Il CT irlandese plaude tutto il movimento per il lavoro svolto. L’australiano critico con l’arbitro
La serie tra Australia e Irlanda ha suggellato la straordinaria annata del rugby irlandese, che aggiunge alla sua collezione di trofei stagionali pure lo scalpo di una nazionale dell’Emisfero Sud sulle tre partite. Molti l’hanno considerata una delle serie più entusiasmanti negli ultimi anni, vista la grande incertezza e l’intensità che hanno caratterizzato tutte le sfide, compresa l’ultima a Sydney vinta da Sexton&co. per 16-20.
Per l’Irlanda è stato il primo successo in una serie down under dal 1979, a testimonianza del momento di grazia che sta vivendo l’intero movimento sull’isola di smeraldo, il cui più grande merito è quello di programmare nei minimi dettagli minutaggi e riposo dei giocatori. E Joe Schmidt, CT della nazionale, sottolinea proprio il grande lavoro delle province nella gestione dei suoi uomini nel corso dell’anno, che gli ha permesso di avere ancora un briciolo di forze fresche nell’ultima gara stagionale.
“Li hanno gestiti bene in modo da tenere ancora un po’ di benzina nel serbatoio – ha dichiarato il neozelandese a Sky Sports – Non sono sicuro che avremmo potuto giocare la prossima settimana, eravamo allo stremo”. Tornando al lavoro delle franchigie, Schmidt ha continuando dicendo che “è stato fatto un gran lavoro nella costruzione di una base. Noi proviamo a completarlo con qualche dettaglio, organizzazione e lo sforzo di questi ragazzi”.
Sulla gara di ieri: “I ragazzi hanno avuto grande carattere, l’Australia ha assediato i nostri 22 nel secondo tempo (73% di territorio in favore dei Wallabies, ndr). Avremmo potuto fare qualcosa in più nel primo tempo, ci siamo andati vicini ma non abbiamo concretizzato”.
Nemmeno i 20 minuti di ritardo dell’autobus verso l’Allianz Stadium hanno rallentato in qualche modo l’Irlanda, diversamente da quanto temesse Schmidt. “Ci era già successo una volta (contro la Scozia nel 2017, ndr), e penso che ci abbia influenzato tanto da andare sotto 21-5 o qualcosa del genere un paio di anni fa”.
“A volte questo genere di cose succede, ma bisogna essere in grado di riprendere il filo del discorso in ogni momento. Quando viene interrotto può esserci un po’ di distrazione, ma per la prima volta nella serie siamo passati in vantaggio per primi, quindi non siamo partiti così male”.
L’umore di Michael Cheika, CT dei Wallabies, era invece sensibilmente diverso nell post partita. In conferenza stampa, l’australiano ha riferito ai giornalisti presenti di aver chiesto all’arbitro francese Pascal Gauzere di presentarsi davanti ai media per spiegare alcune decisioni controverse, perlomeno secondo Cheika. Una pratica permessa agli allenatori, come riporta il Sydney Morning Herald, ma Gauzere in questo caso ha preferito declinare la proposta.
“Avete visto cosa è successo, avete visto le decisioni prese. Le uniche persone che possono rispondere a certe domande sono gli arbitri, non io. La mia sarebbe una visione distorta – ha detto Cheika – “Non voglio passare per uno che mugugna ogni volta. È così che finisce sempre”.
In merito alla prestazione dei suoi uomini, Cheika non riesce a trovare “lati positivi nelle sconfitte. Volevamo vincere il trofeo, ma non lo abbiamo fatto […] Ogni volta che avevamo un po’ di abbrivio, siamo stati penalizzati per una cosa o per un’altra. Abbiamo costruito ottime cose, poi arrivava il calcio di punizione. Avremmo potuto essere più astuti in certe occasioni. Non penso che nemmeno gli irlandesi lo siano stati, è stata una lotta dura”.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.