Il centro dei Crusaders ha esordito sabato scorso, ma se il suo processo di crescita continuerà potrebbe essere presto nel XV di Hansen
Sabato scorso, contro la Francia, hanno esordito con la maglia della Nuova Zelanda quattro nuovi giocatori: il terza linea Shannon Frizell, il secondo centro Jack Goodhue e dalla panchina sono entrati il seconda linea Jackson Hemopo e l’apertura Richie Mo’unga.
Dei quattro, i due trequarti sembrano essere destinati ad un più glorioso futuro con i tuttineri, perché dotati di un tasso di talento davvero notevole. Se però l’apertura dei Crusaders deve affrontare una notevole competizione per il posto in squadra (quella stessa che ha portato ad arrendersi Lima Sopoaga, tanto per dire), il suo collega nella squadra di Christchurch potrebbe potersi giocare sin da subito le sue carte.
A ventitré anni, infatti, Jack Goodhue si è ritagliato la prima presenza da titolare con gli All Blacks, dopo aver gravitato per un po’ nell’orbita della nazionale e giocato il test match di Lione contro la Francia a novembre, che non prevedeva cap ufficiali. Un paio di gravi infortuni ai legamento crociati nel 2015 ne hanno inficiato una crescita immediata, così che il giocatore è arrivato al Super Rugby, e ora al rugby internazionale, non giovanissimo, ma forse con un po’ di consapevolezza in più, essendo riuscito a scalare le gerarchie con merito, partendo dalla gavetta.
Dice di lui il saggio che risponde al nome di Steve Hansen: “Ha dovuto essere paziente. Probabilmente non è un tipo paziente: sembra avere sempre fretta di andare da qualche parte, che è la cosa che mi piace di lui. Ma aver dovuto imparare ad essere paziente è stata una gran cosa per lui.”
Goodhue e la sua ambizione hanno tutte le carte in regola per essere un All Black: è potente, è rapido ed è intelligente. Ha piedi veloci e ottime capacità di lettura, che lo rendono un secondo centro in classico stile neozelandese: non solo un corridore, ma anche una sorta di playmaker esterno capace di creare spazi per i compagni. Certo, ancora la strada per fare la scarpe a Ryan Crotty è lunga, insidiosa e non scevra di avversari, ma proprio in questa finestra internazionale gli All Blacks hanno provato qualche alternativa con la maglia numero 13.
Una voglia di emergere la sua, che viene da una grande fiducia in sé stesso e dalla serenità che la carriera ovale è la passione di una vita, perseguita e cercata però con la consapevolezza di poter anche fallire. Per questo il ragazzo ha completato i suoi studi universitari. Al New Zealand Herald ha ammesso: “Penso che la carriera professionistica sia qualcosa che ho sempre voluto, ma non è qualcosa intorno alla quale ruota la mia vita. Se non ci riuscirò, non ne sarò devastato e ho piani e idee di riserva su cosa succederebbe.”
“Il mio sogno a dire il vero era quello di giocare per Northland (il suo club di Mitre 10 Cup, ndr) e sarei già stato felice, quindi essere scelto negli All Blacks…”
Contro la Francia, pur giocando un’ottima partita offensiva e facendo registrare una cifra statistica importante nella colonna dei difensori battuti (4, secondo dati ESPN. Solo Rieko Ioane ha fatto di meglio), il giovane secondo centro ha pagato un po’ lo scotto dell’inesperienza a questi livelli, risultando colpevolmente coinvolto in entrambe le mete degli avversari: nella prima ha abboccato di riflesso alla finta di Baptiste Serin, che è andato a segnare, nella seconda non riesce a chiudere il placcaggio su Wesley Fofana, anche se le responsabilità di Ioane nella circostanza sono almeno altrettante.
Nonostante le sbavature, oggi Jack Goodhue è la promessa più brillante a seconda centro per il dopo Rugby World Cup del 2019, quando probabilmente Ryan Crotty abdicherà dal suo ruolo. Ma se la crescita del ragazzo di Whangarei dovesse essere costante, potrebbe diventare da subito un serio sfidante per essere il titolare della numero 13. Le sue qualità ispirano paragoni con Conrad Smith, ritiratosi da poco, per la sua combinazione di solidità, velocità e lucidità di pensiero. La soluzione del giallo la avremo già il prossimo 18 agosto, quando Hansen dovrà scegliere la squadra per il primo episodio della Bledisloe Cup. Fino a quel momento Goodhue avrà il Super Rugby per mettersi in luce con i suoi Crusaders, facendo competizione in casa proprio a Ryan Crotty.
Lorenzo Calamai
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