Accordo di sette anni con il gruppo assicurativo. Il primo main sponsor italiano sulle maglie degli azzurri
A pochi giorni dall’annuncio della fine della lunga partnership con Crédit Agricole Cariparma (durata 12 anni), oggi presso la Sala Giunta del CONI è stato annunciato il nuovo main sponsor della Federazione Italiana Rugby che sarà Cattolica Assicurazioni.
Il marchio grifferà per i prossimi 7 anni (3 sicuri più un’opzione sui successivi 4) la maglie della nazionale maggiore, della nazionale Under 20, della rappresentativa femminile e della selezione di Rugby Seven – con quest’ultima che sarà la prima ad indossare le tenute da gioco con la nuova sponsorizzazione – e fornirà il naming alle partite della finestra internazionale di novembre, rispettivamente contro Georgia (Firenze, 10 novembre), Australia (Padova, 17 novembre) e Nuova Zelanda (Roma, 24 novembre): che si chiameranno Cattolica Test Match.
L’accordo di sponsorizzazione – di cui non è stata rivelata la cifra, in termini economici – è stato sottoscritto questa mattina, dal Presidente della Federazione Italiana Rugby Alfredo Gavazzi e dall’Amministratore Delegato di Cattolica Assicurazioni, Alberto Minali, alla presenza del Presidente del CONI Giovanni Malagò, del Presidente di Cattolica Assicurazioni Paolo Bedoni, del CT azzurro Conor O’Shea e di una vasta rappresentanza degli atleti delle Squadre Nazionali.
“Siamo entusiasti di dare il benvenuto nella famiglia del rugby italiano a Cattolica Assicurazioni – ha affermato il numero uno della FIR Alfredo Gavazzi – un’azienda che come la nostra Federazione e le nostre Nazionali vanta una lunga tradizione nel proprio business ma che è fortemente impegnata nello sviluppo della propria competitività. Il grande rugby internazionale, con i Cattolica Test Match del prossimo novembre, il 6 Nazioni e la Rugby World Cup dell’anno prossimo in Giappone, costituisce il terreno ideale per un’azienda decisa ad accrescere la propria brand awareness, la prima realtà interamente italiana a divenire sponsor di maglia della Nazionale”.
“È una giornata storica per Cattolica, che da oggi intraprende un cammino avvincente insieme al rugby italiano, nella convinzione di avere molti tratti in comune con questa disciplina. Il rugby è uno sport che richiede coesione, partecipazione, talento, rispetto dell’avversario e sano agonismo. Nel rugby gioca l’individuo, ma vince la squadra: sono gli stessi valori che muovono il lavoro quotidiano della nostra società, ora impegnata in una profonda trasformazione culturale” – ha dichiarato Alberto Minali, amministratore delegato di Cattolica Assicurazioni. “Per la prima volta è un’azienda italiana a sostenere le squadre nazionali e i movimenti giovanili, maschili e femminili del rugby, e questo per noi è motivo di grande orgoglio, ulteriore spinta a legare il nostro nome a quello della Federazione e supportare uno sport che si distingue per una competizione sana. Ci piace pensare che anche un mondo pulito come quello dei tifosi della palla ovale inizi a conoscere e riconoscersi nella nostra società” ha concluso Minali.
Dopo la firma vera e propria del contratto, tra la FIR e il gruppo assicurativo veronese, l’occasione si è rivelata utile per porre, da parte dei giornalisti presenti in sala, qualche domanda anche a Conor O’Shea sul prossimo futuro della nazionale: “Conto l’Irlanda, a Chicago, sappiamo che giocheremo contro una squadra molto forte. Non avremo a disposizione i giocatori che giocano all’estero (Parisse, Campagnaro, Polledri, Ghiraldini, ndr), ma questo non ci preoccupa più di tanto perchè con il gruppo di giocatori formato da Benetton e Zebre avremo comunque una buona profondità. Terminata la sfida, poi, l’obiettivo sarà quello di recuperare al meglio per arrivare a Firenze e battere la Georgia”.
Infine, l’intervento di Giovanni Malagò che stimolato sulla questione Flaminio si è così espresso: “Questo impianto fa parte dello sport romano ed italiano. Pensare di rilanciarlo utilizzando solo l’interno dell’impianto è molto difficile, anche perchè solo calcio e rugby, nelle loro varie declinazioni, potrebbero beneficiarne. Serve un business plan dettagliato e professionale. A quanto mi risulta so che il Comune, che è proprietario dello stadio, sta valutando diversi progetti: è chiaro che se ci fosse, e lo sottolineo, la possibilità di coinvolgere il CONI e di conseguenza la FIR staremmo comunque parlando di un progetto a medio-lungo termine. Noi comunque restiamo disponibili”.
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