L’allenatore dei sudafricani analizza la situazione dei suoi citando anche il lavoro fatto da Coetzee
Due partite contro l’Inghilterra e due vittorie. Tolto il ko a Washington contro il Galles (in un test match comunque non ufficiale), non poteva iniziare meglio di così il cammino di Rassie Erasmus alla guida degli Springboks.
L’allenatore però, in queste ore, sta svolgendo in patria il ruolo di pompiere cercando di spegnere gli entusiasmi dei tifosi e dei media locali; anche perchè il calendario pone a stretto giro di posta il terzo e ultimo impegno nella serie contro gli uomini di Eddie Jones.
Il commissario tecnico, per soppesare al meglio la situazione, ha voluto ricordare inoltre il lavoro svolto dalla Rainbow Nation quando alla guida delle operazioni c’era Allister Coetzee: “Notate un miglioramento negli attacchi palla in mano? Non ho dubbi – afferma – questo arriva dagli allenamenti che i ragazzi hanno svolto quando Coetzee era l’allenatore della nazionale. Lui chiese a tutti i tecnici delle province e delle franchigie di migliorare le skills.
Passando all’aspetto psicologico, poi, posso affermare che tutti gli elementi del gruppo mi sembrano abituati a lavorare sotto pressione. Purtroppo le contingenze che si sono verificate hanno sviluppato anche questo, che però ora può essere un punto a nostro favore.
In generale – ha proseguito – c’è ancora da fare: bisogna imparare a prendere decisioni corrette e importanti sul campo. Abbiamo degli alti e bassi che stiamo correggendo e il gioco al piede sta diventando per noi un buon punto di appoggio dei nostri game plan, ma siamo ancora lontani dagli All Blacks che sono il punto di riferimento”.
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