Fra questi la sorpresa è il Portogallo

ph. Reuters
Il 2017 sembra aver definitivamente cambiato la percezione planetaria del rugby femminile. Dalla Coppa del Mondo in Irlanda infatti, le kermesse del “gentil sesso” paiono aver trovato una visibilità – finalmente – molto più spiccata e in futuro questa escalation potrebbe anche aumentare.
A dimostrarlo è la notizia fornita da World Rugby che ha reso noti i 6 Paesi pronti a sfidarsi per organizzare la Women’s Rugby World Cup 2021: Australia, Galles, Inghilterra, Francia, Nuova Zelanda e il Portogallo. Si passa quindi dalla tradizione anglosassone, alle voglie dell’Emisfero Sud, senza dimenticare chi come i transalpini vorrebbe una storica doppietta, mettendo insieme il Mondiale 2021 femminile e il Mondiale 2023 maschile, per passare infine alla novità assoluta lusitana.
Il numero uno di World Rugby Bill Beaumont si è così espresso su quanto sta succedendo: “Irlanda 2017 è stato un torneo magnifico, con tutti gli standard che deve avere un torneo di rugby a quei livelli. Sono sicuro che le sei Union che stanno lavorando al progetto per il 2021 saranno all’altezza e svolgeranno il loro compito con determinazione. In generale – ha aggiunto – guardiamo avanti sotto tutti gli aspetti: stiamo pensando anche ad un nuovo format per la kermesse iridata”.
L’iter per scoprire quale nazionale ospiterà la manifestazione è quindi iniziato: il 10 agosto ci sarà il primo responso internazionale ai Comitati Organizzatori, mentre il 14 novembre si conoscerà la location vera e propria della Women’s Rugby World Cup 2021.
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