italia ha più possesso ma senza eccessivo avanzamento; Campagnaro e Minozzi battono un paio di volte il diretto avversario, poi sono Budd e Steyn a tentare un offload complicato per liberare un compagno ma senza successo. Gli azzurri cercano di mantenere il ritmo alto e muovono il pallone da una parte all’altra del campo, i nipponici provano a sporcare ogni raggruppamento e quando recuperano l’ovale tentano subito di riconquistare il territorio.
Al 13′ l’Italia avrebbe la prima grande occasione della partita, con una touche a favore sui 5 metri nipponici; il lancio però non è preciso e i padroni di casa possono ricacciare indietro gli ospiti. Il possesso rimane un monopolio azzurro, e un minuto più tardi l’Italia va a marcare.
Campagnaro spacca in due la difesa con un gran break di trenta metri, con il vantaggio Bellini tenta un grubber un po’ approssimativo in avanti ma Pasquali beffa il van der Walt (che si addormenta) e schiaccia ad una mano al 17′.
Dopo un break per problemi tecnici al microfono dell’arbitro, il Giappone ha il suo primo pallone di qualità in attacco e confeziona una meta stupenda: il loop Tamura-Horie crea spazio all’esterno, Lemeki e Leitch combinano tra di loro e tagliano fuori Castello, l’ovale arriva a Mafi che marca il 7-7.
L’Italia torna a farsi vedere in attacco qualche minuto più tardi con un buon piglio, ma un offload di Campagnaro è forse troppo azzardato e non trova assistenza. I nipponici ripartono dai loro 22 e, dopo una serie di fasi, allargano velocemente per Fukuoka che sfrutta il lento scivolamento degli azzurri al largo e brucia Minozzi marcando una meta lunga 60 metri.
Il Giappone comincia a far girare il pallone a velocità superrugbistiche, la trasmissione dell’ovale è di grande livello e i ball carrier sono efficaci quanto basta; al 34′ i nipponici si presentano con convinzione nei 22 e sfiorano la meta con Lemeki, che sul grubber di Tamura però non riesce a schiacciare. Si torna sul vantaggio e Tamura fa 17-7.
L’Italia però reagisce subito, grazie ad un’altra bella corsa di Minozzi che sposta il baricentro dell’azione dentro i 22 avversari, mettendo in mostra ancora le difficoltà dei padroni di casa nell’uno contro uno; dopo una serie di pick&go, Pasquali lancia nello spazio Steyn travolge un avversario e si allunga per marcare la meta del 17-14 al 38′. L’ultima azione del tempo è per l’Italia, che prova ad impostare una maul ma senza successo.
Gli azzurri rientrano dagli spogliatoi con Hayward e al posto di Bellini, con Minozzi all’ala sinistra. L’Italia fa fatica ad avanzare in mezzo al campo con i ball carrier, anche se al 46′ si procurerebbe una buona piattaforma nei 22 mal sfruttata dalla coppia Violi-Licata.
Nel giro di pochi minuti entrano Zani, Biagi e Polledri, e il terza linea del Gloucester si mette subito in mostra con una serie di cariche devastanti che mettono nuovamente gli azzurri sul piede avanzante. A pochi metri dalla linea gli azzurri non trovano sbocchi con gli avanti, mentre Allan non riesce ad imbeccare Benvenuti all’ala; si ritorna sul vantaggio e Allan pareggia al 52′.
Al 56′ Tamura risponde dai quaranta metri e riporta avanti i suoi, ma è quattro minuti più tardi che deve capitolare ancora. Il Giappone risale il campo dopo un fallo in mischia, prende l’abbrivio con i ball carrier (anche perché l’Italia non riesce mai a contendere il punto d’incontro) e, forte del vantaggio, gioca un cross kick dal lato opposto con Tamura; per Horie è un gioco da ragazzi fare la sponda interna per Lemeki che marca il 17-27.
L’Italia non riesce a mantenere il possesso, il Giappone non dà segni di cedimento a differenza degli azzurri e al 67′ colpisce ancora: da dentro i 22, Tamura sfrutta ancora la superiorità al largo con un grubber alle spalle della difesa, per la raccolta e la meta di Matsushima.
Gli azzurri non sembrano avere le gambe e la lucidità necessaria per imbastire una reazione, anche perché la difesa del Giappone è aggressiva e toglie spazio ad un attacco italiano che dopo ogni raggruppamento deve ricominciare da capo. Al 72′ Tamura sbaglia il primo piazzato della sfida.
L’Italia nel finale continua a calare progressivamente e a commettere diversi errori di handling, non costituendo più una minaccia.
Giappone: 15 Kotaru Matsushima, 14 Lomano Lemeki, 13 Will Tupou, 12 Timothy Lafaele, 11 Kenki Fukuoka, 10 Yu Tamura, 9 Fumiaki Tanaka, 8 Amanaki Mafi, 7 Michael Leitch (c), 6 Kazuki Himeno, 5 Samuela Anise, 4 Wimpie Van Der Walt, 3 Ji-Won Koo, 2 Shota Horie, 1 Keita Inagaki
A disposizione: 16 Yusuke Niwai, 17 Shintaro Ishihara, 18 Takuma Asahara, 19 Uwe Helu, 20 Yoshitaka Tokunaga, 21 Yutaka Nagare, 22 Rikiya Matsuda, 23 Ryoto Nakamura
Marcatori Giappone
Mete: Mafi (18), Fukuoka (28), Lemeki (62), Matsushima (67)
Conversioni: Tamura (18, 28, 62, 67)
Punizioni: Tamura (34, 56)
Italia: 15 Matteo Minozzi, 14 Tommaso Benvenuti, 13 Michele Campagnaro, 12 Tommaso Castello, 11 Mattia Bellini, 10 Tommaso Allan, 9 Marcello Violi, 8 Abraham Steyn, 7 Giovanni Licata, 6 Sebastian Negri, 5 Dean Budd, 4 Alessandro Zanni, 3 Tiziano Pasquali, 2 Leonardo Ghiraldini (c), 1 Andrea Lovotti
A disposizione: 16 Luca Bigi, 17 Federico Zani, 18 Giosuè Zilocchi, 19 George Biagi, 20 Marco Fuser, 21 Jake Polledri, 22 Tito Tebaldi, 23 Jayden Hayward
Marcatori Italia
Mete: Pasquali (17), Steyn (37)
Conversioni: Allan (17, 37)
Punizioni: Allan (52)
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