Con la forza della perseveranza e dell’ostinazione l’ex bad boy ha convinto Jones a dargli la 10 per l’ultimo test in Sudafrica
L’ultima volta che Danny Cipriani ha vestito la maglia bianca numero 10 con la rosa cucita sul petto, questo articolo sarebbe stato scritto su un PC con il non eccezionale Windows Vista installato sopra, i giornali avrebbero parlato della vittoria elettorale di Barack Obama su John McCain per succedere a George W. Bush alla presidenza degli Stati Uniti, e in radio passava l’ultimo album bello dei Coldplay, con quel pezzo maestoso che era Viva la Vida.
L’iPad e i tablet erano di là da venire, non c’era Netflix e gli sceneggiatori di Lost non avevano ancora la più pallida idea di come concludere la loro epopea dei dispersi.
Non è come dire che le lampade andavano ancora a cherosene, ma insomma: 10 anni sono passati da quel novembre del 2008 quando Martin Johnson, nella sua parentesi da head coach della nazionale inglese, diede a Cipriani la sua ultima opportunità da titolare. Johnson non era un fan dell’allora numero 10 dei Wasps, e la giovane età e gli eccessi del giocatore contribuirono a mettergli contro un a parte dei colleghi, dello staff tecnico e degli appassionati.
L’ammirazione per il suo talento, però, non è mai venuta meno, nemmeno quando Cipriani ha scelto di togliere le tende e cambiare aria, direzione Melbourne. Nel 2011 i Rebels, alla loro seconda stagione in Super Rugby, ottengono i talenti dell’allora 24enne Danny Cipriani, che però rimane agli antipodi appena il tempo di concludere il campionato australe e poi tornare in patria.
Martin Johnson infatti se n’è andato dalla panchina della nazionale e Cipriani vuole provare a rincorrere la coppa del mondo in patria, quella del 2015. Firma con i Sale Sharks, dove passerà quattro stagioni accumulando 97 presenze in un momento di transizione per la squadra della Premiership. Qualche presenza in nazionale nel 2014 e al Sei Nazioni 2015, sotto l’egida di Lancaster e sempre uscendo la panchina, non sono però abbastanza per convincere l’head coach a convocarlo per il mondiale.
Cipriani torna allora agli Wasps, dove tutto è cominciato. Ha giocato lì le ultime due stagioni, affermandosi in maniera continuativa fra i migliori mediani di apertura della Premiership. I media sono passati dalla sua parte: gli addetti ai lavori invocano a cadenza regolare non solo la sua convocazione, ma addirittura la sua titolarizzazione.
Eddie Jones lo ha quasi sempre ignorato, ostinato nel suo asse Ford-Farrell, almeno fino a che le cose sono andate bene. Ora che si sono messe male e che l’Inghilterra rischia di incorrere nella sua settima sconfitta consecutiva, Jones ha deciso di arrendersi: prima lo ha convocato per il tour, poi lo ha eletto titolare per la terza ed ultima sfida, di scena al Newlands di Cape Town. E nel frattempo sono arrivate ben due nuove versioni di Windows, un altro presidente negli Stati Uniti e i Coldplay non sono più quelli di un tempo.
Lorenzo Calamai
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