La squadra asiatica si impone con un netto 51 a 0 nel match di ritorno del playoff valido per l’accesso al torneo di ripescaggio
Dopo aver ipotecato la qualificazione al torneo di ripescaggio la scorsa settimana in trasferta, Hong Kong fa la voce grossa nella partita di ritorno e conferma quanto di buono mostrato.
Non c’è storia fra la squadra asiatica e le Isole Cook, peraltro arrivate a questo stadio della competizione solo grazie all’esclusione di Tahiti. La partita di ritorno è un bagno di sangue per la squadra oceanica, che subisce un sonoro 51 a 0 dalla squadra di casa. Il risultato in aggregato è impietoso: 77 a 3, con la colonna mete subite di Hong Kong rimasta intonsa.
Sei le marcature con cui Hong Kong si assicura la vittoria definitiva del playoff, arrivate quasi tutte nella ripresa (17 a o il primo tempo), quando le Isole Cook mollano definitivamente la presa sul match, concedendo tre segnature fra il minuto 57 e il 67. Doppietta per il tallonatore di riserva Alex Post in appena 25 minuti in campo.
“Non sapevamo bene cosa aspettarci dalle Isole Cook – ha dichiarato dopo la partita Leigh Jones, l’head coach gallese di Hong Kong con un passato come allenatore della difesa del Giappone alla Rugby World Cup 2015, sotto l’egida di Eddie Jones – Una settimana fa abbiamo affrontato un viaggio difficile, e non ero sicuro di come avremmo reagito. C’era però un premio alla fine della partita di oggi. I ragazzi non erano del tutto felici della vittoria della scorsa settimana perché sapevano che c’era un ulteriore livello di performance da raggiungere e oggi lo abbiamo raggiunto.”
Il premio di cui parla Jones è l’accesso al torneo di ripescaggio che si terrà il prossimo novembre, e che garantisce il ventesimo ed ultimo posto a disposizione per partecipare alla Rugby World Cup 2019. Per Hong Kong, nazionale in crescita nel panorama mondiale ma pur sempre una squadra di terzo livello, arrivare a disputare il torneo di ripescaggio è giù un grande traguardo, ma una volta in ballo tutto può succedere.
La squadra di Hong Kong è particolare, così com’è particolare il paese di provenienza: territorio autonomo sotto la sovranità cinese, la città ospita circa sette milioni di persone ed è una delle aree più densamente popolate del pianeta. Essendo uno dei centri di maggiore rilevanza mondiale a livello finanziario e una sorta di città-stato contemporanea, ospita una gran quantità di non nativi. Questa condizione si rispecchia nella nazionale ovale: sebbene tutti i 35 membri della rosa siano giocatori professionisti che militano in squadre del campionato domestico, solamente 6 di loro sono nati ad Hong Kong.
“Credo che abbiamo mandato un messaggio davvero forte adesso – ha detto ancora Leigh Jones in vista del cammino futuro della sua squadra – Se guardiamo alle Isole Cook, con così tanti giocatori che giocano nelle migliori competizioni al mondo, significa che ci vuole una squadra davvero buona per batterci. Questo playoff ha detto che possiamo competere contro le squadre di tier 2. Ora dobbiamo essere capaci di farlo ogni settimana e questo sarà ciò su cui ci concentreremo da qui in avanti.”
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