Il girone non è dei più facili (ma la Francia si presenta con una squadra rivoluzionata), ma entrare tra le prime otto è alla portata
Il terzo e il settimo posto raccolti dall’Italseven di Andy Vilk nelle prime due tappe delle Grand Prix Series ci hanno raccontato di una squadra ancora lontana dall’élite europea, e forse anche incapace di avere quella continuità di rendimento per entrare stabilmente nelle prime quattro di un singolo torneo.
Rispetto alle Series 2017, tuttavia, la nazionale sembra aver quantomeno trovato quella quadratura del cerchio necessaria per non ripetere il disastro di un anno fa, quando dopo il 4° posto della prima tappa arrivarono due noni e un decimo posto. Gli azzurri cedevano più volte a Galles e Spagna, mentre ottenevano risicate vittorie contro Belgio e Polonia, ovvero le uniche squadre lasciate alle proprie spalle nella classifica finale. Un bottino davvero troppo misero, ma che non dovrebbe essere replicato in questa stagione, visti i 24 punti già raccolti contro i 25 totali del 2017.
La strada, in ogni caso, rimane ancora molto lunga. L’Italia vista a Mosca e Marcoussis si colloca in una posizione intermedia delle gerarchie europee, un passo avanti a Portogallo, Spagna e Galles (queste ultime due giocano anche le Sevens World Series e operano qualche cambio per i Grand Prix continentali) e sensibilmente dietro a Irlanda e Germania, dimostratesi di gran lunga superiori agli azzurri (il doppio confronto diretto con i teutonici è stato chiaro).
Anche Inghilterra e Francia, per cui vale lo stesso discorso fatto per Spagna e Galles, sono a loro volta un gradino sopra, ma l’Italia ha dimostrato contro entrambe di non essere lontana dal livello richiesto per battagliarvi ad armi pari, eccezion fatta per la sconfitta pesante contro i Bleus nella sfida per il 5°-8° posto a Marcoussis.
Quinti in classifica proprio al pari dei transalpini, azzurri si presentano all’appuntamento di Exeter con pregi e difetti piuttosto acclarati. L’Italia ha messo in mostra una buona tenuta fisica nel corso delle due giornate di gara, senza picchi negativi da questo punto di vista, e una difesa più che accettabile quando gli avversari dal tasso atletico superiore non presentano il conto. Il grosso problema, come ci aveva spiegato anche Andy Vilk in quest’intervista, rimane l’attacco.
In nazionale non ci sono (e non potrebbe essere altrimenti) talenti puri per il seven, e adattare il proprio gioco studiato per il rugby union ad un codice diverso da quello abituale diventa comprensibilmente complicato. Le difficoltà maggiori, di riflesso, si ritrovano nella gestione del pallone e nelle scelte da compiere con la difesa schierata, come linee di corsa poco lucide o passaggi spesso troppo facili da leggere per gli avversari (molto spesso l’Italia le trasmissioni sono lente, orizzontali e fatte da fermo, senza fissare l’uomo).
Ritrovarsi subito in campo per giocare nuovamente, a distanza di una settimana, potrebbe essere un vantaggio in questo senso, perché garantirebbe una maggiore full immersion nel seven senza pausa dall’attività. È quello che probabilmente auspica Vilk, visto le difficili sfide contro Irlanda (sempre vittoriosa fin qui) e Francia a cui è attesa l’Italia nel girone sabato in Inghlterra (la terza avversaria è l’abbordabile Svezia). Una partenza al rallentatore potrebbe essere fatale.
Con la Coppa del Mondo a San Francisco alle porte (20-22 luglio), tuttavia, i Bleus si presenteranno con una squadra completamente rivoluzionata rispetto alla tappa casalinga di Marcoussis: nessuno dei 12 convocati era presente una settimana fa. Cambia anche l’allenatore: il coach principale, Jerome Daret, sarà sostituito da Thierry Janeczek. L’Irlanda fa meno calcoli e ne cambia solo quattro, lo stesso numero di modifiche apportate da Vilk: dentro Lorenzo Maria Bruno, Luca Zini, Leoni Marco Lazzaroni e Giorgio Bronzini, fuori Andrea Pratichetti, Francesco Bonavolontà, Simone Rossi e Gianmarco Vian.
La terza qualificazione tra le prime otto del torneo sembra alla portata degli azzurri, specie se riusciranno a mantenere positiva la differenza punti sui tre incontri. Come spesso succede nel seven, potrebbe essere una questione di dettagli.
Il programma dell’Italia di sabato (orari italiani)
Italia v Francia – Ore 12:52
Italia v Irlanda – Ore 15:15
Italia v Svezia – Ore 18:22
Diretta streaming su rugbyeurope.tv e su Eurosport Player.
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