Il due volte campione del mondo con gli All Blacks ha appeso gli scarpini al chiodo, ma ha trovato un posto nello staff di Pau
Nemmeno il tempo di godersi le vacanze. Ci si aspetta che dopo quindici anni di carriera ai massimi livelli ci sia soprattutto una gran voglia di riposarsi, di distrarre la testa da quello che è stato un ambiente di lavoro totalizzante per tanti anni. Per alcuni va così, per altri invece c’è la voglia di ricominciare subito, una volta appesi gli scarpini al chiodo, vestendo un’uniforme simile, ma diversa.
E’ il caso di Conrad Smith, due volte campione del mondo con gli All Blacks e fresco di abbandono del rugby giocato. Una carriera importantissima, la sua: 94 apparizioni con la squadra più forte del mondo e ventisei mete. Per dare un’idea di quanto cruciali fossero le sue abilità per la squadra in nero, l’eliminazione alla Rugby World Cup 2007 vennero principalmente attribuite alla sua assenza per infortunio.
Ad un palmares di tutto rispetto, composto di due coppe del mondo, otto Rugby Championship (di cui 5 sono in realtà titoli dell’allora TriNations) e la vittoria della serie contro i Lions britannici nel 2005, Smith abbina soprattutto la fama, meritata, di giocatore intelligente, che grazie alla propria classe prima ancora che ai mezzi fisici, è riuscito ad imporsi come il migliore al mondo con la maglia numero 13.
I suoi ultimi anni li ha disputati a Pau, in Top 14, ma i risultati della squadra sono stati forse inferiori a quanto sperato. In quest’ultima stagione Smith e compagni non sono riusciti a qualificarsi per la fase eliminatoria del campionato, anche se c’è da ammettere che affrontavano una concorrenza difficile da battere.
La vita in Francia continua per Conrad Smith, che dopo il ritiro salta immediatamente dall’altra parte della staccionata per diventare l’allenatore della difesa del club bearnese.
“Per il momento va tutto bene!” ha commentato l’ex Hurricanes in una intervista esclusiva a Midi Olympique “A poco a poco ho realizzato. ”
“Ho realizzato che non sono più un giocatore, che per una volta non faccio altro che assistere alle sessioni di preparazione fisica invece di parteciparvi, ho realizzato quanto lavoro richiede il ruolo di allenatore in ogni allenamento, visto che fino ad adesso mi accontentavo di arrivare in orario all’allenamento senza chiedermi davvero che cosa avremmo fatto. Oggi ho realizzato che bisogna prepararsi, che bisogna anticipare ogni cosa. Sto per imparare un sacco di cose.”
Un cambiamento repentino dunque per Smith, che farà da assistente al capo allenatore della squadra, il neozelandese Simon Mannix, che di caps con gli All Blacks ne vinse solamente uno nell’ormai lontano 1994. Al fianco di Mannix c’è anche un’altra leggenda kiwi: l’allenatore degli avanti è infatti Carl Hayman, il fortissimo pilone sinistro emigrato in Europa nel 2007 dopo 45 caps con la maglia nera (e che a 38 anni si è tesserato come giocatore per dare una mano ad una squadra di Federale 3).
In queste settimane di ripresa degli allenamenti su diversi campi, Conrad Smith muove i primi passi nella sua nuova vita da tecnico. Se la brillantezza delle sue azioni in campo dovesse trasporsi anche sulla lavagnetta e sulla trasmissione della propria esperienza, immaginiamo per lui un futuro brillante anche con la tuta in dosso.
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