Challenge Cup: come si presentano le avversarie di Benetton e Zebre al nuovo anno

Uno sguardo alle prossime sei avversarie europee delle due italiane e al loro mercato in entrata e uscita

marcus smith harlequins

(Marcus Smith, stella degli Harlequins classe 1999) ph. Reuters

Dato il rinnovato sistema dell’EPCR e i risultati dell’ultimo campionato, nessuna squadra italiana merita al momento di giocare la Champions Cup. Nessun diritto di partecipazione automatico, nessuna corsia preferenziale: forse è anche giusto così del resto, ma di tempo per piangersi addosso non ce n’è. Non più, perlomeno. La Challenge Cup non è una punizione, ma un’opportunità: per provare a passare il turno, per spingersi il più avanti possibile nella competizione e per vincere più di quanto non sia stato finora. Concretizzare, non solo dimostrare.

Il girone del Benetton

È soprattutto il caso del Benetton Treviso: per profondità (non solo numerica, ma anche qualitativa), caratura, potenzialità e sorteggio non malevolo, i Leoni potrebbero guardare con ambizione anche al traguardo della qualificazione ai quarti di finale. Gli ostacoli si chiamano Harlequins, Agen e Grenoble, rispettivamente la decima della Premiership, l’undicesima del Top 14 e una delle due neopromosse francesi.

I più deludenti, nell’ultimo anno, sono senz’altro stati i Quins, decisamente lontani dagli standard degli anni precedenti e a cui non è bastato seguire la stella cometa Marcus Smith, talento classe ’99 diventato titolare in pianta stabile dall’inizio della stagione. L’Agen è stato protagonista di un grande girone di ritorno in campionato, in cui ha raccolto sei delle dieci vittorie totali, salvandosi addirittura con una giornata d’anticipo dopo essere rimasta a lungo nelle ultime due posizioni. Infine, il Grenoble si è riportato subito nella massima divisione dopo la retrocessione nel 2017, battendo al playoff l’Oyonnax. Ma con la passata stagione ormai alle spalle, come si stanno preparando al nuovo anno le prossime avversarie del Benetton? Come si sono mosse sul mercato?

Harlequins: la novità più interessante è rappresentata dall’allenatore, ruolo che sarà ricoperto da Paul Gustard, ovvero il principale teorico della rinomata difesa dei Saracens (il famoso ‘branco di lupi’) e capace di rinunciare anche al posto di assistente tecnico al fianco di Eddie Jones nell’Inghilterra. Non ci sarà invece Graham Rowntree per gli avanti. Nella rosa, gli innesti più importanti sono quelli dell’ala Nathan Earle dai Saracens, dell’esperto seconda linea Matt Symons dai Wasps e del centro Ben Tapuai dal Bath. Hanno detto addio Jamie Roberts e Adam Jones, quest’ultimo entrato nello staff tecnico. Chissà che non possa trovare più spazio l’ala Gabriel Ibitoye, dirompente classe ’98 ammirato anche nell’ultimo Mondiale.

– Agen: il club ha prolungato il contratto dell’head coach Mauricio Reggiardo fino al 2021, assicurandosi continuità con il buon lavoro svolto dall’argentino in questa stagione con il budget più risicato del Top 14 (parliamo sempre di circa 12 milioni di euro, in ogni caso). Gli Agenais diranno addio al capitano figiano Akapusi Qera, nonostante le parti fossero ancora legate da un anno di contratto, ma hanno invece ingaggiato il connazionale Benito Masilevu dal Brive. Masilevu sostituirà idealmente il connazionale Filipo Nakosi, autore di otto mete in campionato e passato al Tolone. In entrata anche Fouad Yaha, dal club di Rugby League dei Catalan Dragons. Torna in Pro D2 invece Leandro Cedaro, che si accasa al Mont de Marsan.

– Grenoble: più ambiziosa la campagna acquisti della neopromossa allenata da Stéphane Glas e Dewald Senekal. Le Grenoblois hanno ingaggiato dall’estero l’ala sudafricana Raymond Rhule, il pilone australiano dai Reds Ben Lucas, l’ala australiana dell’Edimburgo Junior Rasolea, l’esperto pilone georgiano Davit Kubriashvili e il pilone sudafricano Janse van Rensburg. Dal Brive è arrivato un estremo navigato per il Top 14, Gaëtan Germain. Hanno detto addio il mediano di mischia David Mélé e il terza linea Aly Muldowney, oltre ad una serie di giocatori di secondo piano che rimarranno nelle categorie inferiori.

Il girone delle Zebre

Qualunque campagna acquisti, in ogni caso, passa in secondo piano di fronte alla mastodontica operazione di reclutamento portata avanti dal Bristol, una delle tre avversarie delle Zebre insieme a La Rochelle e Enisej. L’asse anglo-francese fa sì che il girone sia ben più complicato rispetto a quello trevigiano, sebbene la discriminante principale sarà sempre il modo in cui le squadre si tufferanno dentro la competizione.

Lo scorso anno, gli inglesi non hanno avuto rivali nel Championship, dominato con 21 vittorie e una sconfitta e 103 punti totali. I Rochelais non hanno confermato in tutto l’exploit del 2016/2017, ma hanno bruscamente frenato nella seconda parte di stagione mancando i playoff nel Top 14, mentre l’Enisej si è laureato campione nel 2017 ed è in testa anche all’edizione 2018 della Professional Rugby League, attualmente in corso.

– Bristol Bears: Pat Lam è l’allenatore di una squadra di assoluto livello, che durante l’anno ha ufficializzato ingaggi importanti come gli ex All Blacks Charles Piutau e John Afoa, il flanker Jake Heenan e – per sei mesi – l’icona australiana George Smith. I neo arrivati si aggiungono ad una rosa già composta da talenti del calibro di Steven Luatua, Tusi Pisi, Siale Piutau (fratello di Charles), Alapati Leiua, Jordan Crane e Luke Morahan. Un modo ambizioso per cercare di ricostruire la propria immagine, dopo tanti anni di purgatorio nella seconda divisione.

 La Rochelle: il settimo posto in campionato ha lasciato qualche strascico tra i Rochelais, che hanno visto partire il coach Patrice Collazo. A guidare la squadra sarà il neozelandese Jono Gibbes, con esperienze già ad Ulster, Clermont e Leinster. Tuttavia, Gibbes comincerà a lavorare in Francia solo a novembre, poiché aveva già firmato un contratto per allenare Waikato nella Mitre 10 Cup. Al ‘Marcel Deflandre’ non troverà più Brock James, Jason Eaton e Rene Ranger, ma potrà contare sul connazionale Ihaia West (dagli Hurricanes), su Marc Andreu e sul wallabie Lopeti Timani. Pur perdendo alcuni giocatori chiave e un allenatore importante, dunque, i Rochelais hanno mantenuto intatta l’ossatura della squadra.

– Enisej-STM: i russi sono nel pieno della stagione. Dopo quattro giornate sono in vetta alla Professional Rugby League, ma avendo giocato una o due partite in più rispetto agli avversari. Probabilmente non cambierebbe granché, visto che nelle ultime sette edizioni del campionato i siberiani di Krasnoyarsk si sono imposti per cinque volte. Sia a Edimburgo sia a Bilbao hanno vinto il Continental Shield, la terza coppa europea, che conferma il loro status di miglior squadra d’Europa al di fuori delle 40 dei tre grandi campionati continentali. La distanza dalle altre, tuttavia, resta ancora notevole, e nell’ultima Challenge Cup è arrivato appena un bonus difensivo in casa contro i Dragons e sei sconfitte, un netto peggioramento rispetto alle due vittorie del 2016. La rosa è composta perlopiù da autoctoni e nazionali russi, con la presenza extra di un paio di georgiani come Davit Kacharava e Mikheil Gachechiladze.

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