Test Match: l’Irlanda sbanca Sydney grazie al piede di Sexton

Partita in bilico per ottanta minuti, la spuntano gli irlandesi nel finale. Quindici punti dalla piazzola per Sexton nel 20 a 16 finale

ph. Reuters

E’ un pre-partita nervoso: l’Irlanda è arrivata con oltre mezz’ora di ritardo all’Allianz Stadium di Sydney a causa del traffico della città australiana, dove l’autobus è rimasto imbottigliato, probabilmente a causa di una strada chiusa. Gli addetti ai lavori irlandesi parlano di un Joe Schmidt infuriato per la logistica dello spostamento, memore dello stesso avvenimento che costò un pessimo avvio di partita nella sconfitta di Murrayfield nel Sei Nazioni 2017.

La partita è sentita: si decide la vittoria nella serie fra due squadre che ambiscono alla stessa posizione, quella di sfidanti numero uno dei campioni del mondo neozelandesi.

Si parte subito con un ritornello conosciuto: palla australiana, ruck nei 22 irlandesi, Peter O’Mahony mette giù le mani sul pallone e vince il primo turnover dell’incontro. Sarà una chiave fondamentale della partita, quella della vittoria del pallone sui punti d’incontro.

La prima occasione di mettere punti sul tabellino è per l’Irlanda, dopo sei minuti di scontri fisici ad altissimo livello. Coleman non rotola via dal punto d’incontro e regala a Sexton la possibilità di andare in vantaggio. L’uomo di Leinster non delude: è 3 a 0, e con questo piazzato supera i 700 punti con la maglia dell’Irlanda (solo O’Gara meglio di lui).

Al nono Kearney cerca di tenere vivo un calcio insidioso di Beale ma mette un piede fuori in area di meta dopo aver raccolto il pallone all’esterno della stessa. E’ mischia a cinque per l’Australia, che ottiene successivamente un calcio di punizione per fuorigioco. Foley va per i pali e pareggia il conto.

E’ un’Irlanda che gioca bene, con 10 fasi in attacco guadagna 30 metri, dalla linea di metà campo fino a ben dentro i ventidue, ma chi ci mette una pezza è sempre il solito David Pocock.

Al quindicesimo zoppica vistosamente Michael Hooper, costringendo Cheika a mettere dentro Pete Samu.

Al ventesimo il TMO torna indietro a rivedere un presunto fallo di Stockdale di almeno due minuti prima: all’ala irlandese viene comminato un giallo per un intervento con il gomito sul collo di Phipps quando in possesso di palla. Foley va per i pali e porta i suoi avanti sul 6 a 3.

La partita è intensa, ma spezzettata dall’indisciplina degli interpreti. Sio commette fallo in ruck e a presentarsi sulla piazzola è Conor Murray. Il calcio è angolato, sui dieci metri in attacco, e il mediano del Munster non riesce a essere preciso.

L’Irlanda gioca meglio, anche in 14, con Stander protagonista di cariche impressionanti e Sexton a dettare il gioco ai compagni. I verdi si portano dentro i 5 metri avversari, ma alla diciassettesima fase Toner perde la palla su un placcaggio eccezionale di Koroibete, che ribalta l’avanti avversario.

Al minuto 27 Murray lucra un calcio di punizione nei ventidue, approfittando dell’ingenuità di Samu. Il calcio di punizione è centrale ed elementare: Sexton non sbaglia e pareggia.

Irlanda che sopravvive indenne ai dieci minuti di inferiorità numerica. Sul calcio di rinvio, Folau va a contendere il pallone a O’Mahony, ma finisce per causare una rovinosa caduta del capitano avversario. L’arbitro Gauzére lascia correre in un primo momento, ma poi sceglie di rivedere l’azione con l’aiuto del TMO, mentre O’Mahony esce in barella. La revisione si conclude con un giallo per Folau a dieci minuti dal termine del primo tempo, tutti da giocare in superiorità numerica per l’Irlanda.

In otto fasi l’Irlanda arriva a battere alla porta della linea di meta australiana, proseguendo con una percussione dietro l’altra degli avanti. Murray prova ad appoggiare alla base del palo ma Adam Coleman salva la situazione mettendoci un braccio davanti. Concede però un calcio di punizione per fuorigioco, che Sexton decide di convertire in altri tre punti: al minuto 34 è 9 a 6 per gli ospiti.

Australia che ha finalmente una possibilità in attacco a due minuti dal termine del primo tempo. I Wallabies ottengono un calcio di punizione per fuorigioco, e Foley calcia fra i pali il pallone del pareggio

Suona la sirena, ma sull’ultimo pallone c’è un in-avanti di Haylett-Petty raccolto da Kerevi. E’ fuorigioco e calcio di punizione per l’Irlanda. Sexton ne aggiunge altri tre e manda i suoi negli spogliatoi avanti di tre punti.

Primo tempo sparagnino, povero di emozioni, con il pallone per gran parte del tempo nelle mani dell’Irlanda che però fatica a convertire il dominio di possesso e territorio nel punteggio. L’Australia non ha mai avuto possibilità di azionare i pericoli pubblici della sua linea arretrata.

Il secondo tempo ricomincia con la stessa solfa del primo. Possesso irlandese concluso con un calcio intelligente di Sexton che mette nei guai la copertura sui cinque metri di Phipps. Aki mette nel mirino il mediano di mischia avversario e vince un calcio di punizione sui cinque metri. Sexton stavolta rinuncia ai 3 punti e calcia in touche. La rimessa laterale è davanti su Toner. La maul è ben difesa dall’Australia, ma c’è una ulteriore infrazione che concede una seconda opportunità agli irlandesi.

Stavolta il lancio è lungo su Jordi Murphy, e c’è grande abbrivio per la maul irlandese che piove in area di meta. Il merito è di tutto il pacchetto, ma per il tabellino la marcatura va assegnata a CJ Stander. Sexton manda il pallone alla sinistra dei pali e il punteggio rimane quindi sul 17 a 9.

L’Australia risponde ottenendo un calcio di punizione da mischia chiusa che Foley rifiuta di calciare per i pali (sarebbero stati tre punti sicuri, calcio centrale sui 22) per andare in touche. La maul però non funziona benissimo e la prima opportunità sfuma. Sugli sviluppi c’è però un nuovo calcio di punizione che consente ai Wallabies di riprovarci.

Ci mette un po’ l’Australia a trovare il varo giusto, perché la difesa irlandese è ostinata e non molla mai, assestata sulla linea dei 22. Il pertugio giusto lo trova Foley, con un grubber angolato che scavalca la linea difensiva irlandese ed è raccolto da Marika Koroibete, bravo a finalizzare nonostante un Johnny Sexton vivo e resistente appeso addosso. I Wallabies si rimettono dunque in partita al cinquantacinquesimo: 17 a 16 il punteggio con i due punti addizionali dello stesso Foley.

L’Australia cresce con il passare dei minuti. La mischia chiusa ha preso nettamente il sopravvento su quella irlandese e vince un calcio di punizione al minuto 62. I Wallabies si ripropongono quindi in avanti, muovendo palla da una parte all’altra del campo e percuotendo la linea difensiva con gli avanti. L’azione, ben contrastata dagli irlandesi, si conclude con un placcaggio alto di Henshaw su Folau che frutta un nuovo calcio in favore dei padroni di casa. Foley sceglie stavolta i pali per provare a passare in vantaggio. E’ un calcio defilato poco fuori dai 22 metri, il calcio di Foley vira verso sinistra e finisce per spegnersi fuori dai pali.

La partita si consuma lentamente, entrambe le squadre con la consapevolezza che un calcio di punizione possa valere la partita. Si susseguono piccoli errori da una parte e dall’altra, anche da chi non ti aspetti, come Johnny Sexton, che fra l’altro al minuto 74 si prende un placcaggio durissimo da Kerevi e rimane a terra a lungo.

Gli ultimi minuti sono incendiari: al minuto 78 Sexton manda tra i pali il pallone del +4 per un fallo di Tolu Latu nel tentativo di forzare il turnover. L’Australia non ci sta e quando il tempo diventa rosso si lancia all’ultimo, disperato assalto. L’azione è efficace e si crea una superiorità numerica al largo. Foley viene placcato, ma riesce a riciclare il pallone, che viene toccato però da Stockdale, finendo successivamente in touche.

Gauzére ci vuole vedere chiaro: chiama il TMO per giudicare la volontarietà del tocco di Stockdale, che se fosse intenzionale potrebbe anche risultare in una meta tecnica, o come minimo in un calcio di punizione che darebbe un’ultima possibilità agli Wallabies. L’arbitro davanti al video giudica però il tocco dell’ala irlandese legittimo, e quindi solo un in-avanti. Il tempo è scaduto e non c’è tempo per riprendere da una mischia o da una touche: l’Irlanda vince 20 a 16, all’ultimo respiro, una serie favolosa, giocata tutta sul filo del rasoio e riafferma il proprio valore come numero 2 al mondo. Nulla da disperare per l’Australia, che adesso andrà al Rugby Championship con voglia di riscatto e con le certezze emerse da questa serie.

Oggi grande prestazione di tutta la prima linea, in particolare Scott Sio, di Adam Coleman e Bernard Foley. Il tallonatore di riserva Tolu Latu, sebbene colpevole del calcio decisivo, ha ben figurato e potrebbe guadagnarsi presto il posto da titolare. Per l’Irlanda grande solidità difensiva, dalla quale sono emersi in particolare CJ Stander e Robbie Henshaw.

 

Australia: 15 Israel Folau, 14 Dane Haylett-Petty, 13 Samu Kerevi, 12 Kurtley Beale, 11 Marika Koroibete, 10 Bernard Foley, 9 Nick Phipps, 8 David Pocock, 7 Michael Hooper (c), 6 Lukhan Tui, 5 Adam Coleman, 4 Izack Rodda, 3 Sekope Kepu, 2 Brandon Paenga-Amosa, 1 Scott Sio
A disposizione: 16 Tolu Latu, 17 Tom Robertson, 18 Taniela Tupou, 19 Rob Simmons, 20 Ned Hanigan, 21 Pete Samu, 22 Joe Powell, 23 Reece Hodge

Marcatori Australia
Mete: Koroibete (55)
Trasformazioni: Foley (55)
Calci di punizione: Foley (9, 20, 39)

Irlanda: 15 Rob Kearney, 14 Keith Earls, 13 Robbie Henshaw, 12 Bundee Aki, 11 Jacob Stockdale, 10 Johnny Sexton, 9 Conor Murray, 8 Jack Conan, 7 Peter O’Mahony, 6 CJ Stander, 5 James Ryan, 4 Devin Toner, 3 Tadhg Furlong, 2 Niall Scannell, 1 Jack McGrath
A disposizione:16 Rob Herring, 17 Cian Healy, 18 John Ryan, 19 Tadhg Beirne, 20 Jordi Murphy, 21 Kieran Marmion, 22 Ross Byrne, 23 Jordan Larmour

Marcatori Irlanda
Mete: Stander (45)
Trasformazioni:
Calci di punizione: Sexton (6, 27, 34, 40, 78)

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