La decisione è arrivata a seguito dei persisteni problemi alle vertebre cervicali. Il centro aveva giocato 24 volte in nazionale
Matteo Pratichetti ha annunciato il suo ritiro dal rugby. Il trequarti centro romano, classe 1985, ha deciso di porre fine alla sua carriera agonistica dopo quattordici stagioni passate tra l’Eccellenza e il Pro14, in cui ha sempre militato fin dall’ingresso nelle franchigie italiane nel torneo, sia con gli Aironi sia con le Zebre. La decisione è arrivata a causa delle complicazioni seguite all’infortunio alle vertebre cervicali subito durante l’ultima stagione a Parma.
Nipote di Carlo, allenatore federale e dei Cavalieri Prato, e fratello maggiore di Andrea, trequarti del San Donà ed ex Benetton, Pratichetti è cresciuto nell’Unione Rugby Capitolina prima di trasferirsi al Calvisano nel 2004, esordendo in Heineken Cup a 19 anni. Con i bresciani ha vinto due Scudetti nel 2005/2006 e nel 2007/2008, collezionando 70 presenze tra campionato e coppe con undici mete.
Nel 2009/2010 è passato al Viadana, con cui ha invece perso la finale del Super 10 contro il Benetton Treviso. In seguito ha fatto parte della rosa degli Aironi e delle Zebre, collezionando in totale 90 presenze nel Pro12/14; nell’ultima stagione è sceso in campo in due partite di Challenge Cup, senza mai apparire nella lega celtica.
Con la maglia azzurra, Pratichetti ha compiuto tutta la trafila delle giovanili dall’Under 17 all’Under 21, debuttando a 19 anni da titolare con John Kirwan in un Test Match contro gli All Blacks del 2004. Pratichetti ha giocato 24 volte in Nazionale, marcando sei mete e disputando due edizioni dei Mondiali (2007 e 2011); il suo ultimo cap risale proprio al torneo iridato in Nuova Zelanda, nella partita contro la Russia.
“Ringrazio tutti gli allenatori, i compagni di squadra e le persone che ho incontrato lungo tutta la mia carriera – ha dichiarato Pratichetti – Tutti hanno contribuito a rendere questo viaggio un’avventura fantastica e costruttiva. I rapporti che si creano sul campo di questo magico sport sono qualcosa di speciale. In particolare vorrei ringraziare mia moglie e la mia famiglia per il loro supporto anche nei momenti più delicati della mia carriera. Grazie all’esperienza maturata in 14 anni di professionismo e agli studi in scienze motorie intraprenderò gli studi di fisioterapia, già con un piede nel mondo del lavoro”.
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